Prospetti NCAA #15: Zach LaVine

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Zach LaVineAltezza: 196 cm

Peso: 82 kg

Ruolo: Guard

Classe: Freshman

Università: UCLA Bruins

Zachary LaVine,  per gli amici Zach, nasce a Renton, Washington, in una mite giornata di Marzo. Lo sport è padrone in casa LaVine: Paul, il capofamiglia, ha militato per diverse stagioni nella NFL (per chi non lo sapesse è il più importante campionato americano di football), mentre la madre, CJ LaVine, era una più che discreta giocatrice di softball.

All’età di 7 anni, a Zachary viene regalata una mazza da baseball. Il primo sport che prova è proprio questo, ma il ragazzo non riesce a esprimersi al meglio. La storia di come il nostro si appassiona alla pallacanestro sembra quasi una favola, quel genio di Spike Lee potrebbe addirittura farci un film. Era una calda mattina d’estate e la tv è accesa. Zach sta guardando la tv, finisce la pubblicità e… comincia Space Jam! Rimane folgorato dal personaggio di sua maestà Michael Jordan e da allora non ha più smesso di vedere e rivedere filmati del numero 23 su youtube, cercando di imparare ogni suo singolo movimento. Frequenta la Bothell High School, liceo che dista pochi chilometri da casa Lavine. A primo impatto le sue cifre non impressionano e le sue prestazioni sono particolarmente degne di nota. Ma nell’anno da Senior fa ricredere tutti e inizia a farsi conoscere in tutto il Paese: registra 28.5 punti, 3.4 rimbalzi e 2.5 assist a partita, meritandosi così il premio di Washington MR. Basketball.

Dopo questa stagione il giovane Zach viene inserito nella lista dei top 50 basketball players della nazione e molte università iniziano ad interessarsi alle sue potenzialità. L’ateneo che risulta più insistente è UCLA, casa dei Bruins di coach Steve Alford. Il talento di Renton rimane colpito dal programma di un college così prestigioso, soprattutto per quanto riguarda la cultura e la tradizione.

lavine

Nonostante sia solo al primo anno, LaVine viene inserito nelle rotazioni della squadra e diventa il primo cambio dei Bruins. Un sesto uomo di lusso per la squadra losangelena, che nella prima ed unica stagione NCAA registra 9.4 punti, 2.5 rimbalzi, 1.8 assist e 0.9 steals a partita, tirando con il 44% dal campo, il 37.5% dalla lunga distanza e il 69.1% ai liberi. Non sono cifre spettacolari e su questo siamo tutti d’accordo.

Ma allora come mai Zach LaVine piace tanto ai talent scout NBA?

Innanzitutto parliamo di una combo guard che può giocare sia playmaker, molto utilizzato in questo ruolo all’High School, sia guardia con un atletismo di primo livello. Un atleta super, già pronto per un parquet NBA sotto questo punto di vista. Alla Draft Combine ha stupito tutti con le sue impressionanti prestazioni nei test fisici.  In secondo luogo possiede già un discreto tiro, soprattutto dalla lunga distanza, ed è solito mettere punti facili partendo dalla panchina. Forse è proprio questo che incuriosisce i principali general manager della Lega: un ragazzo di 19 anni che potrebbe portare già il proprio contributo offensivo ad una squadra giovane con obbiettivi importanti, partendo come riserva.

Le motivazioni che però lo portano a non rientrare tra i primi 15 prospetti per il prossimo draft sono molteplici. Atleticamente abbiamo detto che è già uno dei più interessanti di tutto il draft, ma fisicamente non è assolutamente pronto: mancano i chili e soprattutto i muscoli, per permettergli di avere un discreto impatto nella Lega. Secondo punto fondamentale, non si sa ancora se è un playmaker oppure una guardia. Il talentuoso Zach sembrerebbe interessato a giocare come Point Guard, ma la sua scarsa visione di gioco non aiuta di certo questa sua scelta. Tutto questo si tramuta di conseguenza in pessime scelte al tiro e nel torneo più prestigioso della NCAA, la March Madness, lo ha ampiamente dimostrato: nelle tre partite disputate ha realizzato complessivamente solo 8 punti, con un bilancio di 3/15 dal campo. 

Il paragone più frequente che viene portato dagli addetti ai lavori, in merito alle sue eccelse doti atletiche, è con Russell Westbrook. In seguito ad una più attenta analisi si può accostare il suo nome a quello di Gerald Green, che quest’anno è riuscito a esprimersi al meglio con la canotta dei Phoenix Suns.

Che sia un ottimo prospetto non viene messo in dubbio da nessuno, ma quali sono le sue reali potenzialità? E’ senza ombra di dubbio il giocatore con più incognite di questo draft: potrebbe diventare una stella nel giro di qualche anno oppure risultare un autentico bidone se scelto troppo in presto.

Giovanni Aiello

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