Portland-NOLA, le pagelle: Davis e Holiday mostruosi, Lillard intrappolato da Gentry

NBA

Portland Trail Blazers

Damian Lillard, 4: una stagione straordinaria coronata da una delle peggiori prestazioni in una serie di playoff. Irriconoscibile nella metà campo offensiva: Lillard chiude con 18.5 punti di media (tocca quota 20 solo in gara 3), ma tira con appena il 30% dall’arco e con un pessimo 35,2% dal campo. In gara 2 e in gara 3 ha perso rispettivamente 7 e 8 palloni, marcando ancora di più le difficoltà ad affrontare la difesa dei Pelicans (solo 19 assist contro le 16 palle perse). Ha chiuso con un offensive rating di 92 punti su 100 possessi: senza ombra di dubbio il peggior dato tra i suoi. La nota più dolente credo sia stata la sua totale inadeguatezza a vestire i panni di leader nei momenti chiave: non è mai riuscito ad emergere nei momenti di difficoltà dei suoi Blazers.

CJ McCollum, 5: ha esordito in gara 1 come il peggiore dei suoi, riuscendo a riscattarsi nel secondo tempo con 16 punti. Ha vissuto una serie troppo altalenante per ottenere una sufficienza: in gara 4 è stato il migliore dei Blazers con 38 punti (15/22 al tiro), ma in difesa ha lasciato spesso a desiderare. La sua postseason è stata più deludente di quanto le statistiche possano raccontare, complice il fatto che per lunghi tratti delle partite è apparso poco presente sul parquet.

Jusuf Nurkic, 4,5: possiamo parlare anche per lui di riscatto in gara 4, con una doppia doppia da 18 punti e 11 rimbalzi, ma personalmente il suo impatto contro i Pelicans ha lasciato a desiderare. Nurkic ha aperto gara 1 attaccando con decisione il ferro, salvo poi sparire nel corso della partita. Il motivo? In difesa è stato inconsistente (119.5 di defensive rating con lui in campo per Portland rispetto i 104 quando sedeva in panchina). Nessuno pretendeva risultati stratosferici, ma non ha nemmeno provato a trovare una contromisura a Davis, tanto che in gara 2 Stotts lo ha lasciato in panchina per tutto il quarto quarto (partita in cui ha giocato appena 15 minuti).

Al-Farouq Aminu, 6,5: non ho nessun dubbio ad eleggerlo il migliore dei Blazers. In gara 1 ha fatto difficoltà ad entrare in partita, ma nelle ultime tre gare ha fatto registrare 20 punti di media, catturando quasi 9 rimbalzi a serata. Aminu ha fatto più di quanto ci si aspettasse in termini di produzione, tirando con il 50% dal campo e con un’ottima mira dalla linea dei tre punti (13/30). In difesa come suo solito ha portato una prestazione solidissima: giocatore che ormai ha raggiunto una certa costanza ed efficienza nel ruolo di 3&D.

Maurice Harkless, 5,5: ha saltato gara 1 per l’infortunio che lo aveva colpito al termine della regular season, ma in gara 2 si è da subito dimostrato fondamentale per le rotazioni di Portland. Stotts lo butta in quintetto e in 27 minuti chiude con 11 punti e 5 rimbalzi, tirando 5/5 dal campo e con 131 punti di offensive rating. Purtroppo le noie al ginocchio non gli hanno permesso di giocare gara 4.

Evan Turner, 4,5: insieme a Nurkic è stato quello che è riuscito a fare più danni. In attacco non riesce mai a costruire per i compagni e tira con delle percentuali pessime: 12/33 dal campo e 2/7 da tre punti, facendo registrare un True Shooting del 41,3% (con lui in campo i Blazers scendevano di -10.9 di offensive rating). In difesa impresentabile.

 

Zach Collins, 6: il rookie ex Gonzaga ha cavalcato l’onda di una buona regular season e anche in questi playoff ha avuto un discreto impatto in uscita dalla panchina. Collins è stato molto funzionale soprattutto nella fase offensiva, portando fluidità al gioco dei Blazers, come ad esempio nel parziale di gara 1 che ha permesso ai suoi di rientrare in partita. Il ragazzo è acerbo e deve sicuramente mettere a posto la mira (36,7% dal campo), ma ha dimostrato di essersi guadagnato i quasi 20 minuti di media in questa serie.

Ed Davis, 6: l’unica alternativa della panchina di Stotts per Davis. Ha fatto una discreta figura contro il “monociglio” in difesa, coprendo soprattutto l’area difensiva a rimbalzo, voce alla quale ha chiuso con 8 di media in appena 17.8 minuti.

Pat Connaughton, Shabazz Napier: s.v.

Coach Stotts, 4: una serie di playoff in cui non ha capito nulla. Questa serie non toglie niente alle sue qualità di allenatore (quinta apparizione consecutiva ai playoff), ma non è stato in grado di trovare un rimedio, non per forza efficace, a Davis: non è riuscito a mettere in piedi un sistema difensivo che mettesse in difficoltà i Pelicans e non ha capito come aiutare Lillard contro le trappole difensive di Gentry. Uno sweep del genere si può anche subire in questa Western Conference, ma non ha fatto niente per cambiare l’inerzia delle prime gare.

 

New Orleans Pelicans

Anthony Davis, 9: semplicemente strepitoso. Alla sua seconda apparizione ai playoff ha fatto registrare 33 punti e 12 rimbalzi di media, a cui ha aggiunto quasi 3 stoppate e 2 rubate a partite, indice del grande contributo difensivo che ha dato ai suoi Pelicans. Ha oscurato Nurkic su entrambi i lati del campo, non ha mai “steccato” una gara ed è riuscito a trascinare i compagni con un incredibile 57% dal campo (mai sotto il 50%, 11/18 in gara 3 e 15/24 in gara 4). Nell’ultimo atto della serie ha chiuso con 47 punti e 17 tiri dalla lunetta (ne ha sbagliati solo 2, 81,6% ai liberi nella serie): energia, grinta e grandi giocate per dare a NOLA (e darsi) la possibilità di giocare il secondo turno.

Jrue Holiday, 8,5: è stato il giocatore rivelazione di questa serie, con una prestazione da vero All Star. L’assenza di Cousins è stata ampiamente colmata da Holiday: ha giocato al pari di Davis in gara 2 (33 punti e 9 assist, tirando 14/24 dal campo per un 64,1% di True Shooting!) e in gara 4, dove hanno combinato 88 punti, facendo registrare il record per punti realizzati in una gara di playoff per una coppia di giocatori. Mi permetto di dire che è stato stupendo nella metà campo offensiva, perché non ha mai sbagliato una lettura di gioco. In difesa poi ha fatto due giocate FONDAMENTALI in gara 1 nell’ultimo minuto di gioco, mantenendo anche nelle altre partite un rendimento di altissimo livello.

Rajon Rondo, 7,5: alzi la mano chi pensava di vedere di nuovo un giocatore così efficiente. Io di certo no. Mai sopra le righe, mai una giocata che possa far storcere il naso: in difesa è tornato il buon vecchio Rondo, motivato, con il coltello tra i denti e capace di leggere gli attacchi avversari sulle linee di passaggio. Ha reso la vita impossibile ai vari Lillard, McCollum e compagnia, mantenendo nell’altra metà campo un rendimento ampiamente positivo. A completare il tutto ha “smazzato” 17 assist in gara 1 e 16 nell’atto conclusivo, mentre è riuscito addirittura a mantenere delle discrete cifre al tiro (sopra il 50% in gara 2 e gara 3). Chapeau.

Nikola Mirotic, 7,5: l’esordio al Smoothie King Center è stato solamente l’apice di questo primo turno del giocatore spagnolo: 30 punti e 8 rimbalzi, 12/15 dal campo e 4/6 da tre punti. In gara 2 dopo avvio difficile ha saputo mettersi al servizio della squadra nell’ultimo quarto, ma ha disputato una serie perfetta, con giocate molto intelligenti e una selezione di tiro che ha saputo ripagare (70% di True Shooting in queste 4 partite). Ciò che più mi ha sorpreso, oltre l’estrema efficienza offensiva (136 di offensive rating), è stato l’ottimo rendimento difensivo, dove non ha mai dato segnali di sufficienza e/o inadeguatezza per il livello espresso dai Pelicans.

La shot chart di Nikola Mirotic per questa serie (http://www.austinclemens.com)

 

E’Twaun Moore, 6,5: se hai in squadra due giocatori che rendono in quel modo, basta limitarsi a fare il proprio compitino e difendere forte. Moore è riuscito a fare esattamente ciò che gli veniva chiesto: “switchare” sui piccoli in difesa e contenere le penetrazioni sul perimetro. In gara 4 ha dato anche il suo contributo offensivo con 14 punti (5/10) e 3 steal in 35 minuti sul parquet: cosa chiedere di più?

Ian Clarke, 6: ottimo in gara 1 con 4/5 al tiro e 2 triple a referto per un totale di 10 punti in 25 minuti. Gli viene spesso preferito Moore, ma in anche in gara 3 resta sul parquet per più di 20 minuti, mantenendo alto il livello difensivo.

Darius Miller, Cheick Diallo, Solomon Hill: s.v.

Coach Gentry, 8: ha giostrato l’attacco di Portland a suo piacere, mettendo in crisi la coppia Lillard-McCollum. Sui pick and roll ha raddoppiato sempre su Lillard, escludendolo dalla gara e ordinando di cambiare su tutti gli altri, concedendo piuttosto il tiro ai vari Aminu, Harkless e compagnia. In attacco pochi schemi: palla a Davis (mostruoso per tutta la serie) e libertà d’inventiva a Holiday. Un 4-0 che porta lo zampino di Gentry, capace di oscurare i punti di forza dei Blazers togliendo ossigeno alla sua superstar.

Giovanni Aiello

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