Pagellone LBA, Trieste: una stagione di alti e bassi, salvata solo in parte dall’arrivo di Allianz

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Un campionato altalenante, quello conclusasi anzitempo per l’emergenza derivata dalla pandemia di Covid-19, per la l’Allianz Pallacanestro Trieste. Condizionato all’inizio da una gestione low-coast, vista l’assenza di uno sponsor e le difficoltà economiche conseguenti alla dipartita del socio di maggioranza Alma alla fine del campionato 2018/19 e proseguita con l’arrivo del colloso delle assicurazioni Allianz, che ha permesso di allestire un roster più competitivo, più o meno all’altezza della piazza e della scorsa competizione, nella quale la squadra giuliana era giunta fino al primo turno dei play-off.

Ripercorriamo la stagione. Molte le difficoltà ad inizio campionato, derivate soprattutto dalla mancanza di fondi, causate dai problemi societari che in estate avevano gettato più di un interrogativo sulla possibilità di Trieste di poter concludere la stagione senza troppi patemi d’animo. Dal 26 marzo 2019 in poi, infatti, la storia recente della compagine giuliana, risalita in Serie A il 16 giugno 2018 dopo 14 anni, è cambiata in modo drastico. L’arresto dell’ex presidente Scavone per evasione fiscale e l’allontanamento volontario del vecchio sponsor Alma-Agenzia per il lavoro hanno, difatti, ridimensionato le aspettative di una compagine, che dopo il settimo posto e i play-off contro Cremona si era rilanciata nel basket che conta, stupendo tutti, grazie soprattutto ad un condottiero come coach Dalmasson e ad un’attenta gestione societaria, che aveva permesso di allestire una squadra di sicuro valore.

Trieste inizia il campionato con poche certezze, tra queste il “mulo” Daniele Cavaliero.

La stagione appena conclusasi, invece, era iniziata con diversi interrogativi e con una roster quasi completamente diverso rispetto a quello del precedente campionato. Partiti i vari Dragic, Sanders, Knox, Wright e Mosley, ritirato Cittadini, gli unici reduci sono stati gli “italiani”, con in testa il capitano Coronica e il veterano Cavaliero, oltre a Fernandez, Da Ros, Strautins e Janelidze e alla permanenza del croato Peric. Nessuno degli americani, infatti, viene confermato per questioni di budget e il reparto degli stranieri viene completamente rivoluzionato. Si punta così su due giocatori alla prima vera esperienza oltre oceano, come l’ex Marshall University Elmore e il non più giovanissimo Cooke, che all’attivo aveva solo tre partite in Grecia nel lontano 2015. Arrivano poi altri tre giocatori con più dimestichezza europea, come Mitchell, Justice e Jones, ma solo uno di questi, l’ultimo, aveva già calcato i parquet italiani vestendo per una stagione la maglia di Cantù. Una squadra, quindi, tutto sommato equilibrata, con diversi giocatori d’esperienza e due “muli” triestini a fare da leader, in campo e nello spogliatoio, come Cavaliero e Coronica. Un team, però, senza un vero e proprio uomo di punta con punti facili nelle mani, che potesse in qualche modo cambiare volto alla partita e tanti stranieri senza un background importante. Da un lato, quindi, diverse certezze, ma anche molte scommesse. Una situazione, quindi, non facile per il sempre confermatissimo coach Dalmasson, che aveva l’arduo compito di ottenere quantomeno la salvezza dell’Allianz in questo campionato, seppur senza uno dei suoi vice più capaci, Matteo Praticò, accasatosi a Teramo.

Forse proprio per questo l’avvio di stagione non è proprio dei migliori. L’amalgama e il gioco di squadra sono ancora da rivedere e dopo la sconfitta, seppur con una buona prestazione, in casa dei campioni d’Italia di Venezia, arrivano altre due importanti battute d’arresto, questa volta inequivocabili, contro Varese e Milano. I giocatori sembrano non intendersi proprio in campo, ma l’orgoglio e il carattere escono fuori proprio quando meno te lo aspetti, così nella delicatissima trasferta di Sassari arrivano i primi agognati due punti, a cui fa seguito un’altra vittoria nella sfida in casa contro Brescia. Il roster ora sembra più unito, più solido e con una vera identità, ma è un fuoco di paglia. Alcuni giocatori, infatti, soprattutto Elmore, a cui dovevano essere affidate le chiavi della regia giuliana e Strautins, non sono pervenuti, mentre la maggior parte degli altri continuano ad esprimersi al di sotto dei propri standard. Ecco, allora, che arrivano ben quattro sconfitte di fila, che spingono sempre più in basso in classifica gli uomini di Dalmasson e fanno traballare proprio la panchina del tecnico mestrino. La più pesante di queste giunge proprio contro un diretto avversario come Pistoia.

La luce si riaccende il 1 Dicembre nel derby contro Treviso, che significa la terza vittoria in stagione e una boccata d’ossigeno per la città e la società, anche dal punto di vista economico-finanziario. Dal 29 Novembre in poi, infatti, dopo l’ufficialità del nuovo main sponsor Allianz la stagione di Trieste è diventata molto più tranquilla, almeno dal punto di vista della stabilità societaria. In campionato, invece, la musica non cambia e arriva un altro filotto di quattro sconfitte consecutive, a cui però fanno seguito due importantissime vittorie contro la Fortitudo e Pesaro, che fanno tornare il sorriso e Trieste, (la quale accoglie a braccia aperte, il 27 dicembre, anche il neo acquisto Deron Washington, che esordirà però solo a Gennaio), soprattutto perché l’ultimo posto si fa sempre più distante e Pistoia, al terzultimo, rimane attaccata ai giuliani. Il girone d’andata si chiude così con 10 punti, frutto di cinque vittorie e ben undici sconfitte. A sottolineare le difficoltà dell’Allianz in questa prima parte ci pensano i numeri, i quali recitano inesorabili 1193 punti segnati e 1275 subiti. Questi significano il penultimo attacco del campionato (solo l’Oriora aveva fatto peggio a metà stagione), compensato solo in parte da una difesa (solitamente uno degli aspetti più curati da coach Dalmasson) che risulta essere la decima della competizione, il che però non basta per risollevare le pessime statistiche in fase offensiva.

Deron Washington, arrivato a Trieste il 27 Dicembre, è stato il primo rinforzo della stagione giuliana.

La seconda parte della stagione si apre con la firma, il 6 Gennaio, del secondo rinforzo, l’ex Olimpia Ricky Hickman, mentre sei giorni dopo sul parquet di casa, nella gara contro Venezia, fa il suo esordio il primo nuovo acquisto, l’ex di turno Washington. Costui però non serve per evitare la dodicesima sconfitta stagionale. Nella gara successiva può scendere in campo anche Hickman, insieme al terzo nuovo arrivo, Riccardo Cervi, che lascia Varese per sposare il progetto di Trieste. Entrambi non bastano ancora e Varese si impone facilmente anche al ritorno. Intanto saluta per accasarsi a Capo d’Orlando uno dei peggiori giocatori della stagione giuliana, quel Jon Elmore, arrivato con grandi aspettative, ma non dimostratosi all’altezza della Serie A. Anche la terza di ritorno, il 26 Gennaio, coincide con una partita persa, questa volta in casa, contro Milano, che però non intacca ancora la stagione, considerando le tre sconfitte di fila anche per Pistoia. Pochi giorni dopo saluta anche un’altra delusione Strautins, che si accasa ad Udine, mentre il 2 Febbraio arriva finalmente anche la sesta vittoria stagionale, sempre contro Sassari già battuta all’andata. Ultimo a lasciare il roster giuliano per Napoli è Janelidze, mentre fa ritorno alla base il giovane De Marchi. Le ultime due partite del campionato, infine, prima della chiusura definitiva anzitempo, sono quella contro Brescia, persa e quella contro Pistoia, giocata a porte chiuse nel silenzio surreale dell’Allianz Dome, già durante l’emergenza Coronavirus, vinta per 97-80. Sarà questa l’ultima partita di questo campionato per Trieste, che chiude al penultimo posto questa stagione monca a quota 14 punti (7 vittorie e 15 sconfitte) per via della differenza canestri, nonostante la parità nelle partite disputate con la Oriora e Roma.

Con questa classifica, al momento dello stop, di fatto, la Pallacanestro Trieste non sarebbe riuscita a raggiungere l’obbiettivo salvezza, complici i troppi alti e bassi avuti durante il campionato, considerando che anche dopo un filotto di vittorie e delle prestazioni lodevoli, arrivavano sempre diverse sconfitte consecutive e prestazioni soprattutto difensive da rivedere. Trieste alla fine è peggiorata in questo aspetto, chiudendo come la quarta peggior difesa del campionato (1770 punti subiti). Anche se, bisogna dirlo, i dati sono “falsati” dalle ultime due giornate in cui le partite dalla maggior parte delle altre compagini sono state giocate solo in parte, mentre i giuliani hanno giocato tutte e due le ultime partite del campionato. Un aspetto, comunque, la fase difensiva, che da sempre è il marchio di fabbrica delle squadre di coach Dalamsson, che però quest’anno non è riuscito a forgiare il roster a sua immagine e somiglianza. L’arrivo dei tre nuovi innesti di grande esperienza ha certamente ridato nuova linfa, in particolare alla fase offensiva, peggiorando però, come visto prima da statistiche e sconfitte, la fase di ripiegamento. Alla fine i punti totali fatti saranno, infatti, ben 1671 (ottavo miglior attacco), molti di più rispetto alla prima parte. Nonostante i tre innesti di grande esperienza in corsa, però, le mosse sbagliate di inizio campionato e un budget incerto fino a Dicembre si sono dimostrate il problema fondamentale nella gestione di questa a dir poco complicata stagione, in cui più di qualcosa non ha funzionato.

Detto questo quale sarà il futuro della società? Trieste, quasi certamente, prenderà parte alla nuova stagione che dovrebbe partire, virus permettendo, a fine anno, considerando uno sponsor forte come Allianz alle spalle e la volontà di non abbandonare la Serie A, conquistata appena tre stagioni fa, con una cavalcata inarrestabile nella seconda serie nazionale.  Sicuramente il roster andrà rinforzato per tornare a competere a buoni livelli, soprattutto per quanto riguarda gli stranieri (Washington e Hickman avevano firmato fino a fine stagione, così come Jones, mentre gli altri sono tutti da valutare). La truppa di italiani, invece, se confermata, considerando anche il biennale all’ultimo arrivato Cervi, sembra essere una buona base di partenza dalla quale ripartire.

VOTO COMPLESSIVO: 5

I MIGLIORI

DeQuan Jones figura tra le note liete della stagione giuliana.

DeQuan Jones e Juan Manuel Fernandez, certamente il duo di giocatori più meritevoli della stagione biancorossa. Il primo è stato uno dei migliori per rendimento, il migliore se leggiamo le sue statistiche considerando i 14 punti di media a partita messi a segno in campionato (primo del roster per punti segnati). Jones ha portato anche tanta freschezza, facendo valere il suo strapotere fisico e risultando decisivo nelle poche vittorie dell’Allianz. Peccato per la sua indisciplina, non solo tattica, che a volte ne ha limitato le prestazioni. Il secondo, invece, a parte qualche problema di condizione fisica in alcune gare, si è sempre dimostrato capace di gestire al meglio il pallone nel suo ruolo di play, mettendo in riga la squadra con la sua regia nei momenti topici e fornendo la giusta dose di incisività in attacco.

I PEGGIORI

Jon Elmore e Matteo Da Ros, sicuramente il duo peggiore della stagione biancorossa. Sul primo, tagliato a metà campionato e preso come capro espiatorio della brutta stagione di Trieste, abbiamo già detto abbastanza in precedenza. Basta guardare le sue statistiche (7. 5 punti e 1.9 assist di media a partita) per capire quanto poco incisivo, rispetto alle aspettative, sia stato l’americano di Charleston, che ha pagato, nella sua prima avventura lontano dagli States, l’inesperienza e la poca personalità dimostrata in campo. Sarebbe troppo facile inserire qui anche il secondo tagliato della stagione, il già citato Strautins. Ecco perché dovendo sceglierne due, la nostra scelta ricade sul lungo milanese, reo di aver fatto poco o nulla per continuare a dimostrare di essere cresciuto ancora su diversi aspetti del gioco, come dimostrato nello scorso campionato. Certo lo spazio concessogli non è stato sempre tantissimo, ma l’involuzione di Da Ros è stata palese a tutti.

Fabio Silietti

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