Virtus Bologna: ritorno in Europa e nuovi volti per tornare grandi

Home Serie A News

Una rivoluzione quasi totale, questo il tema ricorrente dell’estate della Virtus Bologna, pronta ad una nuova stagione in cui dovrà tornare protagonista, ancor di più rispetto allo scorso campionato terminato non nel migliore dei modi per la V nera. Rivoluzione societaria, rivoluzione in panchina e rivoluzione in campo: tre elementi principali su cui si basa una stagione.

Prima la società, fuori il gm Julio Trovato e il ds Valeriano d’Orta, dentro Alessandro Dalla Salda, in veste di amministratore delegato (figura mancante nella passata stagione) e Marco Martelli, nuovo direttore sportivo. È ripartito ufficialmente da qui il nuovo corso della Virtus Segafredo Bologna. Poi è arrivato il cambio in panchina: via Alessandro Ramagli che ha lasciato il posto a Stefano “Pino” Sacripanti. Dalla scelta del coach ex Cantù e Avellino è iniziata la costruzione del nuovo roster. Roster nuovo, appunto, perché se nella passata stagione l’impronta italiana era stata forte, il cambio di rotta, per la nuova Virtus, è stato significativo. Innanzitutto il 6+6 ha permesso scelte diverse, nell’ottica di un doppio impegno tra campionato e Champions League. Solo tre i giocatori confermati dallo scorso anno: Pajola, Aradori e Baldi Rossi a cui si aggiunge anche il giovane Matteo Berti, già in prima squadra lo scorso anno. Pacchetto italiani poi completato da Cournooh e Cappelletti (forse l’unica scommessa del nuovo corso bianconero). Poi sono arrivate le firme dei 6 stranieri: Taylor, Punter, Martin, Mbaye, Kravic e Qvale. E così la Virtus ha iniziato a lavorare al completo dal raduno di metà agosto.

Una Virtus Bologna che vuole tornare protagonista in campionato ma anche in Champions League, una coppa europea che manca da troppi anni. Ed è proprio in quest’ottica che il lavoro di Dalla Salda, Martelli e Sacripanti ha portato i suoi frutti: scegliere giocatori stranieri con una certa esperienza europea e così è stato. Ad iniziare dal playmaker, Tony Taylor, Final Four di Europe Cup nel 2015-2016 e quarti di finale di Champions League lo scorso anno. Kevin Punter, 20 punti di media in Champions League nel 2017 e vincitore della stessa coppa con l’Aek Atene nella Final Four del 2018. Poi Kelvin Martin e Amath Mbaye, rispettivamente ex Cremona e Milano e, dunque, entrambi già protagonisti del campionato italiano; anche per loro apparizioni in Europa, Champions per Martin col Ludwigsburg e 30 partite di Eurolega per Mbaye con l’Armani. Discorso identico per i due centri, Dejan Kravic e Brian Qvale: il primo che ha giocato in Europe Cup e il secondo che è stato finalista di Eurocup nella passata stagione. Dal punto di vista prettamente tecnico e tattico è una Virtus con tanti punti nelle mani e il pre campionato (3 vittorie e 4 sconfitte con squadre di A1) lo ha dimostrato: Punter, Aradori, Mbaye e Kravic sicuramente le bocche da fuoco principali della squadra di Sacripanti, che potrà variare molto i suoi schemi di gioco, avendo a disposizione tanta abbondanza nei ruoli dall’1 al 3 (oltre a poter ruotare molto i giocatori in vista dell’impegno europeo infrasettimanale). Caratteristiche specifiche, invece, nei lunghi, con Baldi Rossi, Mbaye, Kravic e Qvale diversi fra loro per qualità sia offensive che difensive. Una Virtus Bologna che, molto spesso, dovrà “segnare un punto in più degli altri” piuttosto che subirne uno in meno, senza nulla togliere all’aspetto difensivo della squadra, con Cournooh, Pajola, Cappelletti e anche gli stessi Taylor e Qvale che non disdegnano affatto la difesa.

Cambio di rotta repentino ma oculato, dunque, per la società bianconera, pronta a fare un vero e definitivo grande passo per ritornare ai massimi livelli senza correre troppo però, perché la strada non è affatto semplice.

Redazione BasketUniverso

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.