Perché alcune società di Serie A stanno pensando di autoretrocedersi in Serie A2?

In questi giorni leggiamo spesso di una prossima Serie A a 14 squadre, con perciò 3 squadre che si autoretrocederebbero in Serie A2 senza possibilità di ripescaggi. Ma perché un team dovrebbe autoretrocedersi, come fece per esempio la Virtus Roma qualche anno fa? Quant’è la differenza a livello di spese tra una squadra di A una della lega cadetta? SB Daily ha messo insieme i conti e ha dato qualche numero che fa capire perché c’è spesso questo dubbio.

La prima grossa differenza sta nella fidejussione perché in Serie A è di 250mila euro, mentre in A2 di soli 80mila. Ma questo è semplicemente il primo aspetto, nemmeno più di tanto determinante per le società che vogliono fare il salto nella massima serie. Perché poi in Serie A c’è anche da pagare una tassa d’ingresso di 250mila euro per l’ammissione alla Lega Basket, da versare anche questa come la fidejussione in estate.

La vera differenza però si trova nel cambio di regime fiscale, passando dal regime dilettantistico a ritenuta d’acconto dell’A2 a quello professionistico della Serie A con contributi. Un esempio che riporta SB Daily, giusto per capire, è il seguente: un contratto da 100mila euro netti in serie A ne costa 221mila alla società mentre, in A2, 100mila netti valgono poco meno di 130mila euro di costo azienda.

Tutto ciò è normale perché si tratta di professionismo, e quindi teoricamente dovrebbero esserci degli introiti importanti da altre voci che possano compensare questo regime fiscale: diritti TV, merchandising, incassi da botteghino, eccetera. Il problema è che tutte queste voci d’introito sono veramente limitate rispetto alle spese che una società deve sostenere e perciò è capitato e forse capiterà ancora (si parla di Pesaro) che una squadra decida di optare per l’autoretrocessione.

Fonte: SB Daily