Rivoluzionare il basket grazie a Kobe e Gianna: ecco l'idea di Jeanie Buss

Il presidente dei Los Angeles Lakers, Jeanie Buss, ha stretto un legame profondo e sincero con Kobe Bryant anche dopo che i suoi giorni da giocatore con i Purple & Gold si sono conclusi. In effetti, Buss ha recentemente rivelato un piano particolare di cui aveva discusso con Kobe prima della prematura scomparsa della leggenda NBA.
Secondo Buss, questo piano audace derivava dal fatto che la figlia di Kobe, Gianna, sembrava essere sulla buona strada per rivoluzionare il gioco del basket a modo suo. Pertanto, Buss pensava che fosse una buona idea formare una lega mista appositamente per Gianna Bryant:

“Avevo iniziato di parlare con Kobe perché il modo in cui la sua defunta figlia Gianna giocava a basket, non sarebbe stato abbastanza per lei essere una campionessa in una squadra del college”, ha detto Buss a Daniel Kaplan di The Athletic. “Voleva una sfida più grande. Qualcosa che non era mai stato fatto… Quello di cui stavo parlando con Kobe era come una squadra mista. Abbiamo la G-League. Abbiamo la WNBA, abbiamo l’NBA. Perché non una lega mista?”

Questo sarebbe stato un atto di fede di Jeanis Buss nei confronti di Kobe e Gianna. Se poi c’era qualcuno in grado di sfondare le barriere di questo sport, allora quello sarebbe dovuto essere Kobe Bryant. Il fatto che Jeanie Buss sia anche una delle donne più potenti di tutti gli sport avrebbe sicuramente aiutato anche la loro causa.

Buss ha anche condiviso com’è nata questa idea. Secondo il proprietario della squadra dei Lakers, ha visto quella stessa “mentalità da killer” che Kobe aveva in Gianna. Buss sapeva che quella ragazza era destinato alla grandezza:

“Gianna era così stimolante perché era come Kobe. Elaborerebbe le informazioni, e poi ne avrebbe bisogno sempre di più… Era tipo, ‘OK, l’ho fatto. Ora dammi nuove sfide.’ Quello era Kobe. Sai, voleva solo sempre di più e di più. Ecco perché era un tale killer in campo. Continuava a perfezionare il suo gioco, imparando nuove mosse, sezionando gli avversari, le squadre prima che giocassimo. Sapeva quali sarebbero state tutte le loro mosse, era implacabile . Questo è il cuore di un campione, giusto?”

Purtroppo però quest’idea rivoluzionaria è stata (momentaneamente) messa a tacere dalla tragica morte di Kobe e Gianna.