Cose turche ad Istanbul: Il Fenerbahce vince 20-0 gara 7 di finale contro il Galatasaray e si laurea campione di Turchia. Ma il risultato finale non è il frutto di un’ottima difesa della squadra di coach Obradovic, ma bensì di una decisione presa a tavolino dalla società giallorossa: il comportamento della federazione turca non è piaciuto ai dirigenti del Gala, che hanno deciso di non far scendere in campo i propri giocatori (con il loro accordo) e di perdere così la possibilità di conquistare il titolo nazionale.
I fatti contestati sono i seguenti: a causa del clima rovente in gara 4, svoltasi in casa del Gala, è stato deliberato dalla federazione che la successiva gara 6 si giocasse in una Abdi Ipekci Arena limitata a soli 5000 posti (contro i 12500 totali) e per sole donne e bambini; in seguito durante gara 5 si sono ripetuti scontri, ovviamente a parti invertite, con oggetti e petardi a pioggia sulla panchina di coach Ataman, il risultato? Solo 8.500 € di multa al Fenerbahce. Inoltre, per la decisiva gara 7, la federazione ha pensato bene di designare Recep Ankarali, un arbitro coinvolto nel 2010 in uno scandalo di intercettazioni telefoniche, in cui lo stesso Ankarali comunicò al presidente dei gialloblu “Tutto è sotto controllo”.
Queste scelte hanno fatto perdere la pazienza alla dirigenza del Galatasaray, con gli esiti di cui sopra.
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