Steve Nash è tornato al centro dell’attenzione mediatica dopo essere diventato head coach dei Brooklyn Nets e ancora di più dopo aver scelto Mike D’Antoni come suo assistente.
In una recente intervista al New York Post l’ex play dei Suns ha parlato della reazione che ha avuto quando è venuto a conoscenza della morte di Kobe Bryant.
Mi trovavo a Los Angeles, stavo giocando a tennis e non ho provato niente, sono diventato subito distaccato, non so se fossi sotto shock o se avessi attivato un meccanismo di difesa. Mi è servito tanto tempo per rendermi conto della cosa e ancora oggi non mi sembra vero. Abbiamo battagliato per tanti anni e siamo stati anche compagni di squadra, è stato stranissimo. Non ci vedevamo da qualche anno ma era come se fossimo rimasti insieme, avevo la sensazione che ci saremmo rivisti. Per me è stato molto difficile affrontare questo avvenimento.

Il basket è una malattia di famiglia.
Diplomato al liceo classico all’ombra delle millenarie mura ciclopiche di Alatri, nel cuore della Ciociaria, poi laureato in lingue presso l’Università di Roma Tor Vergata e successivamente studente del master “Comunicare lo Sport” della Cattolica a Milano.
Sono giornalista pubblicista, istruttore minibasket, allenatore e (quasi ex) playmaker. Sono stato responsabile marketing e comunicazione del Basket Ferentino (A2), nonché dipendente della FIP Lombardia.
Da Novembre 2017 sono direttore responsabile di BasketUniverso.