Recalcati sull’addio: “Dopo il mancato acquisto di Landry, non sono stato più consultato. Dispiacere forte”

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Dopo l’addio sulla panchina canturina, Charlie Recalcati si è raccontato a “La Provincia” sui motivi che lo hanno spinto a lasciare il ruolo di head coach; non mancano certo le risposte su Gerasimenko e sul forte dispiacere di dover lasciare un’avventura per la quale l’ex-tecnico della Nazionale si sentiva particolarmente coinvolto. Perfino molti tifosi hanno speso parole di solidarietà sui social, a dimostrazione di quanto il coach sia rimasto nel cuore di chi ha creduto che poteva costituirsi un progetto continuo.

Ma andiamo con ordine. Di seguito, nell’articolo curato da Nicola Cenci, Recalcati ha spiegato come tra i motivi di fosse anche la vicenda legata a Marcus Landry, ala del Basket Brescia Leonessa per cui, al mancato trasferimento, qualcosa si era incrinato:

“Quello è stato un episodio importante. Però aggiungo: nell’occasione avevo visto lavorare tutte le parti in causa come si deve. II tecnico, il ds e la proprietà, tutti attorno allo stesso obiettivo. La rinuncia all’ingaggio mi aveva colpito, ma mi dicevo: la prossima volta andrà meglio. […] Invece da quel momento sono stato messo in disparte. Mai più consultato. Sapevo di trattative che passavano sopra la mia testa
e non credo sia il modo redditizio di fare una squadra. […] Da lì ho cominciato ad avere dubbi. E siccome non ho problemi ad affrontare le situazioni, l’ho detto a Gerasimenko. Lì sono cominciate le frizioni. Sino a quando, parlando della trattativa Francis, mi ha detto in maniera perentoria: i soldi sono i miei e la squadra qui la faccio io. Lì ho capito che sarebbe stata dura. [..] Ho fatto fatica a instaurare un rapporto al telefono o via tele conferenza. Non è la stessa cosa che vedersi in un ufficio e pianificare le cose per bene. E alla fine questa cosa si è sentita.

Dal mercato si è passato al legame del tecnico con la piazza canturina, spendendo parole al miele e mostrando un forte dispiacere di dover lasciare il progetto:

La Pallacanestro Cantù è superiore a tutto, anche alle sue proprietà. Io auguro alla famiglia
Gerasimenko il meglio. Ma non sono d’accordo con chi dice che dopo di loro sarà il diluvio. La
Pallacanestro Cantù siamo noi. Una entità superiore. Non morirà mai. Certo, per la mia famiglia
ora sarà più facile circolare per il centro: prima era un calvario di domande e pressioni. […] Il dispiacere forte è stato quando ho capito che era veramente finita. Lunedì, diciamo. Adesso sono un uomo sereno. Senza rimpianti.

La ricerca del nuovo tecnico (possibile arrivo di Ronen Ginzburg, particolarmente gradito dal presidente Gerasimenko) prosegue per la società brianzola, mentre “Charlie” esce di scena. Sempre e comunque a testa.

Federico Gaibotti

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