Dopo ormai un paio d’anni dal suo ingresso nel “nuova” Torino Basket, Stefano Sardara sta iniziando a interrogarsi sul futuro della squadra gialloblu: l’intenzione iniziale era quella di fare da “traghettatore” verso la cessione della squadra ad un imprenditore locale non appena si fosse raggiunta la Serie A, tuttavia le cose potrebbero alla fine cambiare.
In un’intervista comparsa oggi sulle pagine di Tuttosport, Sardara ha sollevato parecchi dubbi sulla reale possibilità di cedere Torino ad un imprenditore locale:
Vorrei essere chiaro: siamo arrivati due anni fa per essere una sorte di safety car che accompagnasse il basket torinesi verso lidi più sereni. Ma aldilà dei tifosi sempre vicini, delle istituzioni e degli sponsor, devo registrare che nessun imprenditore locale ha manifestato interesse. E io tra qualche mese dovrò tirare le somme, che sia per la Serie A o per la A2. Per chi stiamo facendo questo sforzo, questo lavoro? Non voglio criticare nessuno, può essere che il basket non interessi l’imprenditoria torinese, che ci siano altre priorità. È legittimo, non lo discuto. Però devo trarne le conseguenze, preciso che non siamo stati a guardare ma abbiamo bussato a tante porte.
E sull’ingresso della cordata turca, comprendente anche coach Ergin Ataman, presentato la scorsa estate:
Abbiamo trovato partner disponibilissimi ad affiancarne altri, magari a subentrare. Ma i turchi pensano al business, agli affari. Nulla vieterebbe loro, una volta verificato il risultato economico, di trasferire il progetto altrove. Serve piuttosto passione, legame col territorio, per portare avanti il progetto basket. Bisogna essere un po’ tifosi, come lo sono io a Sassari e come lo sono altri presidenti in Serie A.
Colpa del Covid? Anche prima della pandemia, quando portavamo 2.000 spettatori al palazzetto, non abbiamo trovato interlocutori.
Per concludere, sulle possibilità di lasciare il club a fine stagione:
Rifletto. Avrebbe senso per me proseguire anche in A2 se non c’è legame col territorio? È la mia preoccupazione, anche in vista delle nuove regole di Legabasket, bisogna organizzarsi per tempo. Con quale leggerezza potrei presentarmi al tavolo senza un futuro locale? Chi gestirebbe poi? Reale Mutua ha sposato il progetto e fornito una risposta unica nel nostro panorama, offrendo continuità e anche un aumento del contributo in caso di Serie A. Ma siamo tutti d’accordo: dobbiamo chiederci chi siamo e dove stiamo andando.
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