ACEA ROMA – ACQUA VITASNELLA CANTU’ 74-70
Cantù si presenta al PalaTiziano con un unico obiettivo: vincere. Questo è il classico caso win or go home, come dicono in America. Naturalmente, dall’altra parte, la Virtus Roma non ci sta a perdere e vuole chiudere questa sera la serie.
L’inizio del match sembra pendere in favore dei padroni di casa che si portano sul 6 a 1 dopo pochi minuti di gioco con un Quinton Hosley che sembra in serata di grazia, sia in difesa che in attacco. Aradori non vuole perdere e sembra abbia tutta l’intenzione di portare i propri compagni verso Gara 4. Infatti proprio il Cagnaccio
chiude il parziale di 6 a 0 che riporta i brianzoli in vantaggio (6-7) grazie ad un recupero e canestro. Gli ultimi 3 minuti del quarto sono molto equilibrati: infatti si è sull’11 pari fino a pochissimi istanti dalla fine quando Josh Mayo, playmaker arrivato a stagione in corso a Roma, segna un canestro dall’arco dei 6 metri e 75 in step back bellissimo. 14 a 11 per Roma dopo 10 minuti di gioco.
Anche la seconda frazione di gioco sarà piuttosto equilibrata. Tra le file canturine dobbiamo menzionare la miglior partita di Ivan Buva che rimane in campo 14 minuti su 20 e mette a referto 9 punti (season high da quando è arrivato) con 2/2 da tre. La partita è tutto sommato equilibrata e nessuna delle due squadre riesce a prevalere anche se Roma sta facendo leggermente meglio. Eppure Cantù trova una bomba di Ragland che li porta sul +6, 16 a 22, ma non c’è niente da fare, Roma non molla e torna in vantaggio sul 23 a 22 grazie ad una schiacciata di Mbakwe a poco meno di 4 minuti da giocare nel secondo quarto. Cantù trova nuovamente un vantaggio di 6 punti ma sarà momentaneo perché il primo tempo finisce 31 a 31 grazie ad una schiacciata di Mbakwe che esulta per tutto il campo come se avesse segnato un gol in finale di Champions, vista la serata.
I primi 5 minuti della terza frazione di gioco sono sempre equilibrati infatti siamo fermi sul punteggio di 35 pari. D’ora in poi Roma farà prevalere il fattore campo allungando sempre più, togliendo quasi definitivamente le speranze ai tifosi canturini. Mbakwe è troppo dominante e Quinton Hosley sta facendo delle cose fuori dal comune in entrambe le parti del campo. I capitolini toccano anche un vantaggio di 6 punti che è veramente importante dato che si segna veramente poco: una delle partite con il punteggio più basso della storia. Jimmy Baron non gioca una delle sua partite migliori ma è chirurgico ai liberi e questo fattore si rivelerà fondamentale ai fini del match. Il terzo quarto finisce 46 a 41 per Roma.
Gli ultimi dieci minuti iniziano molto bene per la squadra di casa che sfiora anche la doppia cifra di vantaggio. La cosa stranissima è che dopo la schiacciata di Cusin che fissa il punteggio sul 48 a 43, bisogna aspettare più di 5 minuti per vedere un canestro realizzato dal campo; possiamo registrare solo i liberi di Cusin, Gentile e
Goss che riportano i brianzoli ad un solo punto di margine anche con un non ottimo 4/6 dalla lunetta.
A due minuti dalla fine le squadre si ricordano che possono segnare anche tirando in movimento e la partita si movimenta leggermente. Sono passati 39 minuti, questo dimostra quanto sia noioso il match, terza volta di fila. Grazie alla freddezza di Mayo, Roma si trova in vantaggio 55 a 51 con pochi secondi da giocare ma la tripla sull’azione successiva di Jenkins riaccende una fiammella di speranza per Cantù. La partita continua con un’infinità di giri dalla lunetta e il 2/2 di Baron a 13 secondi dalla fine sembra possa chiudere il match. Ma incredibilmente Roma decide di difendere e non fa fallo su Aradori che supera metà campo e realizza una tripla da 9 metri che manda in visibilio i tifosi canturini e allunga il match di ancora 5 minuti, 57 pari.
Una serie così equilibrata non poteva non finire almeno una volta ai tempi supplementari. In regular season c’era stato un caso identico, all’andata, e lì la spuntò Cantù ma era ottobre, le due squadre sono cambiate e Cantù sente la pressione. La partita continua ad essere equilibrata ma Roma sembra più pronta a vincerla, forse perché gioca con la spensieratezza che anche se perdesse non sarebbe eliminata. Gli ultimi 5 minuti sono un “one man show” e il protagonista è Phill Goss. Il giocatore di Washington è parso avulico per tutta la serie ma, proprio nel momento più importante della stagione, sale in cattedra e conduce i suoi compagni ad una storica vittoria su Cantù. Aradori fa il possibile, prova anche a segnare una tripla subendo fallo ma non ottiene né l’una né l’altra cosa e il match finisce 74 a 70 per l’Acea Roma.
L’Acqua Vitasnella esce meritatamente da una serie che non ha mai dimostrato di poter vincere, pur avendo il fattore campo a favore forte del terzo posto in classifica. I complimenti vanno tutti a Roma e all’ex Dalmonte che hanno dimostrato di essere “brutti e cattivi” mentre Cantù si è sgretolata proprio nel momento più importante dell’anno.
Acea Roma
Marcatori: Goss 17, Jones 8, Tonolli ne, Reali ne, Righetti ne, D’Ercole, Hosley 4, Mayo 16, Baron 15, Moraschini, Mbakwe 14, Kanacevic
TL: 20/27 T2: 21/48 T3: 4/21
Assist: 7 (Goss 3)
Rimbalzi: 49 (Mbakwe 20)
Acqua Vitasnella Cantù
Marcatori: Abass, Uter, Rullo, Leunen 2, Jenkins 9, Buva 11, Marconato, Ragland 14, Aradori 22, Cusin 8, Gentile 4.
TL: 17/26 T2: 13/38 T3: 9/26
Assist: 11 (Ragland 3)
Rimbalzi: 45 (Cusin 11)
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