Verso Pesaro-Fortitudo, le parole di Dalmonte: “Serve alzare il nostro livello di competitività a livello emotivo e avere un atteggiamento ben definito”

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In una lunga conferenza stampa, il nuovo coach fortitudino Luca Dalmonte ha presentato la trasferta di stasera a Pesaro, nonché suo esordio in panchina nella stagione 2020-’21, che vedrà la palla a due alzarsi alle 20:30 alla Vitrifrigo Arena. La Fortitudo dovrebbe essere al completo, fatta eccezione per il lungodegente Marco Cusin, mentre Fantinelli e Banks sono tornati ad allenarsi col resto della squadra nel corso della settimana. Ecco intanto un estratto delle parole del nuovo allenatore biancoblù:

Pesaro è molto solida, ha costruito un sistema in cui l’allenatore ha un ruolo centrale, inutile parlare di Repesa e di ciò che rappresenta per il movimento. La squadra è stata costruita in funzione della sua visione di basket: grande organizzazione difensiva, Robinson e Delfino come uomini di rottura in attacco e un punto di riferimento interno come Cain. Dobbiamo rispettare tutti e stare attenti al loro grande equilibrio. Serve alzare il nostro livello di competitività dal punto di vista emotivo, serve da parte nostra un atteggiamento ben definito, in entrambe le metà campo. Ci saranno delle regole, ognuno deve sapere cosa fare, ma sarà decisivo anche come farlo: con che aggressività, presenza, “cazzimma”, tutto questo determina l’efficacia delle scelte stesse. Oggi è il secondo vero allenamento di contatto, non saprei ancora dare risposte sullo stato tecnico della partita, ma dobbiamo partire da volontà, disponibilità, capacità e durezza mentale per accettare e superare un errore senza che ci condizioni nei possessi successivi. Abbiamo introdotti novità tecniche, partendo da un canovaccio già presente. E ho visto una buona volontà da ogni singolo giocatore. Non ci sono formule magiche: dobbiamo alzare la nostra presenza mentale in partita, senza se, senza ma. Lo striscione della Fossa è ancora lì fuori. 

Situazione classifica e retrocessione? L’obiettivo è essere consapevoli di dove siamo e chi siamo oggi, da qui nasce il resto. Non c’è altro pensiero se non quello di dover uscire da questa situazione, senza porci tempi, fosse anche all’ultima di campionato con un tiro da metà campo all’ultimo secondo. Quel che è successo ieri è passato, quel che succederà domani è nelle mani dell’esistenza, noi lavoriamo sull’oggi. Solo noi, con le nostre forze, possiamo uscirne. 

Investimenti sul mercato? È un pensiero che non deve appartenermi, non voglio che si inquini l’attenzione del momento. Oggi ragiono, penso, lavoro e cerco di dare il massimo con questi giocatori. Abbiamo una cadenza di partite che non ci permette di farci distrarre da altre considerazioni, poi dobbiamo essere bravi noi a ottimizzare il tempo e, quando respireremo un po’ di più, arriveranno altre considerazioni. Ma la Fortitudo oggi è questa.

Il campionato in 15 squadre? Provo tanta amarezza per la sparizione di Roma e mi dispiace per il presidente Toti: so che per lui sono scomparsi 20 anni di sforzi economici, domeniche di passione. È un peccato, anche per la perdita di esposizione.

Il doppio impegno? Il campionato vale straordinariamente di più, ma questo non significa che mancheremo di rispetto e presenza alla coppa. L’obiettivo è il campionato, la coppa è già in salita. Non posso permettere che la coppa inquini il campionato, che rimane primario e da cui conseguono scelte e gestione ben precise.

L’apporto dei giocatori d’esperienza in spogliatoio? In qualsiasi contesto il giocatore esperto, che ha già giocato partite importanti, ha un vantaggio rispetto ai più giovani, ai quali deve passarlo”.

Giovanni Fornasari

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