Paris è la Cenerentola dell’Eurolega 2024/2025.
Squadra allegra Dio l’aiuta, direbbe qualcuno. Nulla di più emblematico per descrivere lo spirito che aleggia in un gruppo affiatato, che si diverte e fa divertire, regalando da inizio anno un’infinità di liete serate agli amanti della palla a spicchi europea.
Paris è una squadra costruita benissimo, con una chiara idea della pallacanestro da perseguire e una serie di giocatori specialisti che sono molto funzionali al sistema disegnato da coach Thiago Splitter.
Nonostante le rotazioni non lunghissime, ciò che impressiona da inizio anno è la strepitosa tenuta fisico-atletica di un roster che disputa da sette mesi partite ogni 3 giorni circa ad un’intensità spaventosa.
I ritmi imposti da playmaker T.j. Shorts e Maodo Lo sono elevatissimi, e anche players tendenzialmente non inclini a una pallacanestro così dinamica si sono abituati giorno dopo giorno a stare in questo contesto.
La presa della Movistar Arena di ieri sera è il giusto coronamento di una stagione nata in pompa magna con il primato in classifica mantenuto per diverse giornate, poi la risalita di franchigie storiche come Panathinaikos e Fenerbache, tra le altre, ha impedito l’accesso diretto ai playoff ai francesi.
In terra spagnola, nella gara play-in da dentro o fuori, il profeta dei blues T.J. Shorts ha predicato pallacanestro in lungo e in largo, diventando minuto dopo minuto un’incubo per Chus Mateo che non è riuscito a trovare una contromisura per limitarlo. Il macedone è un diavolo, un giocatore incontenibile, la cui prestazione dipende solo e unicamente dalla sua condizione del momento. Primo passo bruciante, mani superlative, capacità di controllo del proprio corpo fuori dal normale. E al netto di ciò, è anche un grandissimo Playmaker. Legge bene i momenti della partita, gestisce a suo modo il ritmo e innesca bene i compagni, come testimonia il tabellino assist sempre molto ricco. Con ogni certezza, Shorts è allo stato delle cose tra i migliori giocatori d’Europa, seduto allo stesso tavolo di Mike James, Kendrick Nunn e altri del loro calibro, per l’impatto sempre determinante nei match.
E nel frattempo pare che in Grecia sia già pronto un assegno importante dal libretto di Dimitrios Giannakopoulos per portarlo all’O.a.k.a.
Paris è un modello tecnico da seguire. Il posto tra le prime otto d’Europa è frutto di un lavoro di scouting e di campo che prescinde dagli investimenti economici, il fattore competenza è assolutamente determinante. Basta pensare che il monte ingaggi del club di Kahn è il secondo più basso dell’intera competizione (5,6 milioni di euro), davanti solo ad Alba Berlino (4.1 milioni), al cospetto di costi stipendiali da 20.5 milioni sostenuti da Real Madrid, Panathinaikos e Olympiakos.
T.J. Shorts sta percependo 450.000 euro annui (la metà di quanto guadagna, ad esempio, un Daniel Hackett), parimenti a Maodo Lo e Kevarrius Hayes. Tyson Ward si aggira sui 350.000 euro annui, ma l’altro super crack della stagione è Nadir Hifi, lo shooter dai tiri impossibili, assestato da due stagioni sui 250.000 euro annui (meno di moltissimi americani di club da metà classifica LBA).
Hifi è la seconda “bocca da fuoco” del back-court parigino, giocatore che ha una caratteristica unica: riesce a crearsi ritmo da solo con gesti atletici incredibili. Punta in 1 vs 1 l’uomo a gioco rotto, invece di avvicinarsi al canestro corre con la palla verso la linea laterale del campo e tira in sospensione spesso da oltre 8 metri. Una roba che farebbe andare in escandescenza il 99% degli allenatori al mondo, ma se fai canestro hai sempre ragione.
Fenerbache – Paris è la prima supersfida dei quarti di finale, che si giocherà al meglio delle 5 con fattore campo a favore dei turchi.
Jasikevicius avrà molto da lavorare in questi giorni: Paris è una mina vagante e proverà a regalarsi un sogno chiamato Final Four.
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