Episodio di inaudita vergogna in Toscana. Durante un torneo di minibasket scoppia una rissa in tribuna fra i genitori dei piccoli cestisti.
Ci troviamo a San Vincenzo, finale del torneo di Carnevale riservato agli scoiattoli (bambini e bambine fra i 9 e i 7 anni). In campo piccoli cestisti di Follonica e Rosignano. Piovono offese agli avversari e ai mini arbitri da parte di alcuni genitori di Follonica, altri adulti s’intromettono per chiedere di smetterla, salgono in tribuna anche gli allenatori delle due squadre per riportare la calma. In un primo momento sembra che la situazione sia rientrata, poi altre parole, un confronto ravvicinato, vola un pugno e scoppia la rissa. Il parapiglia continua anche al di fuori dell’impianto, devono intervenire gli agenti della polizia municipale e poi addirittura i carabinieri. Torna la calma ma nel frattempo diversi bambini sono in lacrime e la giornata di festa è irrimediabilmente rovinata.
Il presidente di Follonica, Raffaele Battaglini, prende prende pubblicamente le distanze attraverso un post sulla pagina Facebook del club.
Dopodiché, dalle pagine de Il Tirreno, si dice pronto ad allontanare i genitori facinorosi e invoca per loro il Daspo.
Uno spettacolo simile non dovrebbe verificarsi in nessun contesto, men che meno durante una partita di bambini. È un episodio inaccettabile che ci lascia profondamente amareggiati. Oggi, nell’orario dedicato all’allenamento dei bambini, i genitori sono stati convocati e voglio vedere se avranno il coraggio di presentarsi. Gli chiederò di non mettere più piede in palestra, perché la nostra società promuove valori ben diversi nello sport. Qui siamo ben lontani da ciò che significa sostenere con passione e rispetto, oltre che da un comportamento civile. Prima di tutto, voglio chiarire la situazione, confrontandomi anche con le autorità competenti. È inaccettabile la presenza di individui così aggressivi sugli spalti. Nel minibasket il risultato è l’aspetto meno importante: l’obiettivo principale è coinvolgere tutti i bambini, farli sentire parte di un’esperienza positiva e stimolante. Chi non è in grado di incitare i propri figli in modo corretto non dovrebbe avere accesso ai palazzetti. Questi atteggiamenti non fanno altro che riversare frustrazioni personali su bambini e famiglie, trascinandoli in situazioni assurde e ingiustificabili. Quello che è successo ha superato ogni limite. Sarebbe necessario introdurre misure restrittive come il Daspo, proprio come avviene per i casi di tifo violento, che pensavamo appartenessero solo al mondo del calcio.
Nel frattempo arrivano anche le prime reazioni istituzionali, come quella del Comitato Regionale Fip Toscana.
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