Che quest’anno sarebbe stata una stagione di cambiamenti per l’Aquila Trento, era cosa nota: l’addio di giocatori storici e i cambiamenti di ruoli chiave per costruire la stagione 2019/20 tuttavia ha prodotto la stessa linea di andamento che aveva contraddistinto la formazione dolomitica nelle ultime stagioni, tra un girone di andata altalenante (7-9) e le quattro vittorie nelle prime cinque sfide della seconda parte del calendario, oltre alla conferma nelle TOP 16 di Eurocup. Una rapida ascesa stroncata dal COVID-19 con i bianconeri pronti ad insidiare nuovamente i playoff.
Ai nastri di partenza, l’Aquila era priva di figure pesanti, che negli ultimi anni erano stati capaci di arrivare a giocarsi due finali scudetto, dando filo da torcere a corazzate come Venezia e Milano, guadagnando rispetto e timore degli avversari nel dover incontrare una formazione molto pericolosa: Betinho Gomes, ormai avanzato d’età, ha deciso di fare ritorno nella propria terra natia; Diego Flaccadori ha terminato i cinque anni di contratto per tentare una nuova sfida in Eurolega con il Bayern Monaco; il centro undersized Dustin Hogue, che tanto ha dato problemi a giocatori fisicamente più dotati mettendo dinamismo e carisma sotto i tabelloni, ha preso il volo per la Russia all’Enisey Krasnodar; infine, il doloroso addio alla bandiera storica della panchina, l’head coach Maurizio Buscaglia, che dopo 9 anni dedicati alla causa bianconera (2 promozioni tra Legadue nel 2012 e poi in Serie A nel 2014 con all’attivo una Coppa Italia di Legadue, due finali scudetto nel 2017 e 2018, allenatore dell’anno del campionato italiano nel 2015 e miglior coach di Eurocup nel 2016) ha deciso di mettersi alla prova nel contesto di Reggio Emilia.
Con gran parte dello zoccolo duro smontato, in casa bianconera sono state preziose le conferme sul banco degli italiani: oltre allo storico capitano Toto Forray (più di 300 presenze in competizioni ufficiali, il giocatore con più partite giocate nella storia del club), sono rimasti il tiratore Fabio Mian, l’ala di esperienza Davide Pascolo, il “talismano” Luca Lechtaler e il rampante Andrea Mezzanotte. Nel mercato USA la società ha operato in un mix tra scelte sicure e scommesse, mettendo, come base importante in cabina di regia, la conoscenza del gioco di Aaron Craft, confermatosi come uno dei playmaker più intelligenti e razzenti su ambo le metà campo degli ultimi anni: Justin Knox è stato chiamato a ricoprire il ruolo di centro titolare, mentre l’ex-Pesaro James Blackmon a operare come primo scorer della squadra; i volti nuovi sono stati Rashard Kelly, atleta dinamico ed energico proveniente da Parma (VTB), e George King, ala tuttofare e arcigno difensore alla sua prima prova europea dopo una stagione nella formazione di G-League dei Phoenix Suns. A stagione in corso però è arrivato il colpo chiave della stagione di Trento, ossia l’ala azzurra Alessandro Gentile che messo talento, muscoli ed esperienza per raggiungere gli obiettivi bianconeri.
Il tutto viene messo nelle mani della fresca figura di Nicola Brienza, il quale, dopo una carriera in panchina per lo più da vice-allenatore, eccezion fatta nel campionato italiano per la stagione antecedente con Cantù (9-4), ha deciso di confrontarsi in un ambiente più stimolante nella gestione delle competizioni e degli obiettivi ma mantenendo sempre la stessa filosofia: il coach brianzolo nel corso della stagione ha sempre puntato sulla valorizzazione delle qualità dei singoli per poi assemblarle in un sistema che fosse congeniale per i giocatori, efficiente nell’ottenere i risultati ed adattabile a seconda dell’avversario fronteggiato. Nella funzione di questo sistema, in attacco sono arrivate buone risposte dalla lunga distanza (37%, terza miglior percentuale in serie A con James Blackmon primo arciere con un 44% su 110 tentativi) e nella difesa del canestro sotto i tabelloni (2.8 stoppate, terza miglior squadra) e sul perimetro (33% concesso al tiro da fuori, quarta miglior squadra), ma in negativo hanno pagato la mancanza di tonnellaggio pesante e troppe occasioni concesse sotto i tabelloni (terzo posto in A con 41 rimbalzi totali di media, primi per rimbalzi offensivi con 14 a gara).
In precedenza, abbiamo descritto il trend della squadra nel corso della stagione in campionato, mentre in Europa è andata molto diversamente con una qualificazione alle TOP 16 strappata solo nelle ultime due giornate contro l’Asseco Gydnia e la corazzata Unicaja Malaga, e una seconda fase di competizione senza nessuna vittoria in un girone di ferro contro le quotatissime Virtus Bologna e Partizan Belgrado, oltre al Darussafaka Istanbul.
MIGLIORE: Alessandro Gentile
PEGGIORE: George King
SORPRESE: Rashard Kelly, Andrea Mezzanotte
Per una stagione che si chiude in anticipo, se ne prospetta un’altra che richiederà un altro grande lavoro da parte del GM Salvatore Trainotti per assemblare una squadra adatta al gioco di Brienza per riuscire a rimanere in linea con l’andamento delle stagioni precedenti con un’intera regione a sostegno del progetto: le pedine cambiano, non gli obiettivi.
VOTO FINALE: 6,5
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