Rip City, Portland, Oregon

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L’Oregon a detta di molti turisti e non è considerato lo stato più bello,che offre la migliore qualità di vita. Tuttavia,la capitale dello stato non è Portland (considerata la capitale amministrativa,ma non finanziaria),bensì Salem,dato che dislocare gli uffici amministrativi da un’altra parte conviene e non poco nell’assetto urbanistico americano.

Qualora non desideraste immergervi nella natura più affascinante e misteriosa di tutto il nord America,Portland è la citta dell’Oregon che fa per voi. Considerata una città estremamente vivibile e adatta ad una vita sociale senza eguali al mondo. Tuttavia,non può contare sulle grandi infrastrutture,che “risiedono” in città ben più complesse come New York,Los  Angeles o Chicago,tanto per citarne alcune.

Città che non può vantare su edifici imponenti ed importanti come le grandissime metropoli,ad eccezione del Portland Building,costruito nel 1980,considerata la più grande struttura postmoderna del mondo,riesce ad innalzare il proprio livello culturale grazie a numerosi musei,su tutti l’Oregon Museum of Science and Industry ed il Portland Art Museum.

Passiamo ora alla storia sportiva di questa magnifica città,che può contare solo su due associazioni: i Portland Timbers nella MLS ed i Portland TrailBlazers nella nostra tanto amata National Basketball Association.

Portland Timbers-MLS

Attualmente è una delle squadre meno considerate dell’intero movimento calcistico americano (in particolare nell’MLS),a causa dei risultanti a dir poco scadenti ottenuti in tutta la sua storia.

Il club,fondato nel 1975 e sciolto nel 1982, partecipò in tale periodo alla North American Soccer League, la prima grande Lega calcio nordamericana di Prima Divisione. La rinascita sembrò arrivare nel biennio 1989-’90,quando un club cambiò il proprio nome in Portland Timbers,iscrivendosi all’American Professional Soccer League prima di sciogliersi anch’esso.

La squadra,rifondata nel 2001,partecipa attualmente nella Major League Soccer e può vantare come giocatori più rappresentativi su Steven Smith e Kris Boyd (miglior marcatore di tutti i tempi della Scottish Premier League),due ex Glasgow Rangers. I Timbers attuali,analogamente a quelli che militarono nella NASL dal 1975 al 1982, giocano le loro gare interne al PGE Park.

Curioso come uno dei più famosi e pittoreschi tifosi della squadra,tale Jim Serrill,detto Timber Jim (Jim il boscaiolo),appare sempre allo stadio armato di motosega e si produce in uno spettacolo singolare: ogni volta che i Timbers realizzano un goal Timber Jim sega via un pezzo di legno da un tronco.

Portland TrailBlazers-NBA

Il 6 febbraio 1970, il consiglio d’amministrazione dell’NBA concesse la franchigia ai Blazers, che pagarono 3,7 milioni di dollari per entrare nella lega. La squadra era costruita attorno a Geoff Petrie, una prima scelta che a fine stagione vinse il NBA Rookie of the Year Award insieme a Dave Cowens dei Boston Celtics con una media di 24,8 punti a partita. La prima stagione dei Blazers fu tutt’altro che esaltante,e finì con un record negativo,29 vittorie e 53 sconfitte,che tuttavia,per quanto scarso fu il miglior risultato tra le tre nuove squadre. L’anno seguente i Blazers vinsero solo 18 gare, ma di nuovo un rookie, Sidney Wicks, venne nominato “matricola dell’anno” dell’NBA.

Nel 1974 i Blazers ottennero la prima scelta al draft: scontata l’acquisizione del fenomeno del basket collegiale, Bill Walton da UCLA. Dopo il primo biennio costellato da infortuni,nel 1977 un Walton in salute guidò i Blazers alla finale NBA dopo aver sconfitto i Los Angeles Lakers di Kareem Abdul-Jabbar in finale di Conference, chiudendo la serie con un clamoroso 4-0. I Blazers approdarono in Finale NBA e vinsero il titolo,sconfiggendo in rimonta i Philadelphia 76ers per 4-2,con Walton premiato MVP delle Finals dopo una decisiva gara-6 in cui registrò 20 punti, 23 rimbalzi, 7 assist e 8 stoppate (diciamo che si è visto di peggio). Un termine ricorda ancora oggi quella squadra straordinaria,guidata da un giocatore fantastico,nel 1977: “Blazermania”. I tifosi si resero conto di avere una squadra micidiale,che avrebbe potuto collezionare titoli su titoli,ma dovettero fare i conti su un particolare che da quel momento fino ai giorni nostri ha accompagnato la franchigia: la sfortuna. Negli anni seguenti,gli infortuni che coinvolsero il centro Bill Walton furono più seri del previsto e la squadra non riuscì a riconfermarsi ad alto livello. Un errore imperdonabile fu commesso la sera del Draft del 1978,quando scelsero Mychal Thompson davanti ad un fenomeno come Larry Bird. Ancora oggi tutti gli addetti ai lavori si chiedono cosa avrebbe fatto Portland con un duo come Bird-Walton a cavallo tra gli anni 70 e 80 (vedi Boston Celtics annata 1985-’86).

All’inizio degli anni ’80,con la cessione del leader,Bill Walton,ai Clippers,la squadra dovette ricominciare da zero,attraverso le scelte al Draft.  Arrivarono giocatori interessanti come Buck Williams e Clyde Drexler ad affiancare la nuova stella Jim Paxson. Tuttavia,tutti gli sforzi furono inutili,dato che la dirigenza sbagliò completamente la scelta al Draft del 1984. Gli Houston Rockets scelsero con la prima assoluta Olajuwon,centro nigeriano naturalizzato statunitense,Portland con la numero 2 decise di scegliere il centro Sam Bowie da Kentucky,ignorando completamente futuri Hall of Famer come Michael Jordan,Charles Barkley e John Stockton in uno dei migliori Draft di sempre,se non il migliore. Col senno di poi (Bowie era considerato un predestinato, ma venne frenato fisicamente dagli infortuni e psicologicamente dal continuo paragone con i campioni usciti dal suo stesso Draft),la presa di Bowie verrà ricordata come la peggior scelta di tutti i tempi non solo dell’NBA,ma dell’intero movimento sportivo americano. I Blazers arrivarono comunque nel 1990 e nel 1992 alla Finale NBA, perdendo però in entrambi i casi (con Detroit e Chicago,trascinata da un certo Michael Jordan). Drexler venne ceduto a Houston nel 1995.

Con una serie di scelte azzeccate sul mercato,i Blazers tornarono ai vertici della lega con giocatori del calibro di Rasheed Wallace, Jermaine O’Neal, Scottie Pippen, Steve Smith, Bonzi Wells, Damon Stoudamire, Brian Grant e Stacey Augmon e gli europei Arvydas Sabonis e Detlef Schrempf. Raggiunsero la Finale della Western Conference nel 1999 e nel 2000 uscendo però sconfitti rispettivamente contro i San Antonio Spurs di Tim Duncan e David Robinson,subendo un netto cappotto e,contro i Los Angeles Lakers di Shaquille O’Neal e Kobe Bryant,sciupando un margine di oltre 10 minuti nell’ultimo quarto di gioco in una rocambolesca gara 7 giocata allo Staples.

La squadra viene presto denominata “Jail Blazers” (jail tradotto significa “carcere”) per via dei comportamenti scorretti e degli scandali che coinvolgono i giocatori (uso di droghe,stupri,offese al pubblico ufficiale,risse). La dirigenza decide di invertire il trand e sostanzialmente allontana tutti quelli ritenuti responsabili della cattiva reputazione della franchigia (Wallace,Stoudemire,Woods,Wells,Randolph,Patterson),ma i risultati (come era lecito aspettarsi) calano vistosamente e la squadra non riesce a riconfermarsi nell’elite NBA,riducendosi al tanking estremo per anni e anni.

La rinascita sembra avvenire la notte del Draft NBA 2006: infatti i Blazers acquisiscono Tyrus Thomas, che girano ai Chicago Bulls in cambio della loro seconda scelta LaMarcus Aldridge (con il senno di poi un autentico furto con scasso). Con la settima scelta acquisiscono Randy Foye, che girano ai Minnesota Timberwolves in cambio della loro sesta scelta, Brandon Roy, eletto a fine stagione NBA Rookie of the Year. Nel Draft 2007 i Blazers scelgono con la prima scelta assoluta il centro proveniente dall’università di Ohio State,Greg Oden, atteso in NBA come centro dominante sul modello di Shaquille O’Neal, preferendolo a Kevin Durant. Ma il verdetto non è quello sperato: Oden in cinque stagioni gioca solamente 82 partite a causa di ripetuti infortuni alle ginocchia e alla schiena,come se non bastasse,la franchigia viene scossa ulteriormente quando la guardia Brandon Roy annuncia il ritiro (salvo poi ritornare,nel 2012,con i Minnesota Timberwolves),a causa dei suoi numerosi interventi,che potrebbero limitare la sua mobilità una volta finita la carriera da cestista. La squadra partecipa diverse volte ai PO senza lasciare mai il segno,ed inoltre il terzetto Roy-Aldridge-Oden non sboccia mai del tutto a causa dei problemi già citati. Il 2012 segna la fine di un’era mai sbocciata del tutto: la società,decidendo di ripartire da zero,taglia Greg Oden,cede Gerald Wallace e Marcus Camby (scambiati con giocatori in scadenza),licenzia il coach Nate McMillan (sostituito da Kaleb Canales, più giovane coach della storia NBA con i suoi 33 anni), con l’obiettivo di liberare spazio salariale ed acquisire scelte alte al Draft per ricostruire una squadra vincente per il futuro.

Al Draft del 28 giugno,Portland seleziona con la sesta scelta il play Damian Lillard (attualmente il primo candidato al ROTY Award) da Weber State, con l’undicesima scelta il centro Meyes Leonard da Illinois ed al secondo round le guardie Will Barton (da Memphis) e Tyshawn Taylor (da Kansas), quest’ultimo subito girato ai Brooklyn Nets. Il 7 agosto 2012 viene scelto il nuovo coach: è Terry Stotts, proveniente dai Dallas Mavericks dove, da assistant coach, si occupava particolarmente dell’attacco. Sul mercato i Blazers continuano l’opera di rinnovamento lasciando andar via gli ultimi contratti pesanti rimasti,quelli di Raymond Felton e Jamal Crawford,e decidono di pareggiare un’offerta incredibile per il giovane Batum,cercato anche dai Minnesota Timberwolves. Attualmente la squadra lotta per un posto ai PO ad ovest,con la speranza di avere il meno a che fare con gli infortuni e con la sfortuna,che ha sempre accompagnato la franchigia sin dalla sua nascita.

 

Redazione BasketUniverso

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