QF, le pagelle di Brescia-Varese: Landry e Moore risolvono la serie per Brescia, Avramovic e Cain i migliori biancorossi

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Germani Basket Brescia

MOORE 6,5: il voto va ampiamente sopra la sufficienza: sotto tono in gara1, sacrificato in gara2, in gara3 è il vero eroe della partita. Nel momento migliore di Varese, sopra di 19, è il primo a crederci e dare un imprinting che non si spiega con la razionalità: forza di volontà, credere di potersela giocare fino alla fine si traducono in 14 punti nel secondo tempo che guidano a una inpensabile rimonta che sarà decisiva ai fini del risultato finale. Duro ad arrendersi.

HUNT sv: solo 9′ in gara2 non bastano a giudicare la sua serie. Contro Milano potrebbe rientrare, ma servirà un giocatore più aggressivo per dimostrare di reggere la post-season.

LUCA VITALI 6-: mostra ancora lampi del suo gioco (14 assist in tre gare) sopratutto con la rotazione del pallone e gli scarichi per i tiratori, ma trova molte difficoltà nella lucidità di gioco, dovendo preoccuparsi prima di tutto dell’aggressività sul portatore di palla. Spesso non dirige neanche lui il gioco, a causa della difesa allungata, ma comunque riesce a mettere il suo mattoncino soprattutto nelle prime due gare: la sua tripla nel secondo tempo in gara2 è il miglior punto della sua serie.

LANDRY 7,5: in una gara3 che incorona altri protagonisti, bisogna essere sul 2-0 prima di vincere la terza: nelle prime due gare è senza dubbio lui l’MVP della Leonessa mostrando, soprattutto nel secondo tempo, la tremenda efficienza bidimensionale che gli è valso il titolo di miglior giocatore nella stagione passata suggellando la gara di Verona con 17 punti dei suoi 21 negli ultimi 20′ e la sfida del PalaGeorge con il tiro dal palleggio in gara2 che vale la vittoria. Serviranno assai i suoi numeri contro Milano.

ORTNER 6,5: tanti anni di esperienza sulle spalle si traducono in tre gare fatte di solidità e garanzia sotto i tabelloni come pochi riescono a confermare nella massima serie. Difesa, apertura del gioco e difficoltà per Cain nel contenere il suo tiro dal post-alto e soprattutto solidità sotto le plance dove si erge prima linea di difesa soprattutto in gara1 (14 rimbalzi e 4 stoppate), mentre in gara3 i suoi 4 punti sono quelli del sorpasso dopo la grande rimonta, nonostante una partita segnata nel primo tempo dai problemi di falli.

COTTON 6,5: la confidenza dall’arco non è decisamente il suo forte (1/13) e il suo pick&roll spesso non è efficace come ci si aspetti con gli show di Cain che rallentano la sua manovra e linea di penetrazione, tuttavia la sua velocità e attacco dal palleggio riesce spesso a mettere in difficoltà Varese e a mettere un piccolo mattoncino importante nell’economia delle prime due gare. In gara3 è il co-aiuto di Moore nella rimonta dal -19 con 3 recuperi importanti e 15 punti. Il proseguio della post-season passa anche da lui.

FALL sv: utilizzato soprattutto come rifiato, pochi minuti per lui

TRAINI sv: come Fall

MICHELE VITALI 7: sicuramente il giocatore più migliorato nella stagione di Brescia e lo conferma in tutte e tre le gare dove la sua garanzia di punti (13,3 nonostante il 37% dal campo) conta sempre nei momenti chiave della partita specie in gara2 e gara3 dove le sue triple caricano la squadra e il suo apporto difensivo si alza quando più conta. Tanta personalità e sostanza.

MOSS 6+: porta il solito importante apporto difensivo per limitare le opzioni a Varese, soprattutto sul perimetro; limitato nella prima e nella terza gara, nella seconda si erge con alcune giocate pesanti tra triple e recuperi, punti che serviranno sicuramente per il turno successivo.

SACCHETTI 6,5: uomo chiave nelle partite della Leonessa, specialmente quando Diana decide di utilizzare quintetti piccoli: il suo apporto mette in difficoltà le scelte difensive di Varese che siano vicino o lontano da canestro e lui legge bene le situazioni per poter sparare da fuori o attaccare il canestro con i tagli backdoor. +30 plus/minus nella serie.

COACH DIANA 6,5: la difesa allungata di coach Caja da un lato e la circolazione veloce sul perimetro per battere la sua zona matchup lo mettono in seria difficoltà per tutte le tre gare, ma ha il merito di tirare fuori il meglio dai suoi giocatori in tutte le tre gare trovando sempre protagonisti diversi. In più i cambi con le seconde linee e i quintetti piccoli fanno la differenza soprattutto nella metà campo offensiva. Esordiente ai playoff e subito semifinale: niente male.

Openjobmetis Varese

AVRAMOVIC 8: indubbiamente il migliore dei suoi, contro la difesa di Brescia riesce quasi sempre a creare un vantaggio per sè stesso e per i compagni (in particolar modo con l’alto-basso con Cain); le sue penetrazioni spezzano continuamente la linea difensiva di Brescia che non riesce a tenerlo neanche nella circolazione di palla, con le triple pericolose ed efficaci. Le statistiche dicono 20 punti di media in tre gare tirando con il 54% dal campo. Immarcabile.

NATALI 5,5: pochi minuti nelle gare in cui viene impiegato, messo in campo soprattutto per sporcare palloni e dare una mano importante in difesa. La tripla, sua specialità, va a segno una volta sola in tre tentativi nelle partite giocate.

VENE 6,5: manca il suo apporto importante in gara1, si ritrova nelle due gare successive: nonostante le percentuali al tiro poco confortanti (sotto il 30%), fa il suo lavoro importante nella circolazione del pallone e si dimostra un valore aggiunto a rimbalzo dove spesso il suo tagliafuori sui lunghi garantisce sicurezza.

OKOYE 5: il go-to-guy mancato per la formazione di Caja. Molto bene in gara1 con le triple che provano a dare punti e fiducia alla manovra varesina, calano i numeri e l’incisività nel gioco nelle gare successive nonostante riesca a crearsi buoni tiri e mostri lampi di atletismo con le sue schiacciate.

TAMBONE 6: scommessa vinta nella stagione, ma ancora lontano dall’essere un vero fattore chiave nella serie fino a gara3 dove pesca tre triple macignesche nel momento chiave per poter lanciare la formazione biancorossa tra secondo e terzo quarto. Caja gli dà tanta fiducia, può essere un elemento rampante per la prossima stagione.

CAIN 8: il perno principale del gioco dell’Openjobmetis sotto le plance passa da lui: fisicità, solidità, abilità nel sfuggire al tagliafuori per catturare i rimbalzi in attacco, stoppate (capovolavoro quella su Landry in gara3), capacità di dare sempre la linea di passaggio giusta ai passatori dal perimetro…è il centro dell’energia offensiva nel pitturato e lo conferma in tutte e tre le gare (10,3 punti, 10,6 rimbalzi e 1,6 stoppate di media). La sua magia in gara3 vale l’overtime ma non basta. Da applausi

DELAS 5: dovrebbe dare più riposo a Cain dimostrando efficienza e solidità, ma lo dimostra solamente con un paio di canestri importanti in gara2. Per il resto, quasi evanescente.

FERRERO 5,5: dopo i primi 15′ di gara1, viene utilizzato con il contagocce da Caja che ottiene più garanzie da Vene quando è in serata. Nonostante la buonissima difesa, Landry gli segna in faccia il canestro della vittoria in gara2. Meritava di più.

DIMSA sv: troppo poco utilizzato per dare una vera valutazione

LARSON 4,5: sicuramente ci si aspettava molto di più da uno dei giocatori chiave nella cavalcata al sesto posto; la sua pericolosità dal perimetro è stata quasi nulla (2/13) e nell’attacco al ferro ha funzionato bene in gara2. Tuttavia il suo impatto sul gioco è stato ampiamente sotto la sufficienza, non solo per gli errori al tiro, ma anche l’intraprendenza, la velocità, il fatto non riuscire mai a creare un vantaggio dalle situazioni di pick&roll…cancellato.

COACH CAJA 7,5: ha dimostrato meritatamente il titolo di miglior allenatore dell’anno mettendo in piedi una serie da manuale: tra la circolazione di palla molto veloce tra i giocatori, sopratutto sul perimetro, e l’alto-basso tra gli esterni e Cain, ha impresso una mentalità difensiva aggressiva a uomo e messo in difficoltà la regia di L.Vitali con la difesa allungata a tutto campo. Mezzo voto in meno va alla costanza di mentalità, venuta meno nei momenti decisivi delle gare disputate, che han permesso a Brescia di recuperare e vincere. Ma i complimenti sono tutti meritati.

Federico Gaibotti

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