Russell Westbrook contro Reggie Jackson: “La sua esultanza è stata una s*******a”

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Reggie Jackson ha passato tre stagioni e mezza agli Oklahoma City Thunder, facendo vedere buone cose ma, a causa della presenza ingombrante di Russell Westbrook davanti a lui, partendo solo 49 volte in quintetto e realizzando ottimi numeri per un sesto uomo dal 2013 al 2015. Dopo la trade che lo ha portato a Detroit l’anno scorso, però, Jackson non ha mai avuto un buon rapporto con la sua ex squadra, dove non è un segreto desiderasse più minuti ed un posto da titolare, magari al fianco di Westbrook.

Stanotte i Pistons hanno ottenuto una vittoria molto importante in chiave-Playoffs proprio contro i Thunder, che tuttavia erano privi di Kevin Durant. Reggie Jackson, che sta vivendo la miglior stagione in carriera con 18.5 punti e 6.2 assist di media, ha messo a segno 13 punti tirando malino, appena 4/15, ma al termine del match si è lasciato andare ad un’esultanza che ha fatto molto discutere. In sé la celebrazione non avrebbe nulla di particolare, non è offensiva, ma forse perché arrivata contro la sua ex squadra ha fatto storcere il naso a molti, in primis ai suoi ex compagni Westbrook e Steven Adams.

Il #0 dei Thunder si è lasciato andare nei confronti di Jackson, e non è la prima volta che lo fa (a Novembre, quando gli chiesero del suo primo ritorno ad OKC, rispose “Who?”):Onestamente penso sia stata davvero una s*******a. Non mi è piaciuta, per la nostra squadra e la nostra organizzazione, non mi è piaciuta affatto. Ma è quello che è. Lo vedremo meglio quando conterà, ce ne occuperemo quando arriveremo lì”. E Westbrook ha poi continuato rispondendo ad un’altra domanda su Jackson e sul suo addio non troppo felice ai Thunder: “Ad essere onesto, non mi importa molto. Lui non stava cambiando nulla per noi, ovviamente non voleva restare. Ora è in una posizione migliore e non sta facendo una grossa differenza se me lo chiedete. Lui starà a Detroit, noi staremo a Oklahoma City e ci vedremo il prossimo anno”.

Jackson ha anche avuto uno scambio acceso con Adams dopo la sirena, discussione che è continuata a distanza nel post-partita. Se Jackson si è difeso sminuendo la cosa (“Lui ha detto delle parole, io ho detto delle parole”), il centro neozelandese ha invece attaccato come Westbrook la sua esultanza al termine del match: “Sono stato un po’ sorpreso, è tutto. Dice molto su chi è come persona. Tenetelo a mente per la prossima volta”.

Francesco Manzi

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