Paul George: “Potrei non partecipare alle Olimpiadi di Rio; affrontare Kobe? Sempre un’emozione”

NBA News

Paul George, miglior marcatore questa notte con 41 punti a bersaglio e, con tutta probabilità, il miglior giocatore della Eastern Conference al momento, ha rilasciato una lunga intervista a Yahoo Sports, dove svela alcuni retroscena soprattutto sulle ormai imminenti Olimpiadi 2016 in Brasile.

Paul George
Paul George e il suo idolo, Kobe Bryant

Come tutti ben sapete George sta vivendo una stagione incredibile, le sue medie (23 punti, 7 rimbalzi e 4 assist) hanno dell’irreale se pensiamo che l’anno scorso la stella dei Pacers ha giocato solo 6 partite a causa del grave infortunio in cui è incappato nel match di esibizione con Team Usa. Lo stesso Gregg Popovich, Coach dell’Ovest nell’All-Star Sunday, si è dichiarato incredulo nel vedere quello che il numero 13 di Indiana può fare: “il corpo umano è incredibile, incredibile è vedere Paul correre lungo il campo e inchiodare schiacciate pazzesche, vederlo giocare a questo livello dopo quello che gli è successo mi lascia ogni volta senza parole“.

“E’ stato un lungo anno, la riabilitazione sta procedendo bene, ma non so come il mio corpo potrà reagire nell’ultima fase di regular season e in vista dei playoff dovrò stare molto cauto”, dice PG13, “per quanto riguarda Rio 2016 dipende tutto da come starò, dovrò decidere se continuare oppure prendere una pausa”.

La stella nativa di Palmdale dice che tutto questo comporta anche una grande pressione psicologica, lo stesso George spera di essere d’esempio per chi, come lui, si è visto la strada sbarrata da un grave infortunio: “Non è mai finita, bisogna pensare e capire la situazione in cui Dio ti ha messo, l’ha fatto per una ragione, per plasmare il tuo carattere, per renderti una persona migliore e forte; se tu riesci a superare un ostacolo del genere, il cielo è l’unico limite da qui in poi”. Infine la giovane guardia all-star ha potuto spendere alcune parole anche su Kobe Bryant, l’uomo del momento, che ha disputato l’ultimo All-Star Game, il 18esimo della sua infinita carriera: “Parto dal parlare dell’All-Star Game, è sempre un evento indescrivibile, è un onore giocare con questi ragazzi e indossare questa maglia. Ogni volta che incrociavo sulla mia strada Kobe mi emozionavo, è stato il mio idolo e un esempio per me come per molti altri giocatori. Ho anche incontrato Michael Jordan per la prima volta; è stato un bel weekend”.

 

 

Matteo Gualandris

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