Tre partite in poco più di una settimana e Varese entra nel tratto più delicato della propria stagione, dopo giorni tutt’altro che semplici. La sconfitta con Trento è ormai alle spalle e la squadra si è rimessa al lavoro con buona intensità, ma senza poter contare sempre sull’intero gruppo: un virus intestinale ha infatti colpito a turno Davide Alviti, Tazé Moore e Matteo Librizzi, rallentando la preparazione.
Il tempismo, va detto, non è dei migliori. Domenica pomeriggio l’avversaria sarà Venezia, formazione profonda, veloce e atletica. Poi Virtus Bologna martedì sera e Tortona la domenica successiva. Tornando alla sfida con la Reyer, il coach mette subito il focus sulla battaglia fisica:
“Dobbiamo mostrare desiderio di lottare nel pitturato. La rotazione può allungarsi quindi possiamo essere più freschi nei momenti decisivi della gara, soprattutto alla fine. Questo per noi è un aspetto fondamentale”.
Contro Venezia l’assetto di Varese è il 6+6, dopo l’arrivo di Ike Iroegbu, che ha svolto il primo allenamento con la squadra nella mattinata di venerdì. L’innesto dell’ex Treviso, Girona e Valencia non è significativo solo per la capacità di segnare: l’altra priorità è ridurre le 16 palle perse di media, giudicate troppe, soprattutto perché molte nascono dalla gestione iniziale dell’azione.
“Non ci aspettiamo che un giocatore risolva il problema,” ricorda coach Ioannis Kastritis. “Abbiamo bisogno di gestire questa situazione. Ike avrà bisogno di tempo per integrarsi nel gruppo, Olivier (Nkahmoua, ndr) ha il pensiero se giocherà da 4 o da 5… è un periodo molto intenso.”
Più attenzione nella gestione del pallone, più velocità dalle mani della point-guard: sarà una delle chiavi contro Venezia, spesso in difficoltà a proteggere il pitturato quando affronta squadre aggressive nei primi secondi del possesso.
Kastritis non chiede a Varese di snaturarsi, ma di saper modellare il proprio gioco in base ai momenti della gara. Un concetto già emerso dopo il ko con Trento, dove i biancorossi hanno forzato troppo dal perimetro senza riuscire a penetrare con continuità la difesa avversaria. Il 10/30 finale dall’arco, pur non essendo il peggior dato stagionale, non soddisfa completamente lo staff, che insiste sulla qualità della selezione di tiro.
“Andare nel pitturato. Dobbiamo giocare nel modo giusto: se servirà seguire quella direzione lo faremo. Se dovremo aggiustarci in un modo diverso, faremo anche quello. In questo momento la cosa più importante è costruire le buone abitudini.”
Varese procede passo dopo passo nella ricerca della propria identità, in un contesto segnato da infortuni e malesseri e nella fase più complessa della stagione fin qui. Proprio ora, mentre le sfide si alzano di livello, consolidare etica e disciplina di squadra diventa il vero obiettivo.
