Verso Fortitudo-Cremona, le parole di Dalmonte: “Partita importante ma non decisiva, dobbiamo essere più pronti a fronteggiare momenti di criticità”

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Ecco le dichiarazioni alla stampa di Luca Dalmonte alla vigilia dell’impegno di campionato che vedrà la sua Fortitudo affrontare la Vanoli Cremona, con palla a due alle 18:30.

Durante l’anno, nel corso delle giornate, il valore delle partite aumenta perché la situazione della stagione determina il significato della gara. Quella di domenica ha un valore straordinario, dobbiamo vincerla. Al di là dell’idea di giocare per giocare e con il più grande rispetto per Cremona, per ciò che sta facendo e per come lo sta facendo, consapevoli di chi abbiamo davanti ma anche che l’importanza della partita dev’essere superiore a tutto il resto. Pressione? Fa parte del nostro lavoro, nel modo giusto, e non c’è momento migliore per dimostrare che siamo in grado di gestirla e che vogliamo vincere una gara che ritengo, lo ripeto, molto importante senza sconfinare nel decisivo. Cremona ha grande atletismo, coi due Williams, Cournooh, Lee, Hommes che è il finalizzatore, fin qui ottimo, Mian e Palmi che sono due specialisti in grado di speculare sui vantaggi che Hommes riesce a creare e di essere decisivi col tiro da tre. Hanno gerarchie ben precise, un sistema che risalta le qualità dei singoli, e nelle ultime gare hanno proposto una difesa molto interessante che ha condizionato non poco gli avversari.

Cosa mi ha insegnato la partita di mercoledì? Ho capito come intervenire sia sul post che sulla prossima partita. Le sconfitte devono far capire come vincere le partite dopo, e io devo aver imparato come gestire alcuni momenti e a fare scelte migliori in situazioni di criticità. Non possiamo permetterci di uscire mentalmente da una partita che per 28′ abbiamo giocato in un modo e che poi è stata stravolta da due errori e da un break da 36-11. Ho analizzato il mio operato in modo critico, questo porta ad imparare. Poi è necessario che siamo tutti concordi nel non riproporre gli errori e, se ricapiterà, dovrò essere io il primo a reagire. La mia esperienza qui è di soli 80′, non posso essere retroattivo, ma quando visto mercoledì dovrà portarci, domenica, a essere più pronti a fronteggiare eventuali momenti di criticità. 

Il fatto che quando le cose vanno male ognuno sembri andare per fatti propri non si può allenare, ma devo essere io ad entrare in cuori, teste e anime con la richiesta che ci sia una porta aperta da parte dei giocatori. Non è un problema allenabile sul campo ma con altre modalità. E se questa disponibilità non dovesse esserci? Aspettiamo un po’ e concentriamoci cercando di evitare che succeda. Non dobbiamo farci condizionare dal passato, neanche da quanto successo mercoledì né angosciare dal futuro: questo vale per ogni singolo possesso. Altrimenti rischiamo che uno o due errori ci portino in un circolo vizioso che può mangiarci e farci prendere break. Dobbiamo resettare e andare avanti, e questa filosofia va tradotta nei fatti. 

Chi dovrà uscire dalla squadra? Non c’è una nomination su chi starà fuori, è importante non tanto capire chi potrebbe uscire ma che questo gruppo faccia il meglio possibile e alzi il livello di rendimento. Per farlo serve che tutti, in ogni ruolo, siano positivi. Non dico felici, ma soddisfatti di essere parte di questo gruppo e del tempo che condividiamo insieme. Chiaro che uno degli americani dovrà stare fuori, la scelta mercoledì è stata fatta poche ore prima per esigenze interne. Oggi è ancora presto per valutare chi starà fuori contro Cremona. 

La convivenza in campo Happ-Hunt? Credo possa esserci, magari non tanti minuti ma è possibile. Deve crescere la condizione di Hunt, ora gli allenamenti ci diranno quando potrà essere al meglio. A quel punto credo possano giocare insieme, anche valutando le qualità degli avversari e considerando che, comunque, difensivamente ci si dovrà lavorare sopra.

Giovanni Fornasari

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