Top&Flop NBA: Warriors asfaltano Cavs e Spurs, Cousins e Kemba Walker i re delle statistiche

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I protagonisti dell’ultima settimana NBA sono senz’altro i Golden State Warriors capaci di asfaltare le due dirette avversarie nella lotta al titolo e provocare l’esonero di David Blatt che ha sconvolto il mondo NBA. Da notare che proprio in settimana è tornato ad allenare coach Steve Kerr dopo aver subito due interventi alla schiena. Per quanto riguarda i singoli occhi puntati su DeMarcus Cousins in primis, ma anche sulle incredibili prestazioni di Kemba Walker (che ha stabilito il massimo di punti segnati nel Martin Luther King Day) e James Harden che sta letteralmente trascinando i Rockets ai playoff. 

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TOP PLAYER(S) – DeMarcus Cousins, James Harden & Kemba Walker

Il migliore in assoluto è stato sicuramente DeMarcus Cousins che dopo una partenza caratterizzata da alti, bassi e problemi fisici ha finalmente trovato la forma migliore. Con Rajon Rondo formano una coppia offensivamente devastante capace di battere svariati record statistici e proprio  dal gioco che stanno costruendo i due dipenderanno le sorti dei Sacramento Kings. Ad oggi occupano l’ottavo posto ad Ovest ma il record è ancora negativo e le possibilità di migliorare ulteriormente non mancano. Torniamo a Cousins: non pensiamo sia esagerato dire che un lungo così dominante come il Cousins degli ultimi 7/10 giorni non si vedeva da anni in NBA. 11 doppie doppie consecutive, 41 punti, 14 rimbalzi, 3.5 assist e 3/6 da tre nelle ultime 4 partite. 48 e 13 nella vittoria contro Indiana e come se non bastasse questa notte contro Charlotte ha superato nuovamente il massimo in carriera siglato pochi giorni fa: 56 con 21/30 e 12 rimbalzi che è anche il massimo stagionale per l’intera lega. Shaquillesco.

Da evidenziare anche le settimane di Kemba Walker e James Harden. Il primo ha stabilito il suo massimo in carriera e massimo di punti segnati nel MLK Day proprio 8 giorni fa quando contro Utah ha segnato ben 52 punti conditi da 9 rimbalzi e 8 assist sfiorando una tripla doppia dalle proporzioni storiche. Nei 4 match seguenti ha guidato gli Hornets, martoriati dagli infortuni, a 3 vittorie su 4 partite con 28, 5 e 6 di media dimostrando una certa freddezza nei finali dei match.

30 punti, 12 rimbalzi e 10 assist di media nei 4 match disputati in settimana da James Harden che ha conquistato la vittoria in 3 di questi 4. Come evidenziano le statistiche Harden ha preso per mano i Rockets da ogni punto di vista gestendo completamente l’attacco, i giochi e il ritmo della partita. Grandiosa la prestazione contro Detroit (33, 17 rimbalzi e 14 assist), replicata 4 giorni dopo contro i Mavs (23, 15 rimbalzi e 10 assist). Il ritorno di Smith sembra aver fatto bene ai Rockets che nell’attesa di ritrovare Howard consolidano la loro posizione.

FLOP PLAYER – LaMarcus Aldridge

Aldridge ha disputato solo due partite negli ultimi 7 giorni senza incidere più di tanto. Ha tirato complessivamente 5/18 dal campo e segnato 12 punti con 8 rimbalzi. Se con i Phoenix Suns non c’è stato bisogno del suo impegno, sicuramente poteva fare di più nel match contro i Golden State Warriors durante il quale è stato letteralmente immobilizzato dal duo Bogut-Green tanto da avere più palle perse che canestri dal campo.

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TOP TEAM – Golden State Warriors

Hanno interrotto le due strisce positive più lunghe della lega con una facilità disarmante ed hanno strapazzato anche Pacers e Bulls dimostrando che allo stato attuale non possono essere fermati. Stephen Curry è in forma smagliante e sembra aver recuperato dai problemi fisici che non più tardi di un mese fa avevano fatto temere uno stop di alcune settimane. Nella notte hanno imposto il loro ritmo e il loro gioco ai San Antonio Spurs che non hanno avuto una singola chance di uscire vincitori dalla Oracle Arena e nonostante siano, numeri alla mano, la miglior difesa della lega hanno subito ben 120 punti. Va considerato che era assente Tim Duncan, ma la prova di forza della squadra di Kerr fa tremare quanti non tifino per loro. Il rischio che si corre quando si vincono due match decisivi in questo modo è quello di prendere alla leggera il resto della stagione e soprattutto i playoff. Steve Kerr e i suoi hanno già dimostrato di essere molto maturi da questo punto di vista nonostante la giovane età di molti giocatori, ma la strada verso i PO è ancora lunga e la testa di serie #1 non è così scontata.

FLOP TEAM –  Chicago Bulls

Nelle ultime 10 partite hanno ottenuto solo 3 vittorie, una contro i 76ers, una contro Detroit e una contro la falsa copia dei Cavs scombussolata dall’esonero di David Blatt. Per i Chicago Bulls non sembra essere neanche questo l’anno giusto per il definitivo assalto al titolo, il problema è che potrebbe essere anche l’ultimo visto che probabilmente sia Noah che Gasol non ci saranno il prossimo anno. Tra litigi, problemi e le tantissime partite di pausa che si concedono, i Bulls hanno appena 25 vittorie in 44 partite, troppo poco per una squadra che può vantare uno dei roster migliori della lega, almeno sulla carta. Ora hanno i Boston Celtics (che hanno un roster di gran lunga inferiore) alle spalle e la loro quarta posizione è a rischio: nella Eastern Conference di quest’anno non si possono compiere passi falsi, rischi di trovarti fuori dalle prime 8 senza neanche accorgertene.

Luca Diamante

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