Una scelta che ha fatto rumore, e che segna un momento importante per il basket italiano: Cinzia Zanotti ha rifiutato la panchina della Germani Brescia, declinando la proposta del presidente Mauro Ferrari, che le avrebbe permesso di diventare la prima donna head coach in Serie A maschile. Un’occasione unica, che però la coach ha deciso di non cogliere per motivi profondamente personali e professionali.
“Non è questione di dimostrare qualcosa”
In un’intervista a Giulia Arturi per La Gazzetta dello Sport, Zanotti ha spiegato le ragioni dietro la sua scelta:
“Sono comunque due mondi diversi. In quello maschile non ho mai lavorato e per una questione di tempistica ho preferito declinare. Non sentivo la necessità di accettare solo per dimostrare qualcosa”.
La coach ha raccontato di essere stata travolta da messaggi di supporto, da parte di chi vedeva nella sua nomina una rottura con le barriere di genere. Tuttavia, ha deciso di seguire la propria consapevolezza piuttosto che lasciarsi trascinare dal clamore mediatico.
Maschile e femminile: mondi ancora lontani
Zanotti ha anche parlato delle difficoltà sistemiche che ancora oggi ostacolano un passaggio fluido tra il basket femminile e quello maschile, sottolineando un aspetto poco discusso:
“Un allenatore del maschile che va nel femminile è accolto con naturalezza. Il viaggio opposto è più difficile, c’è diffidenza. E questo mi rattrista”.
Non sono mancati momenti duri, come la valanga di commenti sui social. Alcuni sono stati apertamente sessisti o ignoranti, come li ha definiti lei stessa. Ma la coach lombarda ha saputo lasciarseli alle spalle:
“I commenti beceri non meritano attenzione. Quelli di stima, invece, mi hanno travolta. Ho fatto il pieno di energia, stimoli ed entusiasmo”.
Il sostegno di Ettore Messina
Tra i tanti messaggi ricevuti, uno in particolare ha toccato Zanotti: quello di Ettore Messina, coach dell’Olimpia Milano, che le ha scritto parole di stima e incoraggiamento. Un segnale importante che arriva da uno dei vertici del basket italiano, e che potrebbe aiutare a costruire un ponte tra i due mondi.
Un segnale per il futuro del basket
La rinuncia di Cinzia Zanotti alla panchina di Brescia non è una sconfitta, ma una riflessione importante sulla strada ancora da percorrere per una reale parità di opportunità nel basket. Non è stata una porta chiusa, ma un passo indietro per prendere la rincorsa. Il basket italiano ha bisogno di aprirsi, e l’eco di questa vicenda può diventare un primo passo concreto verso un futuro più inclusivo.
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