SouthWest Division: i Rockets di Howard, i nuovi Pelicans e i ‘vecchi’ Spurs

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Dopo aver visto la situazione nella Pacific Division continuiamo il nostro viaggio. Questa volta ci spostiamo verso il Texas per andare a leggera la situazione della SouthWest Division.
Dominata dagli Spurs negli ultimi anni, la SouthWest sarà una divison da tener particolarmente d’occhio il prossimo anno, per tanti motivi. A partire dal colpo dell’estate, Howard a Houston, continuando per i vice campioni NBA e finendo a New Orleans dove da quest’anno cambieranno parecchie cose.
Il livello è in generale molto alto, tanto che non credo nessuno si sorprenderà se 5 degli 8 spot disponibili per i PO saranno occupati tutti da squadre di questa divison. Partiamo dall’alto: i San Antonio Spurs. Popovich, Duncan, Parker e la loro ciurma saranno pronti anche quest’anno a dar del filo da torcere a OKC e Miami. L’unica aggiunta di peso è quella del nostro Marco Belinelli che nel sistema Spurs potrebbe far ancor meglio dello scorso anno. Le caratteristiche tecniche dovrebbero aiutarlo e anche Popovich sembra intenzionato a farlo. Non ci soffermiamo più di tanto sugli Spurs, le novità sono minori rispetto altrove e su di loro abbiamo speso già tante parole in passato.

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agli Spurs per il dominio della division sono i Rockets. Fare previsioni su di loro risulta molto difficile, come tutte le squadre che cambiano tanto in una sola estate avranno bisogno di adattarsie, dopodichè inizieremo a capire se la “nuova creatura” sarà simile ai Miami Heat 2010-2013 o si rivelerà un flop come i Lakers dello scorso anno. Innanzitutto c’è da capire come vorrà giocare McHale, se con il duo Asik-Howard in quintetto (opzione poco praticabile secondo un mio personale parere) o deciderà di sacrificare Asik facendolo partire dalla panchina e facendolo giocare un numero ristretto di minuti. Nel secondo caso dovremo capire anche chi sarà il quinto titolare oltre a Lin, Harden, Parsons e appunto Howard. Tecnicamente hanno molti punti a favore, ci sono molte analogie con la squadre che Howard trascinò in finale nel 2009: lui al centro, circondato da un gruppo di tiratori di primissimo livello (Harden, Parsons, ma non solo, ci sono anche Garcia, R.Williams,Aaron Brooks…), nel complesso una squadra intenzionata a correre, ad appoggiare la palla dentro e colpire con uno scarico fuori dall’arco o direttamente con i lunghi nel cuore dell’area. Come detto in precedenza potremo essere davanti ad un flop assoluto se Harden e compagni non riuscissero a trovare la giusta chimica, ma in questo caso vi è una buona flessibilità e delle buone risorse nel roster per lavorare sul mercato e magari giungere ad un 4 esterno che potrebbe essere, una volta di più, la chiave del buon gioco.

Ci sentiamo di giudicare un gradino sotto Rockets e Spurs i Memphis Grizzlies. Dopo la cessione di Gay della scorsa stagione hanno perso molta qualità offensiva e ciò si è ben visto negli ultimi playoff culminati con la sconfitta per mano dei San Antonio Spurs. La principale novità è l’allenatore, dopo degli ottimi anni insieme i Grizzlies e Lionel Hollins hanno deciso di separarsi. Al suo posto Dave Joerger, giovane e con non molta esperienza (dopo la D-League è stato vice dello stesso Hollins fino allo scorso anno) avrà come compito principale quello di migliorare il gioco offensivo della sua squadra.
Lo starling five rimane quello del finale della scorsa stagione, un quintetto solido e adatto a giocare un basket non velocissimo ma molto ragionato. Un altro problema che ha limitato i Grizzlies negli ultimi PO è stata la panchina: troppo corta e spesso priva di energia, dinamismo e talento, a questo la società ha cercato di rimediare firmando Mike Miller, che senza dubbio servirà nei Playoff, e Kosta Koufos, autore di un ottima stagione a Denver. Da considerare, soprattutto in ottica futura, ma anche nel presente, anche se temo con pochissima continuità, gli arrivi di Fab Melo e Nick Calathes che vanno ad aggiungersi a Tony Wroten (playmaker con un particolare stile di gioco che aveva ben figurato in NCAA, vedremo se quest’anno avrà lo spazio necessario per esprimersi anche tra i PRO).

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Chi dovrà lottare tanto per raggiungere i playoff sono invece Mavericks e Pelicans (non ci dite che non sapete ancora dei nuovi New Orleans Pelicans!). Personalmente credo che Mark Cuban e Dell Demps in estate abbiano lavorato davvero molto bene, di conseguenza non mi stupirei di vedere sia Mavs che Pelicans ai PO, anche se la lotta ad Ovest sarà, tanto per cambiare, lunga e sfiancante.
Capitolo New Orleans. Con una buonissima mossa la sera del Draft hanno sfruttato Noel, scelto con la 6 ma evidentemente destinato ad uno scambio, per giungere a Jrue Holiday. Scelto che inizialmente ha suscitato qualche dubbio vista l’ultima stagione di Greivis Vasquez a New Orleans, ma giustificata poi dai movimenti futuri. Poche settimane dopo infatti arriva un altro buon colpo per i Pelicans, un sign and trade che porta Tyreke Evans in Louisiana e Vasquez ai Kings. Per completare un roster giovane e interessante vengono firmati anche due specialisti: Greg Stiemsma, grande stoppatore e Anthony Morrow, infallibile tiratore. Il roster è lungo e ricco di giovani talenti e di certo potrá far bene nel futuro, resta da capire se i Pelicans riusciranno ad esprimersi ad alti livelli già il prossimo anno, senza dubbio ci sarà bisogno del riscatto di Gordon ed Evans, due giocatori di primo livello reduci da stagioni non proprio soddisfacenti, servirà una crescita da parte dei giovanissimi come Aminu, ma soprattutto Anthony Davis ed una conferma di Ryan Anderson e Jrue Holiday che, invece, arrivano da stagioni molto molto confortanti. Non ce la sentiamo di sbilanciarci dando un pronostico preciso, ma di sicuro i Pelicans lotteranno per entrare nei Playoff, se c’è la faranno dipenderà solo da loro, grazie al loro GM hanno però tutte le carte in regola per farcela.

Così come a New Orleans, anche a Dallas ci saranno tante novitá. Ancora una volta Mark Cuban ha puntato ai Top Free Agent ma ne è uscito sconfitto. Si è dovuto accontentare di “pezzi minori” come Monta Ellis, Jose Calderon, Devin Harris e Samuel Dalembert. Malgrado ciò è stato in grado di costruire una squadra niente male. Lo starting five non è ancora ben definito e probabilmente non sarà fisso per tutta la stagione, un po’ come lo scorso anno. Con due attaccanti come Ellis e Nowitzki, un distributore come Calderon ed una panchina lunga, ricca di esperienza e di giocatori con punti nelle mani i Mavs potrebbero creare problemi a chiunque. Come detto per i Pelicans, anche i Mavericks sono una squadra “nuova” che, sulla carta, ha tutto per far bene, per raggiungere i PO e dare fastidio alle squadre di primo livello; nella Western Conference di oggi, però, non si può pronosticare nulla, dovranno dare il massimo per classificarsi tra le prime 8.

Luca Diamante

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