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Torna a casa, Wilt Chamberlain

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Il 15 gennaio 1965 Wilt Chamberlain si trasferì da San Francisco a Philadelphia, in cambio di Paul Neumann, Lee Shaffer, Connie Dirking e un conguaglio economico. Per quanto lo scambio abbia coinvolto i San Francisco Warriors, la trade era completamente Philadelphia-centrica.

 

Gli antefatti

Chamberlain, nativo di Philly, era infatti stato draftato dai Philadelphia Warriors nel 1959, dopo un anno di militanza negli Harlem Globetrotters. Dopo tre stagioni, nel 1962 gli Warriors furono venduti e la franchigia si spostò a San Francisco, nel malcontento generale dei tifosi che si ritrovarono senza una squadra di basket. Il trasferimento sulla costa ovest causò un vero e proprio esodo anche tra i giocatori: Tom Gola e Paul Arzin, secondo e terzo violino degli Warriors ed entrambi nativi di Philadelphia, lasciarono la franchigia. Il primo pretese uno scambio mentre il secondo addirittura si ritirò dal basket giocato.

A differenza dei compagni, Wilt decise di dare una chance alla West Coast e rimase due stagioni a San Francisco, chiudendo con i consueti numeri straordinari (40.8 punti e 23.3 rimbalzi di media) e la sua prima apparizione alle Finals, da cui uscì sconfitto per mano di Bill Russell e i Celtics.

Nel frattempo, la città di Philadelphia non rimase orfana della pallacanestro troppo a lungo: nel 1963 vennero fondati i Philadelphia 76ers, nati dalle ceneri dei Syracuse Nationals, gli acerrimi rivali dei Philadelphia Warriors.

 

Lo scambio

Proprio la neonata franchigia della Pennsylvania approfittò delle difficoltà finanziarie dei San Francisco Warriors e del difficile rapporto che Chamberlain aveva sviluppato con allenatore, compagni e tifoseria (sì, non aveva un carattere facile). Con la seguente trade riportò a casa l’ex-Globetrotter:

  • Philadelphia riceve: Wilt Chamberlain
  • San Francisco riceve: Lee Shaffer, Connie Dirking, Paul Neumann e 150.000 $

Nonostante le apparenze, lo scambio è passato alla storia per quanto fosse sbilanciato in favore dei 76ers. Oltre al contante, infatti, i San Francisco Warriors non ricevettero (quasi) nulla di tangibile da Philadelphia. Lee Shaffer, giovane di belle speranze e All-Star ai tempi di Syracuse, seguì le orme di Paul Arzin e piuttosto che trasferirsi a San Francisco decise di ritirarsi. Anche Connie Dirking, 6.5 punti di media fino ad allora, minacciò di ritirarsi se non fosse stato scambiato. Il suo desiderio fu esaudito dagli Warriors, che lo spedirono a Cincinnati dove riuscì a farsi un nome. Paul Neumann, infine, rimase due stagioni a San Francisco senza mai fare la differenza.

E Wilt? La trade a Philadelphia proiettò il centro nella squadra più talentuosa in cui avesse mai militato. Insieme a Hal Greer andò a formare un’asse devastante, aiutato da un supporting cast di livello. I 76ers raggiunsero le Finali di Conference due volte consecutive, dove si dovettero arrendere ai Celtics di Bill Russell. Al terzo tentativo, Chamberlain e i 76ers riuscirono a sconfiggere i Celtics e a raggiungere le Finals in cui affrontarono – scherzi del destino – proprio i San Francisco Warriors, usciti dalla crisi finanziaria e capaci di ricostruire in fretta una squadra da titolo.

Le due squadre coinvolte nello scambio si affrontarono in sei partite, con l’ultimo match deciso da una giocata difensiva proprio di Chamberlain, che fermò la rimonta degli Warriors (125-122 il risultato finale) e regalò ai Sixers il primo titolo della loro storia. Fu anche il primo titolo vinto da Wilt; un titolo che sapeva di redenzione dopo il record perdente (1-6) contro il rivale storico Russell. Non fu poi l’unico titolo di Chamberlain, che vinse nuovamente nel 1972, ma non più da protagonista e con la maglia dei Lakers.

Niccolò Armandola

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