Piedi per terra, cuore impavido e pensiero che vola, la preview della nostra Italia

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Finalmente ci siamo, tempo un giorno e l’Europeo multisede del 2015 avrà il via e con esso anche l’avventura della Nazionale Italiana. Un’avventura sentita da tutti i tifosi e gli addetti ai lavori, percepita con entusiasmo da settimane, aspettata con frenesia da mesi e invocata con speranza da tempo. Perché è proprio da un’infinità di tempo, ormai, che si attende una Nazionale azzurra all’altezza della situazione, capace di competere ai più alti livelli continentali e mondiali, che riporti l’Italia ai livelli che più le si addicono; ma soprattutto, perché tutti hanno la sensazione, legittima, che questo gruppo sia il più giusto, il migliore possibile, il più talentuoso degli ultimi anni, alcuni si spinti addirittura a dire “di sempre”. Questo non si saprà mai, ma uno straordinario risultato il 20 settembre potrebbe proiettarlo davvero nell’Olimpo cestistico italiano e attribuirgli una tale etichetta. Andiamo però a scoprire, nel dettaglio, punti di forza, debolezze e probabili chiavi di volta del sogno di coach Pianigiani e della sua truppa.

CONVOCAZIONI:

Amedeo Della Valle (G, Reggio Emilia)

Marco Belinelli (A/G, Sacramento Kings)

Pietro Aradori (A, Reggio Emilia)

Alessandro Gentile (G/A, Milano)

Danilo Gallinari (A, Denver Nuggets)

Andrea Bargnani (C/A, Brooklyn Nets)

Marco Cusin (C, Sassari)

Luigi Datome (A, Fenerbahce)

Nicolò Melli (A/C, Bamberg)

Andrea Cinciarini (P, Milano)

Daniel Hackett (P/G, Olympiacos)

Achille Polonara (A, Reggio Emilia)

Gallinari, il nostro uomo da copertina?
Gallinari, il nostro uomo da copertina?

STORIA RECENTE AD EUROBASKET:

L’Italia è assente dalla zona podio dal 2003, anno del bronzo che permise poi, l’anno successivo, di sfiorare l’impresa olimpica ad Atene. Da quell’anno c’è stato l’oblio più totale: delusioni su delusioni culminate nell’Europeo del 2011, nel corso del quale l’Italia terminò penultima il suo girone con una clamorosa sconfitta contro Israele, passata alla storia per quel furioso timeout di Simone Pianigiani, che reclamava attributi e dignità. Da quell’anno queste caratteristiche sono venute fuori, come testimoniato dall’edizione slovena di due anni fa, quando soltanto gli infortuni eccessivi e sfortunati ci impedirono di andare oltre i quarti di finale. Si parla di storia, dunque anche un po’ di cabala e superstizione: l’Italia ha vinto l’Europeo nel 1983 e nel 1999, disputati a Nantes e a Parigi. Evidentemente la Francia porta bene, la stessa Francia che ospiterà le fasi finale a Lille. Inoltre, tra la prima e la seconda vittoria sono intercorsi 16 anni, gli stessi che sono passati dal 1999 ad…oggi! Scongiuri, dita incrociate e forse anche qualche grattata. Ma sognare non è mai costato nulla.

AVVICINAMENTO AD EUROBASKET:

Vittorie nei tornei di Tbilisi e Trieste, sconfitte a Trento e a Koper, in Slovenia. E’ proprio quest’ultima competizione ad aver preoccupato maggiormente, in virtù delle sconfitte con Ucraina e Slovenia. La squadra soffre di  passaggi a vuoto, ma spesso il talento e la potenza offensiva riescono ad avere la meglio. Il bilancio delle amichevoli è stato positivo, nonostante i lievi intoppi fisici che hanno tenuto bloccati Datome, Bargnani e Gallinari. L’unico dubbio sorto riguarda la qualità delle avversarie affrontate; non era forse il caso di contattare nazionali più competitive per abituarci al livello di difficoltà di Berlino?

PUNTI DI FORZA: 

Innanzitutto, l’essere finalmente al completo è il vantaggio più grande. Acciacchi muscolari, polmoniti e ginocchi traballanti sono un lontano ricordo, uno spettro rimasto incombente fino alla fine. Pianigiani ha potuto scegliere e attingere dal meglio, è questa la sua consolazione più grande. I 12 uomini finali sono davvero il meglio che in questo momento è in grado di offrire il nostro movimento a spicchi. La differenza la facciamo con l’attacco, abbiamo tantissimi realizzatori, implacabili e dai tanti mezzi a disposizione, soprattutto sugli esterni. Gentile, Belinelli, Datome, Gallinari, Aradori sono lussi pregiati, per non parlare di un lungo con la tecnica eccezionale di Bargnani, rebus per ogni difesa. I vari Melli, Polonara, Della Valle hanno dimostrato di poter offrire un ottimo contributo se inseriti in un contesto adatto e competitivo. Gallinari è la star per eccellenza, Belinelli sa come si vince ed è il solito cecchino carico di personalità, Gentile può dare già molto di più di ciò che ci si aspetta (che è già molto), Hackett ha dimostrato di poter dare un buon apporto di punti, Bargnani è forse la vera chiave di volta per il successo, mentre Datome è il capitano di un gruppo molto unito anche al di fuori del parquet, e questo potrebbe rappresentare un vantaggio non da poco, soprattutto nei momenti di difficoltà.

Andrea Bargnani, sarà decisivo in entrambe le metà-campo?
Andrea Bargnani, sarà decisivo in entrambe le metà-campo?

PUNTI DEBOLI:

La stazza sotto canestro. Affronteremo giganti, atleti che per muscoli e centimetri potrebbero dettare legge in lungo e in largo nel pitturato. Bargnani è tanto sublime in attacco, quanto poco dinamico in difesa, ma si sta applicando e sa che dovrà sporcarsi i guanti. Cusin è la buona volontà fatta persona, ma ha poca esperienza e soffre costantemente di mancanza di capacità nella gestione dei falli. Sono lacune che non si possono eliminare, ma di sicuro limitare. Non dal singolo in sé, quanto dal gruppo. Un gruppo che soffre ancora di troppe pause nel contesto di una partita. Parziali come quelli contro Ucraina e Russia devono essere delle rarità, soprattutto perché i campioni serbi e spagnoli hanno qualità per essere ancora più letali e mortiferi. Se la palla non entra a canestro, tendiamo a concedere qualcosa in più in difesa per poi essere meno collaborativi e più individualisti nella circolazione in attacco. Una catena che può essere interrotta solo da grande applicazione tecnica e concentrazione mentale. Servirà stare sempre sul pezzo, senza cullarsi sugli allori se le cose vanno bene e senza deprimersi se le circostanze non saranno a nostro favore.

FATTORE X:

Simone Pianigiani ha ridato un’ identità alla Nazionale, questo gli va dato atto. Serve però la sua mano tangibile anche sul parquet, in situazioni in cui, per rompere l’equilibrio sul campo o per invertire una tendenza negativa, si necessiterà di una mossa geniale dalla panchina. Un timeout, un cambio, un allargamento o una restrizione delle rotazioni, una difesa a zona, ogni decisione può fare la differenza, soprattutto se pensata e attuata al momento opportuno. I giocatori devono dimostrare tanto, alcuni forse tutto, ma anche il coach è chiamato alla prova del nove. Dopo anni di semina, è arrivato il momento del raccolto. A un allenatore sei volte Campione d’Italia, è lecito chiedere questo. 

Pianigiani potrà raggiungere l'apice della carriera con questo Europeo?
Pianigiani potrà raggiungere l’apice della carriera con questo Europeo?

OBIETTIVO: 

La vittoria e la qualificazione olimpica (primi due posti) sono sogni, ma anche obiettivi concretamente raggiungibili, nonostante l’alta concorrenza da battere. Lo spartiacque è la qualificazione al pre-olimpico: se la otteniamo, avremo fatto un buon lavoro, in caso contrario si tratterà di fallimento. Se ci spingeremo oltre sarà un sogno bellissimo, un sogno che bramiamo dal realizzare e festeggiare.

FORZA AZZURRI!

 

Bernardo Cianfrocca

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