Sergio Scariolo nelle scorse ore è stato ospite di The Crossover, il podcast dell’EuroLega. L’attuale allenatore della Virtus Bologna ha parlato di tanti argomenti, compresa la sua esperienza in NBA come assistente di Nick Nurse ai Toronto Raptors, coi quali ha vinto il titolo nel 2019.
“È stata un’esperienza importante, per prima cosa perché è stato diverso allenare in una Lega in cui comandano i giocatori” ha spiegato Scariolo. Il concetto di “Players League” è ormai diffuso e in NBA, grazie soprattutto all’attenzione mediatica più sui giocatori che sulle squadre, è esploso negli ultimi anni all’ennesima potenza.
Scariolo ha raccontato che Kawhi Leonard, stella della squadra e futuro MVP delle Finals, nei primi mesi non gli rivolgeva la parola nemmeno per salutarlo. Un rapporto, quello tra il coach bresciano e Kawhi, che si è però sviluppato nel corso della stagione:
Si sente che è una Players League. Specialmente se hai una superstar in squadra. È difficile allenare in NBA perché devi trovare il modo di farti rispettare. Ricordo che nei miei primi mesi a Toronto, Kawhi nemmeno mi salutava. O magari mi diceva “ciao”, ma a mezza bocca. Durante i Playoff però veniva da me prima di ogni partita. Voleva sedersi con me per 10 minuti e discutere ogni aspetto della gara che stavamo per affrontare. Quindi c’è stata evoluzione nel nostro rapporto, ma all’inizio ho pensato: “Wow!”.
Kyle Lowry? Ora direi che è uno dei miei migliori amici in NBA, ma all’inizio anche con lui è stato “Wow!”. Diciamo che è un ragazzo che, per usare un eufemismo, vuole mostrare il proprio status in squadra. È adorabile, gli voglio bene.
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