In questo settembre ha tenuto banco il tema dei passaportati, perché la Spagna ha vinto EuroBasket anche e soprattutto grazie a Lorenzo Brown che in Spagna non ci ha nemmeno giocato con il club. Forse sarà andato in vacanza in qualche isola delle Baleari o delle Canarie.
Lorenzo Brown è solo l’ultimo di questa lunghissima lista di giocatori, tant’è che Wikipedia ha addirittura creato una pagina apposita con tutte le naturalizzazioni un po’, diciamo, “particolari”.
In questo articolo andiamo a vedere quello che è stato fatto dalle diverse Nazionali europee in termini di passaportati più o meno forzati.
Lorenzo Brown, Serge Ibaka e Nikola Mirotić – Spagna
Naturalmente partiamo dalla Spagna. In generale gli iberici nel corso della propria storia hanno forzato molte naturalizzazioni pur di essere competitivi a livello internazionale, queste tre sono le più recenti e le più interessanti. Beh, di Lorenzo Brown sappiamo tutto e non dobbiamo aggiungere altro. I due lunghi, Mirotić e Ibaka, hanno due storie diverse. Il primo è nato a Podgorica però è sostanzialmente cresciuto – cestisticamente e umanamente – in Spagna perché a 14 anni si è trasferito a Madrid per giocare nel Real. Il secondo invece ha iniziato la sua carriera da pro in Spagna, tra L’Hospitalet e Manresa, quindi anche qui c’è un minimo di gancio con la decisione di naturalizzare Ibaka. Non come il montenegrino, ma sicuramente meglio di Brown.
Joel Embiid – Francia e USA
La storia di Joel Embiid è di strettissima attualità. Quest’estate Embiid ha ottenuto il passaporto francese e si pensava che avrebbe vestito la canotta della Francia negli anni a venire, fino a quando l’altro ieri ha ottenuto anche il passaporto americano. Non sappiamo se il camerunese deciderà di fare coppia con Rudy Gobert o con Anthony Davis (il più probabile rimane comunque il primo) però, adesso, possiamo dire con certezza che potrà scegliere se sposare la causa francese o americana. In entrambi i casi comunque farà la differenza. Da egoisti italiani speriamo decida di giocare con gli statunitensi, tanto quelli sono comunque imbattibili, non come la Francia…
Bo McCalebb, Marques Green e Jordan Theodore – Macedonia
Cos’hanno in comune questi tre? Hanno giocato in Italia, sono tutti e tre playmaker e hanno vestito la canotta della Nazionale della Macedonia. Il primo a ottenere il passaporto è stato l’ex Siena, che ha potuto beneficiare di questa naturalizzazione per non giocare da extracomunitario con i club. Dopo di lui troviamo l’ex Avellino che ha dovuto cambiare il proprio nome all’anagrafe, diventando Markes Oskar Grin. Già, Markes Oskar Grin. E poi un altro che, come Green, ha giocato a Venezia e con la Macedonia, è Jordan Theodore, che ha rappresentato la Nazionale nel 2017, poco prima di trasferirsi all’Olimpia Milano.
Pooh Jeter – Ucraina
Probabilmente ne avremmo potuti mettere di migliori di Eugene “Pooh” Jeter III però siamo, purtroppo, legati sentimentalmente a lui. Il californiano ha avuto una carriera mediocre in Europa e ha ottenuto il passaporto ucraino perché agli albori della sua esperienza europea ha giocato per il B.K. Kiev. Ma noi lo ricordiamo per l’Europeo del 2013. Una delle Nazionali italiane più scarse di sempre (ricordiamo la Tassoni, Luca Vitali “quattro tattico”, Daniele Magro e Guido Rosselli), stava per qualificarsi al Mondiale. Sembrava fatta, finché Pooh Jeter non giocò probabilmente la sua miglior gara con l’Ucraina che l’anno dopo disputò la FIBA World Cup in Spagna.
Tyrese Rice, Taylor Rochestie, Omar Cook e Kendrick Perry – Montenegr0
Il Montenegro è senza dubbio lo Stato che ha regalato con maggiore facilità passaporti ai giocatori americani. I 4 che abbiamo inserito sono probabilmente i più forti e i più conosciuti, ma la lista è molto lunga. E non dimentichiamoci che il Montenegro esiste solo dal 2006, quindi c’è ancora tempo e modo per allungarla. L’ultimo in ordine cronologico ad aver vestito la maglia montenegrina è stato Kendrick Perry, che nel 2021-2022 ha giocato per il Budućnost Podgorica.
Jaleen Smith e Oliver Lafayette – Croazia
Il primo ha giocato con la Croazia anche in questo settembre, il secondo ha vestito nel 2014 la maglia della Nazionale balcanica. Entrambi non hanno lasciato ricordi indelebili, anche se non è da escludere che Smith possa fare meglio negli anni a venire, avendo solo 28 anni ed essendo adesso all’inizio della sua ascesa europea dopo stagioni di gavetta in Germania.
Bobby Dixon, Shane Larkin e Scottie Wilbekin – Turchia
Tutti portati da Ergin Ataman, il grande “deus ex machina” di queste naturalizzazioni e del livello attuale del basket turco. Tra i tre sicuramente il caso più curioso è quello dell’ex Treviso e Brindisi, Bobby Dixon. Quando decise di accettare il passaporto turco, scelse di cambiare il proprio nome in Ali Muhammed, in onore del pugile Cassius Marcellus Clay, che di lì a poco sarebbe morto. Ora la Turchia deve scegliere tra Larkin e Wilbekin, due dei migliori esterni d’EuroLega. Una scelta difficilissima ma crediamo che alla fine Ataman chiamerà sempre il giocatore che allena anche all’Anadolu Efes Istanbul, se disponibile.
Justin Doellman – Kosovo
Questo è senza dubbio il passaporto più pazzo di tutti. Senza se e senza ma. Justin Doellman, americano da parecchi anni in Spagna, decide di ottenere una naturalizzazione europea perché, come ben sappiamo, in Liga ACB possono giocare solo 2 extracomunitari. Ecco che arriva il Kosovo con cui Doellman disputa nel 2016 le Qualificazioni a EuroBasket 2017, senza però raggiungerne la fase finale.
Anthony Randolph e Mike Tobey – Slovenia
La Slovenia, come molti paesi balcanici, ha deciso di sfruttare la “facile” naturalizzazione di giocatori americani. Il primo è stato Anthony Randolph, uno dei migliori giocatori del Real Madrid e uno dei migliori giocatori di EuroLega del tempo. La scelta di puntare su Randolph fu vincente perché, anche grazie a lui, la Slovenia riuscì a vincere EuroBasket 2017. Anche Tobey non ha fatto male con gli sloveni, comunque è stato protagonista di quella squadra che quasi arrivò a medaglia a Tokyo 2021 e, se non ci fosse stato il suicidio sportivo contro la Polonia, probabilmente anche questa Slovenia avrebbe portato a casa qualcosa a Berlino. Forse non l’oro ma una medaglia quasi certamente sì.
J.R. Holden – Russia
Chiudiamo con una naturalizzazione assurda: Jon Robert, conosciuto da tutti come “J.R.”, Holden russo. Il nativo di Pittsburgh ha giocato quasi tutta la sua carriera europea da pro a Mosca, con il CSKA, dal 2002 al 2011. Però pensare oggi che un americano, nato e cresciuto in Pennsylvania, vista la situazione politica attuale, abbia rappresentato la Russia dal 2005 al 2011 sembra assurdo. Probabilmente non ricapiterà mai più una vicenda del genere tra Russia e Stati Uniti.
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