Treviso-Trieste: le parole di Pillastrini, Fantinelli, Dalmasson e Loschi al termine di gara 3

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La Pallacanestro Trieste stravince al Pala Verde contro Treviso Basket per 86-54 e si qualifica per la finale play-off chiudendo la serie sul 3-0. Al termine della partita i protagonisti del match hanno rilasciato diverse dichiarazioni naturalmente con umori contrastanti: da una parte gli sconfitti Stefano PillastriniMatteo Fantinelli hanno parlato di una incredibile debacle, mentre Eugenio DalmassonFederico Loschi erano euforici al termine della super vittoria giuliana. Di seguito le loro parole.

Il coach di TVB Pillastrini:

«Credo che nessuno si immaginasse che sarebbe finita così. Fa male, dispiace, loro hanno giocato una partita pazzesca, straordinaria. Noi siamo stati sottotono. L’inizio è stato anche buono, pur senza esprimerci al meglio abbiamo costruito buoni tiri, siamo stati in partita nonostante il basso punteggio. Poi ad un certo punto, all’inizio del secondo quarto, non siamo più riusciti a trovare il canestro, sbagliando tiri facili anche da lontano. E loro sono scappati via. Abbiamo provato a rientrare nel terzo quarto, ma Trieste ha trovato canestri pazzeschi con Cavaliero e Mussini. Dispiace per com’è finita e volevo ringraziare i tifosi che sono stati speciali, in una partita così hanno cercato di scuoterci, di starci vicino, di aiutarci. Non è da dimenticare quello che questa squadra ha fatto, abbiamo raddrizzato una stagione difficilissima, ma alla fine abbiamo trovato una Trieste speciale. Abbiamo giocato due buone trasferte, una senza Brown, una senza Antonutti. Stasera ci hanno schiantato. Dobbiamo tenere la testa alta per quello che abbiamo fatto, purtroppo nello sport succede di non riuscire a giocare bene e di non riuscire a fare quello che sei capace di fare e l’avversario gioca un’ottima partita. Onore a Trieste che si è meritata la finale. Non schierare Negri è stata una scelta in quanto in questi playoff stavamo andando bene a difendere con una rotazione a cinque esterni e ho ritenuto di continuare così. E’ chiaro che a posteriori, dopo una sconfitta, si pensa a chi non ha giocato, però complessivamente in difesa le prime due partite sono state positive, è vero che Green è stato notevole, ma abbiamo fatto un buon lavoro sui compagni, limitandoli. Dopo quattro anni sono arrivato alla fine del contratto.
Nei prossimi giorni ci siederemo attorno a un tavolo con la società e parleremo serenamente come abbiamo sempre fatto. Ascolteremo ognuno le parole dell’altro, poi decideremo sul rispettivo futuro».

Il capitano di TVB Matteo Fantinelli: 

«Ce l’ho messa tutta, ci abbiamoprovato tutti. Mi è sembrato invece di rivivere il periodo negativo di dicembre quando al minimo errore la sfiducia si impadroniva di noi facendoci commettere ogni sorta di errore. All’epoca bastava poco, magari un paio di canestri sbagliati, per squagliarci come neve al sole. È accaduto nuovamente stasera, a distanza di oltre cinque mesi. E non so spiegarmi il motivo di tutto ciò. Dopo l’intervallo non abbiamo saputo reagire. Sbagliavamo qualcosa e venivamo puniti da una Trieste perfetta. Non siamo riusciti mai a raddrizzare il corso del match. Bastava una palla persa per aumentare la distanza tra noi e i nostri avversari. Questo divario è assurdo, perché le prime due partite della serie erano state indubbiamente più equilibrate. Le abbiamo perse per errori, è chiaro, ma sempre reagendo. Stavolta no. E non è una questione di differenza di talento. Sono e resto convinto che la nostra formazione sia talentuosa e capace tanto quanto l’Alma. Forse anche di più. Ma stavolta ci siamo bloccati. Forse per emozione, forse perché abbiamo avvertito la pressione del momento. Non so se queste semifinali siano stegate, di sicuro non mi aspettavo di incassare 32 punti in gara3. Questo divario è stato sicuramente pesante. La sola nota positiva è stato il supporto dei Fioi dea Sud. Anche quando eravamo in ritardo di venti punti abbiamo sentito il calore della curva, il sostegno di persone che ci vogliono bene e che fanno di tutto per darci una mano a livello emotivo. Ed in stagione regolare nei momenti più bui, ad esempio a dicembre, non è mai mancato l’affetto dei nostri tifosi che ci sono stati vicini e che ci hanno fatto capire che non eravamo soli: non meritavano un simile epilogo. Quasi tutta la squadra è in scadenza di contratto. Bisognerà capire alcune cose, prendere delle decisioni».

Il coach di Trieste Eugenio Dalmasson:

«Bisognava mantenere alta la concentrazione, continuare a combattere su ogni pallone, non importa se con 20 punti di vantaggio perché Treviso ha gli uomini per piazzare i break e riaprire il confronto. Noi dovevamo essere pronti. Siamo contenti di come abbiamo chiuso la serie rispettando un piano partita: siamo stati bravi a mantenere la stessa consapevolezza che abbiamo avuto in casa nostra nel tiro dalla lunga distanza e siamo riusciti a tenere Treviso sotto la sua media punti impedendo di prendersi tiri in campo aperto. Siamo stati veramente bravi e il risultatoci ha ripagato a pieno, grazie alla nostra costanza, al nostro atteggiamento. Siamo stati capaci di interpretare con lucidità e costanza il nostro piano partita nel miglior modo possibile. C’eravamo riusciti in casa per due volte e l’abbiamo saputo fare anche a Treviso. Se siamo una squadra già pronta per la Serie A? Per ora siamo in A2 e siamo una buona squadra, così come Treviso, Bologna, Casale e Udine. Quando sei a questi livelli devi essere per forza una buona squadra. Noi siamo contenti perché abbiamo trovato forti motivazioni dall’essere arrivati primi in regular season,anche se chiudere primi la stagione regolare non significa nulla e Treviso lo sa bene. Rispetto alla scorsa stagione però, dove siamo arrivati primi a pari merito, quest’anno abbiamo fatto uno step ulteriore, arrivando primi ma in solitaria. Siamo migliorati e abbiamo approcciato i play-off nel modo giusto, affrontando diverse squadre del nostro girone e il nostro essere arrivati primi è stato anche un vantaggio dal punto di vista tecnico. Abbiamo però sempre affrontato le altre formazioni con rispetto, senza avere timore. Così abbiamo affrontato anche Treviso che ha fatto un girone di ritorno straordinario e per alcuni mesi è stata la squadra più in forma del campionato. Sapevamo quindi che dovevamo giocare al massimo delle nostre qualità per vincere questa serie, tanto che fisicamente e mentalmente eravamo preparati ad arrivare anche fino a gara 5. Siamo molto contenti quindi di averla chiusa prima e dobbiamo goderci questa vittoria,poi da lunedì cominceremo a penare alle prossime partite».

Il giocatore di Trieste Federico Loschi: 

«Treviso era la squadra più difficile da affrontare e io per primo non avrei mai pensato di poter vincere la serie 3-0. Avevo personalmente paura della loro partenza in casa nostra, perché potevamo subire la pressione di giocare due partite consecutive all’Alma Arena e Treviso è una squadra che gioca molto bene. Siamo orgogliosi quindi di aver vinto le prime due partite e soprattutto della prestazione di stasera. sono felicissimo, ma non abbiamo però fatto ancora nulla perché il sogno che abbiamo tutti è distante ancora tre partite. Speriamo di prepararci al meglio per la finale e vedremo chi dovremo affrontare. Non aver giocato in gara 1 non mi ha condizionato più di tanto perché so che davanti a me ho un grande giocatore come Javonte Green e sono cosciente che lui può giocare anche quaranta minuti senza accusare la stanchezza. Poi con lui ho un ottimo rapporto e sempre il primo ad esultare quando segno e sento anche la fiducia di coach Dalmasson, che mi ha voluto fortemente, nonostante non stessi giocando benissimo a Scafati, per provare a vincere insieme ai miei compagni questo campionato, Per questo non ho nessun problema,sono tranquillo e sono consapevole del mio ruolo in questo roster. Per e non è stato facile fare una partita del genere qui a Treviso, avevo tante pressioni, qui al Pala Verde c’era la mia famiglia e tanta gente che conosco, però come dico sempre bisogna mettere da parte la paura e dare il meglio, perché sto giocando allo sport più bello del mondo e il resto non conta. Non puoi perdere la fiducia anche se giochi davanti a così tante persone e sapevo anche che il mio momento poteva arrivare da un momento all’altro. Giocare a casa mia poi è stata una grande emozione, ma ripeto sono rimasto sempre concentrato. Non so quale sia la squadra migliore da affrontare in finale, ma so che Casale gioca un grande basket, puntando molto sui giovani e sul gioco di squadra, mentre la Fortitudo è una squadra completamente diversa. Dipende da tre giocatori Cinciarini, Mancinelli e Roselli e inoltre dovremmo andare a giocare in un campo difficile come il Pala Dozza. Vivendo per queste partite, per queste sfide, preferirei quindi Bologna, ma anche con Casale sono convinto sarà una bella sfida, quindi non c’è una squadra migliore dell’altra da affrontare. Noi pensiamo ora a riposare, recuperando energie per la finale e speriamo che le altre due si stanchino a dovere arrivando magari fino a gara 5». 

Fonte: pagina Facebook Pallacanestro Trieste e il Gazzettino di Treviso

Fabio Silietti

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