Gianni Petrucci, presidente della FIP, è intervenuto a GRParlamento per ribadire la sua linea, molto ferrea, riguardo alla eventuale ripresa delle attività sportive e, soprattutto, sull’inizio delle Olimpiadi di Tokyo 2020:
Ho espresso già le mie perplessità sulla data d’inizio dei Giochi al 24 luglio: nel villaggio olimpico già da molto tempo prima arrivano gli atleti, bisogna abituarsi al fuso orario, ci sono tanti aspetti da valutare. Rinviare di un mese non ha alcun significato, proprio per la realtà della pandemia. Oggi dovrebbero essere sentite le Federazioni sportive nazionali, che hanno il polso della situazione. Io farò quello che mi suggeriranno le Leghe.
Si può riprendere fra tre mesi come se nulla fosse? Noi siamo l’Italia, con i morti fuori casa: può essere che non c’è la minima sensibilità? Mi rendo conto che la perdita economica per il rinvio delle Olimpiadi è elevatissima ma, contro la vita umana, non c’è cifra che tenga. Mi ricordo che, da presidente del Coni, feci fermare lo sport per l’omicidio Spagnolo, per Raciti e per la morte del Papa. Oggi la realtà è questa. Con quale spirito possono scendere in campo gli atleti delle zone più colpite? La situazione è gravissima. Ma se oggi i Comitati olimpici hanno già detto che non vanno, come si può pensare che una manifestazione universale pensi di rinunciare ad alcune nazioni? Il Cio ha più affiliati dell’Onu”.
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