Varese – Reggio Emilia: le parole dei coach Caja e Pillastrini

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Ecco le parole dei coach Attilio Caja e Stefano Pillastrini a seguire la vittoria della Openjobmetis sulla Grissin Bon.

Attilio Caja: “Siamo tornati a giocare nel nostro palazzo davanti alla gente che ci accoglie sempre con grande piacere. Siamo tornati da dove avevamo finito. Grande partita con Trieste, grande match con Sassari prima della pausa. Contro Reggio non era una gara scontata perché ha fatto acquisti importanti. Ci è voluta una grande difesa per avere la meglio. I complimenti vanno a Cain che ha fatto una grande prestazione. I suoi 15 rimbalzi sono una perla. Avramovic si è applicato in difesa, ha pulito il suo gioco e ha fatto tanti punti con buoni tiri. Bene Tambone, Iannuzzi ha fatto un’ottima gara ed è colpa mia se non ha giocato di più. Ho visto un Cain strepitoso e ho deciso di farlo giocare, Salumu ha dato un grande impatto. Tutta difesa e ritmo per questa vittoria che si è allargata nel terzo quarto grazie a molti meriti nostri e non demeriti loro. 

Stefano Pillastrini: “La partita ha preso una svolta su due situazioni. I falli di Dixon e poi nel momento in cui abbiamo smesso di prendere i rimbalzi difensivi. Eravamo sopra alla fine del primo tempo, poi Cain con 10 rimbalzi offensivi ci ha messo in difficoltà. Ci siamo spenti, abbiamo smesso di costruire tiri, poi nel momento in cui è uscito Dixon non siamo più riusciti a costruire. Il ritmo frenetico di Varese ci ha fatto andare fuori gioco. Non è facile togliere il tiro da tre punti ad una squadra così. Non è facile giocare soprattutto 40 minuti con tanta aggressività, qualcosa si è visto, ma non è ancora abbastanza. Candi è stato un fattore in attacco a livello realizzativo, ma da lui abbiamo bisogno di playmaking. Su questo campo, ogni playmaker fa fatica ed è grazie al suo tipo di aggressività che ha questa posizione in classifica. Per la sua voglia di essere un grande giocatore, ha ancora lavoro da fare, ma è sulla buona strada. Chiediamo aiuto alla curva, so che è già stato chiesto in passato”

Matteo Bettoni

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