Serie A, il pagellone del girone d’andata: Virtus Bologna al limite della perfezione, Pesaro impresentabile

Home Rubriche Serie A

La fine del girone d’andata ci permette di tracciare un primo bilancio su come stanno andando le squadre militanti in Serie A.
Tante belle sorprese, tantissime conferme e purtroppo non sono mancate nemmeno le brutte notizie, specialmente Pesaro, che si trova in una situazione che una piazza storica com’è quella marchigiana non meriterebbe mai di vivere.
Andiamo a vedere i voti e la motivazione squadra per squadra.

Segafredo Virtus Bologna: 9

La settimana di Natale ha portato tantissimi doni in casa VuNere: prima il derby vinto di 32 e poi il successo sull’Olimpia Milano, sempre alla Virtus Segafredo Arena, una delle tante novità di stagione portate dal patron Massimo Zanetti, dal presidente Luca Baraldi e dalla società tutta. Ma in generale è stato un girone d’andata esaltante per i virtussini perché i bianconeri hanno vinto 14 gare su 16, perdendo solo a Sassari e a Cremona, contro due compagini che erano in un ottimo stato di forma. È davvero difficile trovare un neo in queste prime 16 partite della banda allenata da coach Sasha Djordjevic, il quale ci ha permesso piano piano di poter assaporare anche il talento di quel fenomeno chiamato Milos Teodosic, oltre che del compagno di merende Stefan Markovic.

Dinamo Banco di Sardegna Sassari: 8.5

Gianmarco Pozzecco e il suo staff hanno fatto alcune scommesse quest’estate e finora le hanno ampiamente vinte tutte: Marco Spissu playmaker titolare, Michele Vitali in quintetto e anche i due lunghi, Dwayne Evans – forse la vera sorpresa di questo girone d’andata – e Miro Bilan. Se non fosse stato per lo scivolone casalingo contro Trieste alla quarta giornata, sarebbe stata una prima metà di annata di altissimo livello, da eccellenza. Le sconfitte a Venezia e Milano sono accettabilissime nell’economia di un campionato e in più al momento i sardi sono a 7 vittorie in fila, e la serie non è ancora conclusa…

Germani Basket Brescia: 8.5

La dirigenza bresciana aveva chiamato Vincenzo Esposito quest’estate perché c’era l’intenzione di creare una “dynasty”, per usare un termine tanto caro all’NBA, come accaduto con Andrea Diana, il quale ha portato la Leonessa dall’A2 alla semifinale Scudetto con conseguente qualificazione all’EuroCup. Ora la Germani si deve stabilire a questi livelli ed “El Diablo” finora ha permesso che ciò accadesse, costruendo una squadra fatta di cuore, carattere e tanti muscoli, con un sistema difensivo ben chiaro e delineato, che spesso ha permesso loro di vincere match in cui la palla non voleva saperne di finire in fondo al cesto.

Olimpia A|X Armani Exchange Milano: 5

Tra le delusioni più grandi, forse la più grande. 3 sconfitte nelle prime 5, di cui 2 perse in casa. E poi il derby giocato ieri contro Cantù… Una vera e propria macchia indelebile, più per il morale che per la classifica. La difesa dell’Olimpia latita – ed essa è sempre stata un marchio di fabbrica delle squadre di Ettore Messina – e in attacco si gioca troppo individualmente, con i vari Sergio Rodriguez, Luis Scola e Vladimir Micov a togliere spesso e volentieri le castagne dal fuoco al tecnico ex San Antonio Spurs. 6 sconfitte per una compagine che ha 16 giocatori a roster sono inaccettabili.

Vanoli Cremona: 7.5

L’inizio di campionato è da mettersi le mani nei capelli, tolta la vittoria al PalaRadi contro l’Armani Exchange: 2 successi in 6 giornate. Poi l’arrivo di Ethan Happ: un talento cristallino di 23 anni, firmato in estate dall’Olympiacos, destinato a dominare i palcoscenici europei per i prossimi anni. Da quand’è arrivato lui, la Vanoli non ha praticamente mai perso ed è riuscita a raggiungere la Final Eight di Coppa Italia per il secondo anno consecutivo, arrivandoci da campionessa in carica. Ripetersi a Pesaro s arà pressoché impossibile però, con questo Happ e con la classe infinita di Travis Diener – che è stato fuori tanto per infortunio in questi primi mesi -, mai dire mai, senza dimenticare che la Coppa Italia È la competizione di Meo Sacchetti.

Pompea Fortitudo Bologna: 7

Chiudere sesti alla fine del girone d’andata da neo promossa è sicuramente un ottimo risultato. Antimo Martino e la sua banda hanno alternato ottimi risultati a qualche scivolone abbastanza inaspettato e la macchia più grande, incancellabile, è la sconfitta nel derby di Natale contro la Virtus. La Pompea potrà pure vincere lo Scudetto ma mai ci dimenticheremo di quel -32 in una notte così speciale com’è quella del 25 dicembre. Ora però bisogna andare avanti e pensare al girone di ritorno, cosa che la Effe ha già iniziato a fare con i due punti conquistati al PalaDozza contro Reggio Emilia, in quello che era un match da win or go home per staccare un biglietto per Pesaro.

Happy Casa Brindisi: 7.5

Anche quest’anno i brindisini stanno disputano un campionato di altissimo livello, con in più però l’aggravante (positiva) della competizione europea, la Basketball Champions League, la quale toglie moltissime energie psicofisiche. Eppure Adrian Banks e John Brown – rispettivamente #0 e #00 – continuano a dominare, aiutati da Tyler Stone e da Kelvin Martin. Adesso in più è stato aggiunto Dominique Sutton, un vero fenomeno per il nostro campionato ma che ha iniziato abbastanza in sordina rispetto a quanto fatto vedere nelle avventure trentine. Quando Martin tornerà e Sutton sarà completamente integrato nei meccanismi di Frank Vitucci, allora saranno problemi grossi per tutti. Ma veramente grossi.

Umana Reyer Venezia: 5.5

I veneti hanno ampiamente deluso le aspettative però in qualche modo hanno centrato l’obiettivo minimo, ovvero la qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia. La Reyer, campionessa d’Italia in carica, ha vissuto un girone d’andata di bassissimo livello, pur non avendo modificato di molto il roster della passata stagione (è tornato Ariel Filloy e sono stati aggiunti Jeremy Chappell e Ike Udanoh). Bisogna però ammettere che si è sentita parecchio l’assenza dell’ex capitano, MarQuez Haynes, poiché gli esterni titolari dell’Umana difettano di estro creativo. Sarà Andrew Goudelock – quando si sarà ristabilito – la soluzione a tutti i mali dei lagunari?

Openjobmetis Varese: 6.5

La compagine di coach Attilio Caja ha sofferto di mal di trasferta, come si suol dire in questi casi. L’Openjobmetis ha vinto soltanto la prima e l’ultima partita lontano dall’Enerxenia Arena. Le motivazioni sono tante: sicuramente i biancorossi devono credere maggiormente nelle proprie potenzialità e in più bisogna avere concentrazione doppia, specialmente nella propria metà campo perché – come dicono tutti i coach – lontano dal proprio campo, i match si conquistano in difesa prima ancora che in attacco. Però ci sono anche tantissime note positive e tra queste non possiamo non mettere le 6 vittorie casalinghe che hanno permesso a Varese di sperare fino all’ultimo di poter entrare tra le magnifiche 8 di Pesaro.

S.Bernardo-Cinelandia Cantù: 7

Una lieta notizia per il basket italiano. I brianzoli venivano dati per spacciati da moltissimi prima ancora che il campionato fosse iniziato e invece sono quasi salvi alla fine del girone d’andata. Il roster canturino è quello allestito con uno dei budget più bassi del campionato – forse il più basso – eppure i giocatori che si sono messi in mostra sono tanti, a partire dall’italiano Andrea Pecchia. Ma la vera svolta è arrivata con la firma di Joe Ragland: l’americano di Springfield ha riportato entusiasmo a Cantù ma soprattutto ha regalato vittorie, non tanto con i suoi punti, quanto con la sua leadership. E più di tutti ne ha giovato Wes Clark, che ha viaggiato a oltre 20 punti di media nelle ultime cinque gare del girone d’andata.

Dolomiti Energia Trentino: 5.5

Una mezza delusione. I trentini hanno una rosa davvero molto importante, con la ciliegina sulla torta Alessandro Gentile. Il figlio più piccolo di Nando non ha tradito le aspettative, anzi, si è più volte dimostrato il leader di questo gruppo ma, complice anche l’infortunio di Aaron Craft, la Dolomiti Energia non è riuscita a raggiungere la Final Eight di Coppa Italia, obiettivo ampiamente alla portata. Ora la strada è ancora lunga e tortuosa ma i playoff sono più che fattibili, soprattutto se si riesce a recuperare fisicamente Davide Pascolo, il quale continua ad avere problemi di vario tipo che ne limitano le prestazioni.

Grissin Bon Reggio Emilia: 5.5

Come per Trento, anche per Reggio Emilia si tratta di una mezza delusione. La compagine allenata da Maurizio Buscaglia aveva allestito in estate un roster di tutto rispetto, con giocatori del calibro di Josh Owens e Simone Fontecchio, oltre che Gal Mekel, botto finale di un’offseason sfavillante. Poi però è sempre il campo a parlare e gli emiliani non hanno messo sul parquet tutto il proprio potenziale, subendo qualche sconfitta di troppo in casa. Poi sappiamo quant’è equilibrato il campionato italiano e veramente una domenica sbagliata può comportare la tua presenza o la tua assenza nelle Final Eight e poi nei playoff.

Virtus Roma: 7

La società capitolina ha vissuto un più che discreto girone d’andata, specialmente nella prima metà. Inizialmente Jerome Dyson e Davon Jefferson hanno predicato pallacanestro – come ci si aspettava – aiutati dal giovane classe 1998 Tommaso Baldasso, una delle rivelazioni di questa prima metà di stagione. Poi però gli acciacchi fisici dei due sopracitati e qualche risultato negativo di troppo non hanno permesso alla Virtus di poter rimanere ai piani alti della classifica e l’hanno costretta tornare a guardarsi le spalle, perché il penultimo posto è distante solamente due vittorie.

De’ Longhi Treviso: 6

Da neo promossa qual è, la De’ Longhi sta facendo il suo campionato da lotta salvezza. Certo, viste le premesse ci si aspettava qualcosa in più e non solamente 6 vittorie in 16 gare, però tantissimi giocatori, italiani e non, non avevano mai giocato nella nostra Serie A e tante gare sono state perse proprio per mancanza di cinismo ed esperienza. Treviso ha più volte dilapidato vantaggi superiori alla doppia cifra, tra l’altro contro dirette concorrenti per quella zona che va dalla salvezza ai playoff, e che pesano – in negativo – come un macigno. La strada però non è impossibile e Max Menetti e David Logan quasi sicuramente condurranno i trevigiani a questa salvezza. Poi chissà…

OriOra Pistoia: 6

Il livello del roster dei toscani non è di alto livello, anzi, e avere cinque vittorie non è un bottino del quale ci si può affatto lamentare. Coach Michele Carrea è un neofita della Serie A, ma sta facendo un ottimo lavoro con il materiale umano a sua disposizione e Pistoia, se finisse oggi il campionato, sarebbe matematicamente salva. Il girone di ritorno sarà difficile – ancor di più di quello d’andata se possibile, perché tutti quanti avranno bisogno di punti per i vari obiettivi da raggiungere – e il PalaCarrara non smetterà mai di sostenere i propri beniamini finché la matematica concederà loro le speranze di salvezza.

Allianz Pallacanestro Trieste: 5

A inizio stagione si sapeva che i giuliani non avevano un roster da primi posti, forse nemmeno da playoff, però sarebbe stato davvero difficile pronosticare un girone d’andata così tanto deficitario. I problemi sono stati tanti e più di tutti di mercato, perché moltissime scommesse estive non sono state vinte: non è un caso che pochi giorni fa sia stato firmato Deron Washington e ieri sia arrivato l’annuncio di Ricky Hickman in cabina di regia. Questi due, con l’esperienza di Hrvoje Peric, proveranno a traghettare l’Allianz – main sponsor di un certo livello – alla salvezza, anche se non sarà una vera e propria passeggiata di salute.

Carpegna Prosciutto Basket Pesaro: 4

C’è veramente poco da dire. Il voto giusto sarebbe stato 0, come le vittorie conquistate in tutto il girone d’andata. Il mercato è stato un vero e proprio disastro – tolto il solo Jaylen Barford, secondo per media punti di tutto il girone d’andata – e la correzione è stata pure peggio perché Troy Williams, ex NBA, non ha dato per niente la scossa alla banda allenata da coach Giancarlo Sacco, arrivato in corsa dopo l’esonero di un incolpevole Federico Perego. La verità è che la Carpegna Prosciutto è già retrocessa, a meno di un miracolo praticamente mai visto nella storia del basket italiano e forse nella storia dello sport in generale. Ma il basket è abituato a regalarci miracoli. Chissà.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.