Preview NBA 2015-16, Utah Jazz: troppo presto per fare i playoffs, ma ci sarà da divertirsi

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Utah Jazz

Undicesimi ad Ovest nel 2014/2015 (38-44)

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Roster:

PM: Trey Burke, Dante Exum, Raul Neto
G: Alec Burks, Rodney Hood, Elijah Millsap
AP: Gordon Hayward, Joe Ingles, Chris Johnson
AG: Derrick Favors, Trevor Booker, Trey Lyles
C: Rudy Gobert, Tibor Pleiss, Jeff Withey

La stella: Gordon Hayward

NBA: Utah Jazz-Media Day
Gordon Hayward ha lavorato molto sul suo fisico durante l’estate…

Senza ombra di dubbio anche per quest’anno gli Utah Jazz faranno affidamento su Gordon Hayward: il giocatore nativo dell’Indiana nelle sue cinque stagioni nba è andato sempre in crescendo per quanto riguarda i punti segnati, partendo con 5.4 nel suo anno da rookie e chiudendo con i 19.3 dell’ultima regular season. Parliamo del classico ragazzo bianco atletico, versatile in attacco: può punire sugli scarichi dei compagni con un affidabile tiro da tre (36,6%) oppure crearsi il tiro dal palleggio, senza dimenticare che è molto efficace nelle conclusioni quando penetra a canestro. In difesa pecca di qualche vuoto in certi momenti della partita, ma è un difensore più che nella media e nel corso di questi anni, come si può vedere nella foto, ha lavorato molto sul suo fisico, per reggere al meglio i duri contatti nba. Il rinnovo di contratto dello scorso anno non può che confermare il suo ruolo all’interno di questa squadra e i 15 milioni che andrà a prendere questa stagione devono ricordare al giocatore stesso quanto la società punti su di lui. Forse non è il classico franchise-player e forse mai lo sarà, ma di sicuro è un validissimo secondo violino che, per la situazione dei Jazz, può caricarsi la squadra sulle spalle in attesa di un vero All Star.

L’arma in più: Rudy Gobert

Rudy Gobert

Rudy Gobert è forse uno dei giocatori più promettenti dell’intera Lega. Il centro francese ha dimostrato nella passata stagione dei miglioramenti mostruosi: alla sua seconda stagione nba ha fatto registrare 8.4 punti (+6.1), 9.5 rimbalzi (+6.1) e 2.3 stoppate (+1.4) di media a partita. Da un punto di vista difensivo è già un giocatore d’élite: sotto canestro è una garanzia, andando a coprire le “sviste” difensivi degli esterni ed è il miglior giocatore per quanto riguarda la percentuale di tiri contestati nei pressi del ferro. Presenta un fisico asciutto, ma dispone di un’esplosività devastante e due braccia lunghissime, che gli permettono come già detto di spazzare l’area. I limiti più evidenti riguardano principalmente l’attacco: è ancora decisamente limitato per quanto riguarda le opzioni offensive, nonostante un eccellente 60,4% dal campo, e dovrebbe sviluppare un tiro dalla media distanza un pò più efficace. Molto del futuro di Utah passa per la definitiva consacrazione di questo giocatore, che va però ricordato ha compiuto da poco 23 anni.

L’allenatore: Quin Snyder

Sulla panchina dei Jazz dal 2014 per la prima volta in carriera come capo-allenatore: poca esperienza sulle spalle di Quin Snyder, che al momento ricopre un ruolo delicato. La squadra è giovane e non ha fretta di conquistare risultati importanti, però dopo un rebuilding cominciato nel 2011 adesso non si può più sbagliare: il coach ha dimostrato di saper inserire e far crescere giovani del calibro di Burke, Favors, Burcs e Hood in un gioco che mette in risalto una difesa ordinata e il contropiede. Il compito più delicato sarà quello di saper indirizzare l’esplosività di Rudy Gobert ed intuire quali giocatori possono dare un reale contributo nell’attesa della prossima estate, che dato il cap a disposizione potrebbe portare diversi free agent.

Il mercato: pochi tasselli per puntellare il roster

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Tibor Pleiss durante la sua esperienza in Europa.

Nel corso della sessione estiva gli Utah Jazz sono probabilmente la squadra che ha concluso meno operazioni di tutta la Lega: in sede di Draft la squadra di coach Snyder ha scelto con la 12esima scelta assoluta Trey Lyles, ala grande classe 1995 di 208 centimetri. Difficilmente troverà molto spazio da subito tra le rotazioni dei lunghi, ma la possibilità di fare affidamento ad un giocatore con queste caratteristiche sicuramente permette ai Jazz di aver un ottimo jolly in caso di necessità dalla panchina.

In seguito, come già detto, sono arrivati a completare il roster Raul Neto, playmaker brasiliano visto di recente a Murcia, e il più quotato Tibor Pleiss: il giovane centro tedesco, scelto nel 2010 dai Thunder che ne hanno scambiato i diritti nella trade che ha portato Enes Kanter a Oklahoma, dopo una stagione con la maglia del Barcelona, ha finalmente deciso di approdare in NBA e verrà subito caricato di responsabilità come cambio di Rudy Gobert.

Le aspettative: i playoff sembrano un miraggio, ma il futuro è dalla loro

Nel post All Star Game gli Utah Jazz sono stata la migliore squadre dell’intera NBA, ma tutto ciò non è bastato. Purtroppo in una Western Conference sempre più competitiva, le speranza di accedere alla post-season sembrano essere pochissime, soprattutto se si va a considerare che l’anno scorso uno squadrone come gli Oklahoma City Thunder è rimasta tagliata fuori. Sicuramente i giovani Jazz non hanno nulla da perdere e guardando l’età media della squadra, il salary cap e i singoli contratti si può dire con certezza che sono uno dei progetti di rebuilding meglio venuti e che, con la crescita dei singoli giocatori, e con magari qualche innesto di esperienza dalla panchina, questa squadra potrebbe diventare una presenza fissa ai playoff, magari già dalla prossima stagione.

Giovanni Aiello

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