Terza finale dell’epoca dei Big Three tra incertezze, infortuni e fantasmi

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“Not one, not two…” Come poter dimenticare quell’ 8 luglio 2010, il giorno in cui LeBron James iniziò ad essere odiato da gran parte dei tifosi NBA, ma soprattutto da quelli dei Cleveland Cavaliers che da un momento all’altro passarono dalla possibilità di vincere un titolo alla speranza di accedere ai Playoff.

Qualsiasi momento successivo della vita di LeBron James sarà collegato con “The Decision”, dalla crisi con cui inizio la sua avventura in maglia Heat, alle Finals perse contro Dallas, al suo cambio di personalità, alla cavalcata dello scorso anno, fino ad arrivare alla striscia vittoriosa di questa stagione e… alle finali che inizieranno questa notte! Quell’episodio accompagnerà James per tutta la carriera, proprio per “colpa” di quella frase: “Not one, not two, not three, not four, not five, not six, not seven”.

James, Wade, Bosh e compagni, rafforzati dall’arrivo di Ray Allen, hanno giocato una Regular Season ad alti livelli, dominando la loro conference e dimostrando di poter vincere ancora, purtroppo per loro però nei Playoff tutte le accuse e le frasi pronunciate nei loro confronti durante gli anni sembrano di colpo tornare nell’aria e le conseguenze sono facilmente visibili. La pressione è alle stelle ed ancora una volta non possono fare altro che vincere, in caso contrario si potrebbero alzare nuovamente i polveroni messi a tacere con l’anello dello scorso anno.

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Dopo Dallas e Thunder tocca ai San Antonio Spurs in quella che forse sarà la finale più interessante delle tre e non solo per motivi relativi al basket giocato. Miami arriva però alle finali con meno certezze rispetto allo scorso anno e con un problema, un grande problema: Dwyane Wade. 14 punti di media nei Playoff e 44% dal campo (e una sola tripla a bersaglio in tutti i PO) sono le due statistiche che inquadrano meglio il momento di D-Wade, ma numeri a parte la sensazione è che contro una corazzata come quella allestita da Coach Popovich sia necessario il miglior Wade. Se, infatti, contro Indiana sono bastate solo due partite giocate in modo decente (la prima e l’ultima) ciò potrebbe non accadere in Finale contro una squadra molto più esperta dei Pacers e pronta a colpire nei momenti giusti.

Discorso Wade a parte Spoelstra dovrà trovare delle altre certezze che mancano rispetto a 12 mesi fa. Anche Battier, infatti, non sembra al meglio della condizione fisica, il cecchino e il difensore perfetto degli scorsi Playoff sembra essere un passo indietro: troppa insicurezza, minor impatto su entrambe le metà campo ma soprattutto un orribile 22% da 3 durante questi playoff (che scende addirittura ad un 2 su 15 nell’ultima serie). Per non dire che Spolestra ha addirittura preferito far giocare Mike Miller in gara-7, lasciando Shane in panchina per tutti i 48 minuti. Situazione confusa, alla quale va aggiunto anche Ray Allen, arrivato per dare una mano nei momenti decisivi ma capace di totalizzare soltanto 8.8 e 7.1 punti di media nelle serie contro Chicago e Indiana. Anche da lui ci si sarebbe potuto attendere un impatto migliore, soprattutto nei PO,  ma questo è un giudizio strettamente personale.

Malgrado queste piccole (ma non tanto) differenze rispetto allo scorso anno la chiave rimane la stessa: se si riesce a mettere in difficoltà gli avversari in attacco limitando i danni difensivi del quintetto piccolo allora le possibilità di vittoria sono molto alte. No, non proprio, lo scorso anno si giocava contro i Thunder e Brooks, materiale ben diverso dagli Spurs e Popovich che sicuramente renderanno il concetto più complesso e articolato di quanto detto sopra. Come detto ieri nell’analisi sui San Antonio Spurs, infatti, Popovich ha a disposizione troppe chiavi tecniche e tattiche e, come successo contro i Grizzlies, potrà giocare con un quintetto piccolo in qualsiasi momento del match o decidere di mettere sotto Miami dal punto di vista fisico giocando con il duo Splitter-Duncan.

Le finali NBA 2013 saranno interessantissime proprio perchè ad oggi nessuno è in grado di dire chi e perchè vincerà, quali saranno le mosse decisive, quale sarà l’impatto dei singoli e quanto varrà per gli Heat l’esperienza accumulata negli ultimi anni. Si inizia stanotte alle 3, non sappiamo quando si finirà, ma di sicuro ci divertiremo!

 

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Luca Diamante

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