Road to MVP: è corsa a tre, James Harden ha pane per i suoi denti

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Un mese fa scrivevamo del dominio di James Harden e di come il back-to-back fosse ormai quasi una formalità. Qualcuno però non è così d’accordo e ora la Barba più famosa dell’NBA deve ancora scrollarsi di dosso due pretendenti che mantengono viva più che mai questa corsa all’MVP. Di chi parliamo? Ovviamente di Giannis Antetokounmpo e di Paul George.

I tre pretendenti potrebbero porre argomentazioni più che solide per la loro candidatura al titolo di MVP: James Harden continua a dominare nella metà campo offensiva e nessuno sembra in grado di fermare la sua capacità di mettere la palla in quel cesto posto a 10 piedi di altezza. The Greek Freak è ad oggi il più inarrestabile in termini di forza e strapotere fisico, schiaccia su qualunque cosa gli si pari davanti e sta trascinando i Bucks al miglior record della stagione. PG13 è indiscutibilmente il migliore nell’avere impatto su due lati del campo (citofonare Kawhi Leonard) tanto da essere uno tra i possibili DPOY, secondo forse solo a Rudy Gobert. Scegliere uno dei tre sarà molto difficile e solo l’ultimo mese potrà dipanare ogni dubbio.

A rincorrere troviamo chi per infortunio (LeBron James) e chi per “questioni extracampo” (Anthony Davis) difficilmente vedremo in top 5, nonostante i numeri dicano ben altro così come l’apporto a livello concreto sul campo. Anche Joel Embiid (27.3 punti, 13.5 rimbalzi e 1.9 stoppate di media) è rimasto ai box per qualche partita ma è la speranza dei Sixers di completare “The Process” e di superare ai Playoffs i Bucks di Giannis e i Raptors di Kawhi Leonard, anch’egli protagonista di una grandissima stagione (27 punti e 1.9 recuperi di media con il 49.4% dal campo e l’86.6% ai liberi). A Ovest oltre ai Thunder di Paul George (e Westbrook con il suo record di triple doppie consecutive) c’è Damian Lillard (25.9 punti e 6.4 assist di media con il 91% ai liberi) e i suoi Blazers che rincorrono i Nuggets di Nikola Jokic (senza quei tre là in cima forse il personaggio più bello di tutti gli AllStar citati) e i soliti Warriors del duo Curry-Durant (quasi silenziosi ma con numeri da capogiro).

TOP 5 

Honorable Mentions: Joel Embiid, Kawhi Leonard, Kevin Durant, Damian Lillard, LeBron James.

5# STEPHEN CURRY

(season stats: 28.4 punti, 5.3 rimbalzi, 5.3 assist, 1.2 recuperi, 5.2 triple, 48.1% dal campo, 43.8% da tre, 91.8% ai liberi)

Leggero cale delle percentuali nell’ultimo mese che potrebbe costargli la stagione da 50-40-90 dopo un gennaio clamoroso, ma insieme a KD è il più continuo di tutto gli Warriors (4 perse nelle ultime 20 partite giocate) in cerca del Three-Peat. Il bello di questa Lega è che una stagione come la sua stia quasi passando sotto traccia (potrebbe battere il suo stesso record per le triple di media segnate a partita) e più passa il tempo più appare evidente quanto sia cruciale Curry per il successo del gioco di Golden State. Il numero di rimbalzi e di assist sta diventando sempre più preoccupantemente (per gli altri) costante.

4# NIKOLA JOKIC

(season stats: 20.6 punti, 10.8 rimbalzi, 7.7 assist, 1.4 recuperi, 50% dal campo)

Essere il 30° della Lega per punti segnati rende tutto il resto ancora più magico. Vederlo giocare è sempre una gioia per gli occhi e la continuità dei Nuggets, ora quasi al completo ma falcidiati dagli infortuni durante tutta la stagione, per gran parte è merito del serbo. Altre 6 triple doppie nell’ultimo mese (sfiorandone altre due, una con 9 assist e una con 9 rimbalzi) che ormai non fanno quasi più notizia, mantenendo sempre alte percentuali. Terzo per Real Plus-Minus e quinto per Offensive Real Plus-Minus, nell’ultimo mese ha alzato le proprie medie di quasi due punti e quasi due rimbalzi a partita.

3# GIANNIS ANTETOKOUNMPO

(season stats: 26.8 punti, 12.6 rimbalzi, 5.9 assist, 1.4 recuperi, 1.5 stoppate, 57.9% dal campo)

Potrebbe tranquillamente essere secondo o anche primo. Senza dubbio alcuno è il più dominante di tutti, dal primo giorno di training camp a oggi. Milwaukee ha il miglior record dell’NBA e il miglior net rating (2.7 punti sopra a Golden State, seconda) grazie al greco che ha dimostrato di poter schiacciare in testa a chiunque e il qualunque situazione di gioco tanto da poter sbriciolare il record per il numero di schiacciate non assistite in una stagione. Le partite in cui raccatta più di 15 rimbalzi ormai non si contano più, la sua percentuale da tre è in costante aumento dall’inizio di stagione e in più migliora nettamente la difesa di coach Budenholzer.

2# PAUL GEORGE

(season stats: 28.6 punti, 8.1 rimbalzi, 4.3 assist, 2.3 recuperi, 3.9 triple, 40% da tre)

Potrebbe tranquillamente essere terzo o anche primo. Primo, e anche di tanto, per Real Plus Minus è il miglior two-way player dell’NBA: sforna quarantelli con facilità disarmante (oltre 35 di media nell’ultimo mese) ed è determinante in difesa, sia quando marca chi ha la palla in mano che soprattutto quando gioca off the ball (primo per palle recuperate e secondo per deflections dietro al Barba). Il net rating dei Thunder con lui on/off court (21.6!) è spaventosamente indicativo di quanto renda migliore la propria squadra senza avere necessariamente così tanto il pallone nelle mani.

1# JAMES HARDEN

(season stats: 36.6 punti, 6.5 rimbalzi, 7.7 assist, 2.2 recuperi, 4.9 triple)

Potrebbe tranquillamente essere secondo o anche terzo. La sua striscia di partite consecutive con oltre trenta punti si è interrotta a 32 (28 punti contro Atlanta qualche giorno fa) arrivando comunque a stabilire la seconda prestazione di sempre. Con le assenze di Capela e CP3 (ora rientrati) e di conseguenza un roster inferiore rispetto agli altri candidati MVP, ha trascinato di peso i Rockets al quinto posto a Ovest entrando di diritto tra i migliori attaccanti della storia del Gioco (in questa stagione primissimo per Offensive Plus-Minus). In corsa per battere il pauroso record di Curry per numero di triple totali in una stagione, ha anche snocciolato la partita da 61 punti al Madison Square Garden.

dati aggiornati al 01/03/2019

Michele Manzini

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