Pietro Aradori, ala piccola della Pallacanestro Cantù, si è reso disponibile per rilasciare un’intervista a BasketUniverso. Il talento bresciano classe 1988 ha parlato dell’Europeo in Slovenia appena concluso e della nuova stagione con Cantù.
Pietro, cosa è mancato all’Italia nella seconda parte dell’Europeo? Il nostro modo di giocare ci aveva portato fin li ed era stata la nostra arma in più. Ovviamente, dal punto di vista fisico, quel tipo di gioco comportava un enorme dispendio di energie e questo l’abbiamo pagato negli ultimi giorni. Resta comunque un grande europeo e la qualificazione al mondiale sarebbe stata la ciliegina sulla torta.
Come ti sei sentito dopo le critiche in seguito alla sconfitta con la Lituania? Mi sono preso delle responsabilità e delle iniziative che nelle partite prima erano andate a buon fine. Purtroppo o per fortuna si sbaglia, è lo sport. Troppo facile esaltare quando va tutto bene e disprezzare quando le cose vanno male. Io sono dell’idea che le critiche le accetto se sono costruttive, gli insulti gratuiti da gente che sta a casa sul divano con il telecomando in mano, no.
Con il neo coach Sacripanti dove pensi che potrà arrivare Cantù? Penso che abbiamo fatto un’ottima squadra e quest’anno ci toglieremo delle belle soddisfazioni. Pino sarà la nostra arma in più!
Ora che sono stati sorteggiati i gironi dell’Eurocup, cosa ne pensi della vostra situazione? Potete passare? Penso che siamo in un bel girone, è tosto ma abbordabile. Ce la possiamo giocare con tutte le squadre, ma pensando sempre a una partita alla volta.
Qual è per te la squadra favorita a vincere la Serie A? Come favorita dico Milano, ma ci saranno delle sorprese.
Per chiudere vogliamo sapere con quale “cagnaccio” ti sei trovato meglio? Uno solo sarebbe troppo poco. Da Ale Gentile, al Cincia, a Guidone Rosselli, a Gigione Datome , a Peppino Poeta e forse dimentico qualcuno. Ma sicuramente eravamo e siamo un gran bel gruppo.
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