Negli ultimi giorni ha fatto scalpore, nel mondo NBA, un ragazzo italiano che abbiamo poi scoperto essere Stefano Donati, giovane ventenne di Firenze che, durante una delle ultime partite stagionali dei New York Knicks al Madison Square Garden contro Orlando, ha esposto uno striscione con su scritto: “Ho viaggiato 17 ore dall’Italia soltanto per incontrare Frank Ntilikina”. Il fiorentino non è passato inosservato, tant’è che addirittura il profilo Instagram ufficiale della NBA ha pubblicato il video mentre le telecamere lo inquadravano.
Inizialmente il classe 1998 francese non si era accorto di lui ma poi ci ha pensato Jarrett Jack a fargli notare lo striscione del nostro Stefano, esposto nella partita contro gli Orlando Magic.
BasketUniverso ha raggiunto in esclusiva il protagonista di questa incredibile vicenda che ci ha spiegato questa sua “strana” passione per Frank Ntilikina che, con il dovuto rispetto, non è né LeBron James né Kevin Durant ed ha ancora tutto da dimostrare in NBA nonostante un’annata da rookie tutto sommato positiva: «Ho iniziato a seguirlo ai tempi di Strasburgo, mi sono letteralmente innamorato del suo modo di giocare ed ero sicuro che sarebbe finito in NBA. Quando è stato draftato dai New York Knicks mi sono detto: “Prima o poi andrò a vederlo giocare al Madison Square Garden”. E ho colto l’occasione del mio viaggio negli States per farlo». Stefano si trovava infatti negli USA con altri due amici per una vacanza, ma essendo l’unico del gruppo interessato al basket perciò al MSG ci è andato da solo, sia per la partita contro Orlando che quella contro Milwaukee. Perché dopo la gara con i Magic non è successo nulla, a parte essere inquadrato dalla televisione: «Purtroppo dopo il match con Orlando non sono riuscito ad incontrare Ntilikina, ma non mi sono perso d’animo e ho deciso di prendere il biglietto anche per la sfida con i Bucks. Sapevo che sarei riuscito ad incontrarlo. Arrivo al palazzo alle 17.45, i cancelli aprono alle 18.00, e appena entro mi si avvicina un uomo della security che mi dà un pass post gara. Lì capisco che il mio sogno si sarebbe realizzato. Dopo la partita si avvicinano quattro persone tutte vestite di nero che mi scortano fino alla sala buffet, dove ci sono anche altri giocatori, compreso Michael Beasley. Aspetto qualche istante e poi arriva Frank. Un’emozione unica. Ci siamo fermati per una decina di minuti a chiacchierare: mi ha fatto molte domande e io ne ho fatte a lui. Al termine dell’incontro mi ha regalato le sue scarpe autografate e una maglietta pre-gara. Non ci potevo credere!”.
Un vero e proprio sogno che si realizza per un ragazzo qualunque, che non ha mai smesso di crederci. La sua foto con Ntilikina è addirittura fissata in alto sul profilo Twitter dei Knicks, che rimane comunque una delle franchigie più seguite al mondo, nonostante i pessimi risultati degli ultimi anni.
And it was worth it 🙌#ThisisWhyWePlay pic.twitter.com/jIGBIfdPnR
— NEW YORK KNICKS (@nyknicks) 8 aprile 2018
Thank you for everything my friend !🙏🏾🙏🏾🙏🏾 #ThisIsWhyWePlay https://t.co/0nlOwmlcfB
— Frank Ntilikina (@FrankLikina) 8 aprile 2018
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