Prospetti NCAA #11: Jabari Parker

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jabariparker

 

Altezza: 203 cm

Peso: 107 kg

Ruolo: Small Forward

Classe: Freshman

Università: Duke

 

Ci siamo quasi: Maggio sta per cominciare e i playoff NBA sono cominciati. Dopo che anche i “ritardatari” si sono dichiarati eleggibili per il Draft, la nostra rubrica entra nel vivo delle possibili scelte da Lottery. Oggi parleremo di uno dei tre più interessanti prospetti NCAA: con immenso piacere vi presento Jabari Parker!

Nato a Chicago, in una zona piuttosto tranquilla, nel South Shore, è’ il figlio di Sonny Parker, scelto alla numero 17 dai Golden State Warriors, per i quali ha giocato 6 anni, sparendo poi in leghe minori. Come la maggior parte degli atleti made in USA Jabari è credente, ma soprattutto praticante: è membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, un movimento della chiesa ortodossa. Scopre la pallacanestro come sport in giovane età grazie al padre, il quale organizza dei tornei per la parrocchia con lo scopo levare i giovani dalle strade che, per quanto relativamente sicure rispetto al resto della città, è meglio evitare. Inutile dire che si appassiona a questo sport in modo ossessivo fino a essere chiamato dai ragazzi più grandi per i classici 5vs5, perché per la sua fascia di età è TROPPO forte. Per frequentare i quattro anni di High School sceglie uno tra i licei più importanti per noi appassionati di basket: Neal F. Simeon Vocational.

La storia la conosciamo tutti.

Viene presto considerato l’erede di Benji Wilson e Derrick Rose e le aspettative verranno mantenute. Vincerà per tutti e quattro gli anni il titolo statale con la sua squadra e sarà nominato più volte giocatore dell’anno (2010, 2011 e 2012) e giocatore dello stato dell’Illinois (2012 e 2013), con cifre alquanto impressionanti: 18.4 punti, 10.4 rimbalzi, 2.7 assists, 2.1 stoppate and 1.9 steals.

jabari parkerLa sua consacrazione a livello nazionale arriva con la prima copertina su Sport Illustrated il 21 Maggio 2012 dove viene definito “il miglior giocatore liceale dai tempi di LeBron James”. Nell’articolo viene però evidenziata un’altra parte del suo essere, addirittura maggiore del Jabari giocatore di basket: la sua fede.

Finisce la sua carriera scolastica. Le borse di studio che gli vengono offerte sono molteplici. Alla fine la sua scelta viene condizionata dalla cultura e dalla tradizione di un ateneo che ha sfornato centinaia di star NBA come Duke. Ma viene fatta una “honorable mention” anche a chi allena, descritto da Parker così: “He’s Coach K, the guru of all basketball right now.”

La stagione appena passata si può definire fallimentare: i Blue Devils sono usciti al primo turno della March Madness contro Mercer (???) e la prestazione corale non è stata delle migliori. Dovendo analizzare il singolo giocatore, le tante attese sono state ampiamente soddisfatte. Parker ha mantenuto uno media di 19.1 punti e 8.7 rimbalzi in 30 minuti di utilizzo, con percentuali più che modeste 50.3% dal campo, 35.8 da tre punti e 74.8 dalla linea del tiro libero.

Uno dei pochi NBA ready di questo draft già a Dicembre: ala di 2,03 metri e con un fisico impressionante per essere una Small Forward, atletico e con un raggio di tiro già consone ai canoni richiesti dalla Lega. Offensivamente è a livelli eccellenti: sa giocare in post contro i pari-ruolo oppure tirare dalla linea dei tre punti grazie a discrete percentuali (poco meno del 40% fino a Gennaio). Aggiunge anche un ottimo mid-range, che sembra essere la sua arma preferita. Nell’1vs1 è immarcabile e vengono adottati raddoppi sistematici dalle squadre avversarie, per poter contenere il suo strapotere fisico.

Difetti? Si, ne ha anche lui: il mix di potenza fisica e altezza lo rende lento di piedi, andando ad influire sulla sua difesa. Nella propria metà campo non riesce a tenere i primi scivolamenti e viene spesso battuto con facilità. Non può nemmeno marcare un lungo, perché fisicamente non li riesce ancora tenere. La difesa è uno dei suoi punti deboli: deve ancora inventarsi un ruolo definito, ma non vi preoccupate perché da settembre si rinchiude in palestra tutti i pomeriggi con coach Krzyzewski e ci lavora per ore.

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Il paragone più frequente, espresso anche dal suo mentore/coach, è con Carmelo Anthony: se si parla di capacità e qualità offensiva sono più che d’accordo, anche se il rischio è di metterli addosso troppa pressione. A dimenticavo: ha un IQ cestistico naturalmente sopra la media.

Insomma: il tipico ragazzo della porta accanto, che dareste in sposa a vostra figlia domani, con un talento innato per la pallacanestro e una considerazione del lato umano delle persone superiore a chiunque. Chi non vede l’ora di vederlo in campo tra i big a Ottobre alzi la mano?

 

Giovanni Aiello

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