Quel 23 che diventò 12 per una notte

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Michael Jordan e il numero 23 vanno a braccetto. Ormai, vuoi per le Air Jordan o per il fatto che l’ex campione dei Bulls sia conosciuto universalmente anche da chi di pallacanestro non ne mastica, non si può non associare il numero 23 a MJ.

Oggi però è il 12 Dicembre 2012, in cifre il 12-12-12: il giorno del numero 12. Sarà l’ultima data che leggeremo nella nostra vita in cui saranno presenti tre cifre uguali una a fianco all’altra. Va bene, interessante, ma tutto questo cosa c’entra con Michael Jordan?

Quale giornata migliore del 12-12-12 per raccontare l’aneddoto del numero 12 di MJ? Sì, il numero 12, non il 23. Facciamo un salto indietro nel tempo.

Stagione regolare 1990-91, giorno di San Valentino, i Chicago Bulls sono pronti per il primo match contro i Magic all’Orlando Arena (quella che poi diventerà l’Amway Arena). Al termine di quell’annata i Bulls si laureeranno Campioni NBA, vincendo il primo titolo della loro storia.

Prima della partita, come di consueto, Jordan entra negli spogliatoi per prepararsi, ma la maglia col numero 23 non si trova. Si scoprirà poi essere stata rubata, probabilmente da un tifoso di Orlando particolarmente superstizioso che pensava che così facendo MJ non avrebbe dato il meglio di sé in campo. L’episodio, piuttosto singolare, offende a morte il campione dei Bulls, che è costretto a cercare un’altra maglia da indossare. Viene proposta una maglia-replica di un ragazzo venuto allo stadio per godersi la partita, ma è troppo piccola per un gigante di 198 centimetri.

Fortunatamente un membro dello staff di Chicago ha la soluzione: per le emergenze ha con sé una maglia di riserva, una maglia senza il nome e con il numero 12 stampato sul retro, Michael Jordan scende in campo indossandola.

Sarà la prima e ultima volta che MJ indosserà il numero 12, ma non l’ultima che indosserà un numero diverso dal 23.

Ad ogni modo, tanto per “vendicarsi”, Jordan scende in campo per segnarne 49, nonostante i Bulls perdano la partita ai supplementari per 135-129. Al termine del match MJ commenterà così la strana sparizione della maglia: “Non mi era mai capitato. E’ stato irritante perché ho determinate abitudini e non mi piace cambiarle”. Jordan si sarebbe poi rifiutato di firmare autografi quella notte, per sottolineare il suo disappunto.

Questa è la storia del numero 12 di cui nessuno parla, il numero 12 più grande di tutti i tempi.

Francesco Manzi

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