Il general manager dei Denver Nuggets, Calvin Booth, ha chiarito le ragioni per cui la squadra ha scelto di non effettuare scambi prima della trade deadline della NBA 2025, nonostante i numerosi movimenti di mercato avvenuti in tutta la lega.
Molti tifosi e analisti si aspettavano che i Nuggets intervenissero per rafforzare la profondità del roster, ma Booth ha spiegato che la dirigenza aveva motivazioni precise per rimanere inattiva.
Booth ha riconosciuto che Denver è stata attiva nelle discussioni, ma alla fine ha ritenuto che non si fosse concretizzata l’offerta giusta:
“Questa trade deadline è stata un po’ diversa dall’ultima. Penso che avessimo alcune risorse su cui lavorare, ma la miglior descrizione è che dovevamo fare una grande mossa o restare fermi. Ci piacevano alcuni giocatori sul mercato e sembrava che potessimo concludere qualche affare, ma altre squadre ci hanno superato nelle offerte o abbiamo semplicemente ritenuto che non fosse il miglior uso delle nostre risorse”, ha dichiarato Booth.
Uno dei problemi principali dei Nuggets in questa stagione è stata la scarsa produttività della panchina, con difficoltà a garantire contributi costanti. Booth aveva precedentemente affermato che Denver disponeva di “nove veri giocatori”, ma col passare della stagione quel numero sembrava ridursi.
“Determinare il nostro quintetto titolare non è facile. Abbiamo sei o sette titolari effettivi, poi c’è un calo di rendimento dopo di loro”, ha ammesso Booth. “Non è una critica a nessuno, nemmeno a Julian Strawther o ad altri ragazzi della squadra. Ma penso che questa sia la nostra situazione attuale. Quei sei o sette giocatori hanno giocato a un livello molto alto”, ha concluso.
Nonostante la mancata attività durante l’NBA trade deadline, i Denver Nuggets rimangono competitivi, attualmente con un record di 33-19, che li colloca al terzo posto nella Western Conference.
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