Paul George sull’accoglienza ricevuta dai tifosi Pacers: “Non sono io quello da fischiare”

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Paul George lunedì notte è tornato ad Indianapolis per l’ennesima volta dal suo addio ai Pacers, ormai tre stagioni fa, dopo aver chiesto esplicitamente di essere ceduto ed essere finito ai Thunder. Il giocatore lo ha fatto per la prima volta da giocatore dei Los Angeles Clippers, che hanno ottenuto la vittoria grazie ai suoi 36 punti.

Il pubblico della Bankers Life Fieldhouse non ha comunque ancora perdonato PG per il suo brusco addio ai Pacers nel 2017 ed ha fatto nuovamente sentire tutto il proprio astio al giocatore, fischiandolo copiosamente. Nel post-partita, George ne ha parlato e ne ha approfittato per puntare il dito contro i dirigenti di Indiana, come principali responsabili della sua partenza.

Un giorno dirò tutto, e racconterò gli eventi del mio addio a Indiana. E vi giuro che non sono io quello da fischiare. Mi piace essere il cattivo, ma sono qui solo una sera all’anno. Le persone che i tifosi dovrebbero fischiare sono qui molto più a lungo di me. I fischi danno motivazioni nei momenti morti, portano energia. Portano anche aggressività quando ci sono momenti più blandi, io me ne nutro. E’ divertente. Rende la partita molto più divertente. Poi si sono stufati di fischiarmi, per quello sono calato nell’ultimo quarto [George ha segnato solo 2 punti nell’ultimo periodo, ndr]. Perché non sentivo più arrivare i fischi.

Francesco Manzi

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