Ryan Boatright: “Capo d’Orlando scoperta grazie a Google”

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Arrivato da poco, appena quattro partite disputate, ma Ryan Boatright a Capo d’Orlando ha già conquistato tutti, non solo per le medie che parlano di 23.5 punti, 3.5 rimbalzi e 2.3 assist di media, con 3.5 triple a segno ad allacciata di scarpe, ma anche perché con lui per i siciliani sono arrivate tre importanti vittorie. Bologna, Varese e Caserta, tutte avversarie dirette per la salvezza, sono cadute ai piedi dell’americano, che nelle ultime due ha segnato rispettivamente 31 e 28 punti.

Il ciclone Boatright arriva però da lontano, dagli States, dove solo qualche anno fa il giocatore aveva vinto il titolo NCAA con UConn, protagonista della cavalcata degli Huskies insieme al compagno e amico, ora in NBA, Kemba Walker. Come allora passare dall’America alla piccola Capo d’Orlando? A spiegarlo è stato proprio il giocatore alla Gazzetta: “L’Italia per me era uno stato dell’Europa. Così ho cercato su Google foto e filmati di Capo d’Orlando e mi è sembrato subito il posto ideale. Ho chiamato mia mamma e le ho detto che sarei venuto a giocare qui. Al college con me c’era Alex Oriakhi [ora centro di CdO, ndr], l’ho chiamato e lui mi ha raccontato del campionato. Ha detto che è un torneo pieno di talenti, una vetrina importante, e non si è sbagliato. Non mi sento un leader, ma quando scendo in campo sento di poter giocare meglio di qualunque avversario”. Poi la stangata, che forse farà sobbalzare i tifosi dell’Orlandina: “Oggi posso dire che se fossi arrivato prima, con questa squadra, avremmo raggiunto i Playoff.

Infine due parole anche sulla gente, sui tifosi di Capo che gli hanno dimostrato affetto in questo primo mese in Italia: “Sono splendidi, affettuosi, gentili: un tipo di amore che non conoscevo. Esco di casa e i bambini mi chiedono di giocare con loro, vado al bar e mi offrono un bicchiere di vino, che io preferisco alla Coca Cola. Faccio una passeggiata sul lungomare e mi chiedono un selfie, sono a casa, sono uno di loro”.

Francesco Manzi

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