Detroit Pistons @ Indiana Pacers 101-96
Grande prova dei Pistons, che costringono i Pacers alla prima sconfitta casalinga della stagione, gran parte del merito va a Josh Smith, spesso insufficiente in questo avvio di RS ma decisivo nella notte con 30 punti e 7 rimbalzi (13/29 dal campo). Indiana paga la serata-no di Paul George (17 punti e 9 rimbalzi, ma 4/14 al tiro) e Roy Hibbert (6 punti e 4 rimbalzi con 2/12 dal campo). Jennings, nonostante basse percentuali, fa vedere molte cose buone, compreso un assist per Jerebko molto apprezzabile sulla sirena del terzo quarto e una tripla negli ultimi minuti di partita, presa completamente fuori ritmo, che taglia le gambe agli avversari. Da segnalare le ottime prove di Josh Harrellson (16 minuti, 7 punti e 10 rimbalzi) e Lance Stephenson (23 punti, 7 rimbalzi e 6 assist). Josh Smith uccide le ultime speranze dei Pacers con una gigantesca stoppata al tabellone su David West (14 punti), il canestro sarebbe valso il -2.
MVP: Josh Smith, si prende una grande quantità di tiri ma è lui a deciderla con 30 punti e la stoppata finale.
Los Angeles Lakers @ Atlanta Hawks 100-113
Nemmeno il tempo di gioire per la prima vittoria dal ritorno di Kobe Bryant e i Lakers cadono ancora, stavolta sul parquet degli Hawks. Kobe è ancora autore di una partita molto sottotono: 8 punti, 6 assist e 5 palle perse con 4/14 al tiro in 32 minuti, ma non gli è di aiuto nemmeno il compagno di backcourt Jodie Meeks (2 punti e 1/8 al tiro). Kobe segna 6 dei suoi 8 punti nel primo quarto e i Lakers sembrano poter condurre la gara, vengono però ripresi nel terzo periodo. Al Horford (19 punti e 11 rimbalzi) e Jeff Teague (18 punti e 10 assist) sono entrambi autori di una doppia-doppia, mentre nei giallo-viola si salvano Jordan Hill, protagonista di un’altra grande prestazione da 21 punti e 9 rimbalzi, e Pau Gasol (16 punti e 10 rimbalzi). Horford nel finale mantiene gli Hawks avanti, costringendo i Lakers alla terza sconfitta in quattro gare con Kobe sul parquet.
MVP: Al Horford, quando c’è bisogno di lui, è sempre pronto, un’altra doppia-doppia.
Minnesota Timberwolves @ Boston Celtics 97-101
I Celtics dovevano tankare, invece si ritrovano quarti ad Est e nella notte ottengono anche la vittoria su Kevin Love e i suoi Timberwolves. Al TD Garden la prima metà di gara è condizionata da una serie di cattive chiamate arbitrali contro i padroni di casa, che nel terzo quarto agguantano la parità con Avery Bradley (19 punti). Il matchup in mezzo all’area tra Love (27 punti e 14 rimbalzi, ma 9/26 al tiro) e Jared Sullinger (24 punti e 11 rimbalzi) rende la partita interessante fino alla fine. A un minuto dalla sirena Boston è avanti di un punto, ma JJ Barea (10 punti e 11 assist) sbaglia la tripla. I Celtics segnano due liberi con Sullinger, dall’altra parte Nikola Pekovic (13 punti e 7 rimbalzi) viene stoppato e i padroni di casa possono festeggiare.
MVP: Jared Sullinger, contro Kevin Love riesce comunque a dominare, freddissimo nel finale dalla lunetta.
Philadelphia 76ers @ Brooklyn Nets 97-130
10 triple a segno su 14 tentativi, 37 punti in 30 minuti, 13/20 dal campo. Queste le cifre della notte di Joe Johnson, autore della partita della vita contro i Sixers. La guardia dei Nets si infiamma in particolare nel terzo quarto, in cui segna 29 dei suoi 37 punti, il tutto mentre gli avversari di squadra ne segnano solo 25. I Nets realizzano 130 punti e mettono il punto esclamativo sulla vittoria con le 21 triple realizzate di squadra, record di franchigia. Deron Williams chiude in doppia-doppia con 13 punti e 13 assist, Blatche aggiunge 20 punti dalla panchina. I Sixers, ancora senza Carter-Williams, vedono Spencer Hawes segnare solo 2 punti, top scorer James Anderson con 17 punti.
MVP: Joe Johnson, partita terrificante e un terzo quarto da record.
Utah Jazz @ Miami Heat 94-117
Altro record di franchigia nella notte: i Miami Heat tirano di squadra con il 63.4% dal campo. Lebron James sforna un’altra fenomenale prestazione da 30 punti, 9 rimbalzi e 8 assist in 34 minuti, con 13/17 dal campo. Wade e Bosh aggiungono alla causa rispettivamente 27 e 20 punti, buono l’impatto di Norris Cole dalla panchina con 13 punti. I Jazz, dominati sotto-canestro, si accontentano del carreer-high di Alec Burks: 31 punti dalla panchina con 7 assist e ottime percentuali, deludono invece Trey Burke e Gordon Hayward, che combinano per 10 punti (rispettivamente 3 e 7).
MVP: Lebron James, in 34 minuti fa quello che vuole e conduce gli Heat alla vittoria.
Washington Wizards @ New York Knicks 102-101
Torna Bradley Beal nel quintetto dei Wizards dopo l’infortunio, il sophomore riprende da dove aveva iniziato e realizza 21 punti con 7 rimbalzi e 3/5 da tre punti. Washington è avanti di 10 all’intervallo, John Wall è già a quota 19 punti a metà gara. New York trova la parità e addirittura il vantaggio con il solito Carmelo Anthony (32 punti e 12/20 dal campo), da tre punti Martell Webster è quasi infallibile e riporta avanti i Wizards. Dalla panchina Webster realizza 30 punti con 6/8 al tiro. New York dalla lunetta riesce a ripassare in vantaggio, mentre JR Smith (18 punti) fa saltare in piedi il MSG con la tripla del +4 a 2 minuti dalla sirena. Ma Beal non ci sta, entra in modalità glaciale e prima pareggia a quota 100 con una tripla a un metro dalla linea da tre punti in faccia a Bargnani (13 punti e 6 rimbalzi) poi, dopo l’1/2 di Beno Udrih ai liberi, batte proprio il playmaker dei Knicks sul palleggio, non arriva l’aiuto difensivo, e può segnare comodamente in sottomano il canestro della vittoria. Mancano però 7 secondi e i Knicks avrebbero un timeout da spendere, inspiegabilmente ‘Melo vuole fare tutto da solo, si fa metà campo in palleggio e prova una tripla completamente fuori equilibrio e marcatissimo sulla sirena che va lontano dal canestro.
MVP: Bradley Beal, rientro con il botto e con due canestri assolutamente clutch.
Orlando Magic @ Chicago Bulls 83-82
I Bulls sono sempre più in crisi, perdono anche contro gli Orlando Magic e toccano il record di 9-14. Orlando trova le doppie-doppie di Glen Davis (14 punti e 11 rimbalzi) e Nikola Vucevic (10 punti e 14 rimbalzi). Vista l’assenza di Kirk Hinrich, Marquis Teague parte in quintetto per Chicago ma gioca solo 10 minuti: al suo posto c’è DJ Augustin, che alla seconda partita con i Bulls realizza 14 punti. Tobias Harris vede il proprio minutaggio aumentare a 20 minuti, ma segna solo 5 punti con 7 rimbalzi, mentre Arron Afflalo è il miglior marcatore con 23 punti. La partita si decide negli ultimi secondi, Noah (13 punti e 8 rimbalzi) effettua un passaggio incredibile per Deng (26 punti) con Chicago sotto di uno. Il britannico sbaglia un facile layup e consegna la vittoria ai Magic.
MVP: Arron Afflalo, un’altra grande prestazione da 23 punti e ottime percentuali al tiro compreso il 2/2 da tre.
San Antonio Spurs @ Los Angeles Clippers 92-115
Dopo sette trasferte consecutive, i Clippers tornano allo Stables Center e ottengono la vittoria su San Antonio. Chris Paul (23 punti, 8 rimbalzi e 7 assist) vince il matchup con Tony Parker (8 punti e 6 assist). Nel terzo quarto, con gli Spurs sotto di 4, il playmaker francese è protagonista addirittura di un airball dalla lunetta, più tardi sempre Parker si fa male a una gamba ed è costretto a lasciare il parquet. Senza di lui, Paul può agire liberamente e incentivare l’allungo dei Clippers che si fonda anche su 27 punti di Blake Griffin. Tim Duncan chiude con una doppia-doppia (17 punti, 11 rimbalzi e 5 assist), mentre Marco Belinelli con 7 punti e 2/9 al tiro.
MVP: Chris Paul, domina con Parker sul parquet, fa quello che vuole quando il francese esce per infortunio.
Infine ecco la Top 10:
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