Tutta la verità dietro all’intrigo Green-Mayweather-McGregor

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Nel pomeriggio ha fatto scalpore l’acceso scambio di commenti su Instagram tra Draymond Green, dei Golden State Warriors, e il campione di arti marziali miste Conor McGregor. Tutto è nato da un post su del lottatore irlandese, ritratto con una maglia dei Golden State Warriors di qualche stagione fa, prima del rebranding della squadra. Nello specifico, la maglia indossata da McGregor era la numero 23 di CJ Watson.

L’ala di Golden State Draymond Green è una delle stelle della NBA più attive (e contestate) sui social network e si è accorto subito del post di McGregor. Essendo un grande fan di Floyd Mayeather, imminente avversario di McGregor in quello che per molti appassionati sarà l’incontro del secolo, Green è stato infastidito dalla foto del “nemico” con la maglia della propria squadra. Il Defensive Player of the Year è subito partito all’attacco e ha invitato McGregor a togliersi la maglia dei Warriors, in quanto i campioni in carica supportano il suo avversario.

La risposta del campione irlandese non si è fatta attendere: dopo aver sottolineato di non avere idea di chi sia Green, McGregor ha invitato sia lui che tutti i fan attivi su Instagram a chiedersi perché avesse deciso di indossare proprio una maglia di CJ Watson, pur non interessandosi affatto alla pallacanestro. Effettivamente la domanda è lecita. CJ Watson è un onesto mestierante della NBA ma senza dubbio non una star di fama mondiale. Cosa c’è dunque dietro alla scelta della maglia? Per risolvere l’arcano è necessario passare in rassegna gli archivi dei tribunali americani.

Nel 2010, Floyd Mayweather è stato protagonista (negativo) di uno scandalo di violenza domestica. Il campione di boxe era stato accusato dalla moglie di averla picchiata in seguito a una scenata di gelosia. Il fattaccio era stato confermato dal figlio di dieci anni della coppia, testimone oculare (!) dell’attacco del padre nei confronti della madre. A scaturire l’ira di Mayweather erano stati dei messaggi di CJ Watson lasciati sulla segreteria telefonica della moglie di Floyd, che, sospettando una relazione tra i due, ha perso il controllo.

Di fronte agli innumerevoli successi di Mayweather e alla sua fama mondiale, questo avvenimento era finito nel dimenticatoio. Il post di McGregor è, ovviamente, una scelta strategica del suo entourage per gettare ulteriore benzina sul fuoco di una battaglia che si prospetta accesissima.

Niccolò Armandola

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