Paul George ha spiegato perché ha giocato molto male nella “bolla” di Orlando

Home NBA News

Paul George è stato additato come uno dei principali responsabili della disfatta dei Los Angeles Clippers negli ultimi Playoff: il giocatore, soprannominato ironicamente Pandemic P nella “bolla” di Orlando (visto che lui si definiva Playoff P), ha però deciso di legarsi a lungo alla franchigia, prolungando al massimo salariale il proprio contratto.

George, che ha mantenuto 20.2 punti di media col 40% scarso al tiro nei Playoff, già durante la postseason aveva rivelato di aver mentalmente sofferto l’essere chiuso in una “bolla” come quella di Disney World, senza amici o famiglia. Il giocatore dei Clippers ha parlato al Los Angeles Times del suo stato d’animo in quelle settimane, indicandolo come principale causa del suo scarso rendimento in campo:

Facevi chiamate FaceTime con la tua famiglia, con i tuoi figli. Ad un certo punto però inizi a chiederti: “Cosa sto facendo qui?”. Come dire, non sto bene qui. Capisco che stiamo provando a vincere il titolo e dobbiamo concentrarci su quello, ma tutto deve essere allineato perché accada… Mi tolgo il cappello davanti ai Lakers per essere stati in grado di farlo, ma io ho avuto tante difficoltà. Non mi sentivo bene, non potevo avere il fuoco dentro che di solito ho in questo genere di partite. Non era come nei Playoff normali. Non mi sentivo come quando gioco i Playoff. Per questo motivo avete visto alcuni role player giocare le migliori partite delle loro vite. Non c’era pressione, e per le stelle quella è una cosa importante. È stato diverso.

Francesco Manzi

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.