Top&Flop del 2014 NBA: Leonard MVP, Curry stratosferico, ma è Davis la Star del futuro. Hibbert crolla con i Pacers, JR Smith e D-Will irriconoscibili

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leon mvp1° Kawhi Leonard

Per ora rimangono gli Spurs di Duncan, ma lo saranno ancora per poco. Nonostante il rinnovo non sia ancora arrivato pare chiaro che Leonard è l’uomo giusto per Popovich e gli Spurs, e San Antonio è la sua casa cestistica. Lo piazziamo al primo posto non per il valore assoluto, giocatori come KD, James e Bryant sono ancora superiori a Kawhi, ma non sono riusciti a fare ciò che lui è ha fatto lo scorso anno. Scelto alla #15, Kawhi ha intrapreso con gli Spurs un cammino particolarmente redditizio che lo ha portato ad essere il più giovane MVP delle Finals NBA. Ha contenuto LeBron James per 5 gare, nelle ultime è stato il migliore in campo dei suoi anche in attacco, ma soprattutto ha garantito per tutto l’anno una quantità di “piccole cose” che spesso portano una squadra alla vittoria. Personalmente credo che senza Kawhi, o con un rendimento ridotto del giocatore, i San Antonio Spurs non avrebbero vinto il titolo NBA 2014, o sicuramente non lo avrebbero fatto con così tanta facilità. Pop e il resto dello staff hanno scelto bene, stanno facendo di Leonard la superstar del futuro e anche se il rinnovo non è arrivato le possibilità di vederlo presto lontano dal Texas sono quasi nulle.

curry (1)2° Stephen Curry

24.5 punti, 8.5 assist, oltre 4 rimbalzi, 3.3 triple segnate tirando con il 43% in poco più di 36 minuti. Queste sono le statistiche che Stephen Curry ha messo su lo scorso anno che, se non fosse stato per l’alieno Kevin Durant (che non abbiamo inserito nella classifica solo per il fatto che in questo inizio di stagione ha giocato pochissimo) sarebbero probabilmente valse l’MVP, sempre con il permesso di “The King”. MVP che quest’anno sembra ancor di più a portata di mano, non tanto per le statistiche che sono leggermente più basse, anche se è calato notevolmente il minutaggio, quanto per gli ottimi risultati che i Warriors stanno raggiungendo. Il cambio di allenatore ha permesso a Steph e compagni di compiere il definitivo salto di qualità, ora non hanno più scuse, l’obiettivo si chiama “Anello NBA”. Tornando a Steph, il giocatore talentuoso ma con enormi problemi fisici e con le caviglie di cristallo sembra solo un ricordo, i dolori e gli “stop” non impensieriscono Stephen Curry da oltre due anni e il periodo buio sembra ormai superato. Ora abbiamo davanti l’attaccante più pericoloso della NBA, magari non il più completo o il migliore in 1 vs 1, ma sicuramente quello che costringe le difese al maggior numero di adeguamenti e che ha il maggior numero di punti nelle mani in pochi secondi. Se non vi piace come gioca Curry, non vi piace il basket.

 

davis usa3° Anthony Davis

Parlavamo di superstar del futuro, ecco la prossima. Per lui vale lo stesso discorso fatto con Leonard, attualmente non sono il primo ed il terzo giocatore più forte della NBA, ma sono due giocatori che hanno fatto benissimo nel 2014 e che continueranno a far bene anche nei prossimi anni. Anthony Davis ha chiuso la scorsa stagione, e con ogni probabilità chiuderà anche questa, con più di 20 punti, 10 rimbalzi e 2 stoppate di media, chi ci è riuscito oltre lui? Nessuno. Ma la crescita esponenziale continua, quello che era considerato un attaccante limitato segna oltre 24 punti di media, anche se va specificato il numero di possessi a sua disposizione e il fatto che il gioco in post sia ancora molto carente. Ciò che mi preoccupa è proprio questo: un lungo che non tira da tre, che non ha gioco in post affidabile come può segnare 24 di media con il 56% dal campo? Cosa succederà quando, come è probabile che sia, Davis aggiungerà al suo bagaglio tecnico almeno un opzione tra tiro da tre e gioco in post? Nonostante ciò la metà campo offensiva non è il suo forte, basta a rendere l’idea di ciò che AD potrà diventare?

La buttiamo là, l’anno prossimo ci ritroveremo a classificare i migliori del 2015 e siamo convinto che almeno tra i primi 3 il nome di Anthony Davis ci sarà, sensazione condivisa?

 

jonohibbert

1° Roy Hibbert

Nei playoff del 2013 i Pacers rischiarono di eliminare i Miami Heat che avrebbero poi vinto l’anello grazie anche alle prestazioni di Roy Hibbert tanto che il valore del giocatore subì un deciso innalzamento subito dopo quella serie. La scorsa regular season di Hibbert è stata caratterizzata, come quella dei Pacers in generale, da alti e bassi, un primo periodo ad alto livello, e un netto peggioramento negli ultimi 2 mesi di stagione regolare. Dal febbraio del 2014 il lungo dominante sul quale i Pacers e Frank Vogel avevano fatto affidamento subisce una metamorfosi negativa che culmina con dei playoff ai limiti della decenza tanto che nel nuovo scontro contro i Miami Heat, i Pacers non hanno mai dato l’impressione di essere ai livelli dell’anno precedente. Dopo un finale così deludente, l’infortunio di Paul George e la cessione di Lance Stephenson, Roy Hibbert si è trovato nella difficile situazione di essere l’uomo franchigia dei Pacers, quantomeno fino al rientro di David West. Hibbert che non ha le caratteristiche da trascinatore offensivo non è riuscito ad imporsi ed il risultato non sono tanto le magrissime statistiche (11 punti e 6.7 rimbalzi, ma 2 stoppate di media) quanto il rendimento scarsissimo su entrambe le metà campo degli Indiana Pacers che attualmente viaggiano a 12 vittorie e 21 sconfitte. Certo, non è solo colpa di Roy Hibbert, ma di certo il centro dei Pacers non sta facendo nulla per migliorare la situazione.

jr derek2° JR Smith

Dopo la straordinaria annata 2012-13 culminata con un meritatissimo “Sixth Man Of The Year“, JR Smith ha firmato un contratto da 6 milioni annui senza però confermarsi sul campo. Così come per i New York Knicks (dei quali abbiamo parlato ieri, CLICCA QUI), le ultime due stagioni di non sono state positive neanche per JR Smith che ha degli evidenti problemi nel trovare il suo ruolo in una squadra disordinata. Attualmente è uno dei giocatori peggiori della lega in relazione al potenziale ed al contratto anche perchè  l’impatto che garantiva due anni fa, ma in parte anche lo scorso anno è solo un ricordo. Come se ciò non bastasse non sembra rientrare nei piani di Phil Jackson e Derek Fisher e, probabilmente,  non sfrutterà la player option da oltre 6 milioni di dollari per il prossimo anno e sonderà il mercato dei Free Agent. Le statistiche parlano chiaro, 10 punti di media con il 40% dal campo e il 32% da tre, troppo poco, soprattutto se ti trovi in una squadra come i Knicks dove, oltre Carmelo Anthony, c’è ben poco.

d will 3° Deron Williams

Deron Williams che alcuni anni fa era tra i migliori playmaker della lega è arrivato nel New Jersey nel febbraio del 2011. Come JR Smith però non è riuscito a confermarsi e le sue prestazioni sono calate gradualmente. Da quando i Brookly Nets hanno acquistato Joe Johnson prima, Garnett e Pierce poi, chi più ha risentito del progetto fallito è stato probabilmente lo stesso Deron Williams, arrivato nel New Jersey per portare al titolo una squadra costruita intorno a lui. Mentre Kevin Garnett è prossimo al ritiro, Joe Johnson ha superato i 33 anni e Paul Pierce ha già fatto le valigie,  D-Will sta spendendo i migliori anni della sua carriera in una squadra priva di una precisa organizzazione e sicuramente questo non lo renderà felice. Le ultime news parlano di un Prokhorov rassegnato, pronto a cedere Williams, Joe Johnson e Brook Lopez pur di liberare il cap e ripartire da zero. A D-Will sembrano essere interessati i Kings, ma sicuramente verrà contattato da altre squadre prima della deadline di febbraio. A Deron Williams auguriamo una svolta nel 2015, magari accompagnata dal cambio di squadra, ma soprattutto gli auguriamo di tornare ad essere il playmaker offensivamente straordinario che era ai tempi degli Utah Jazz.

Luca Diamante

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