Varese, Matteo Tambone: “La Virtus è fortissima, ma non ci spaventa nulla. Con Clark avremo più rotazioni”

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In un’intervista rilasciata all’edizione odierna del quotidiano La Prealpina, Matteo Tambone si è espresso in merito alla gara che i varesini giocheranno domani sul parquet del Pala Dozza.

IL BUON PERIODO – “In questo momento i risultati sembrano dire che Bologna sia anche più forte di Milano. Certo è presto per dirlo, oggi la Segafredo vale tranquillamente il ruolo di seconda forza del campionato e poi in casa loro sarà sicuramente difficile. Però noi siamo in un buon momento: i 30 punti di scarto con cui abbiamo espugnato Trieste seguiti dal +23 casalingo contro la Fortitudo non sono risultati da poco. Penso anche loro non ci sottovaluteranno e che domani al Pala Dozza sarà una sfida interessante.

L’IDENTITA’ VARESINA – “Negli ultimi due anni non è mai accaduto che scendessimo in campo già battuti e sono sicuro che non accadrà nemmeno domani. La Virtus è fortissima ma non ci spaventa niente; personalmente sarà uno stimolo in più giocare contro Teodosic che ancora oggi può essere il miglior play d’Europa. […] Bologna non ha solo lui, saranno tanti gli elementi dai quali dovremo guardarci; sarà sicuramente una bella sfida”

RIPRENDERE DOPO LA PAUSA – “[…] Abbiamo continuato ad allenarci duramente per proseguire su quel percorso di crescita evidenziato dalle vittorie contro Trieste e Fortitudo Bologna e siamo tranquilli sulla possibilità di continuare su questa strada”

IL LAVORO PER LA GARA E CLARK – “Stiamo preparandoci al meglio anche grazie al ritorno di Clark: toccherà al coach decidere chi andrà in campo fra i sette stranieri a disposizione, però Jason si sta allenando forte ed ormai il recupero è completo. Con lui ci saranno più rotazioni e dunque saremo più forti grazie alla maggiore profondità sul perimetro. Vedremo come il coach gestirà la squadra. Quintetto o panchina cambia poco: conta dare il massimo e cercare di sfruttare ogni occasione per giocare. E cambia poco anche l’utilizzo da regista o da guardia, nel basket moderno chi porta la palla è indifferente anche nel sistema di Caja i ruoli sono più definiti. Io nasco da playmaker ma se gioco guardia non ho problemi a dare appoggio al regista”

Fonte: La Prealpina

Matteo Bettoni

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