Zion Williamson è stato l’ultimo, in ordine di tempo, ad annunciare che contribuirà economicamente agli stipendi dello staff della propria arena durante lo stop della NBA dovuto al coronavirus, che si protrarrà almeno per 30 giorni. Il contratto di questi dipendenti, infatti, non prevede che vengano pagati quando non lavorano.
Sono così salite a 19 (su 29 totali) il numero di arene che vedono i propri dipendenti pagati in qualche modo, o dai giocatori o dai proprietari, durante questo periodo. Williamson per New Orleans, Blake Griffin per Detroit, Giannis Antetkounmpo e Khris Middleton per Milwaukee e Kevin Love per Cleveland sono i quattro giocatori che hanno deciso di coprire di tasca propria questi salari. Atlanta Hawks, Brooklyn Nets, Dallas Mavericks, Los Angeles Lakers e Los Angeles Clippers, Indiana Pacers, Philadelphia 76ers, Washington Wizards, Golden State Warriors, Toronto Raptors, Houston Rockets, Memphis Grizzlies, New York Knicks, Sacramento Kings e Phoenix Suns completano la lista. In più, i Bucks hanno annunciato che doneranno altri 100.000 dollari per questa causa oltre a quelli già messi dai due giocatori, e anche Cleveland aggiungerà un contributo a quello di Love. Nelle scorse ore infine anche Mo Bamba ha annunciato via social che contribuirà agli stipendi dei dipendenti dell’Amway Center per gli Orlando Magic, anche se non ha divulgato la cifra esatta (il conto salirebbe quindi a 20 arene su 29).
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