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Wembanyama, cosa c’entra il suo salto in NBA e il non dover essere più un GM?

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Il passaggio al livello NBA non è esattamente il più facile da gestire per un diciannovenne. I ragazzi devono rapidamente capire come gestire il proprio tempo e le proprie finanze in modo da prepararsi a un futuro prospero. Ma per Victor Wembanyama, il giovane rookie dei San Antonio Spurs, il salto nell’NBA è stato finora molto utile e addirittura liberatorio.

Parlando con i giornalisti del grande cambiamento che ha incontrato finora nella sua breve carriera, il giovane degli Spurs ha fatto un’esilarante rivelazione su quanto sia stato più facile per lui affrontare la vita da giocatore NBA rispetto a quando era un membro dei Metropolitans 92, in virtù del fatto che ci sono meno cose di cui preoccuparsi.

“Devo preoccuparmi di un sacco di cose in meno. L’anno scorso non ero solo un giocatore. Ero anche un GM”, ha detto Wembanyama, secondo Josh Paredes di Fansided. “Dovevo assicurarmi che il parquet fosse pulito prima dell’allenamento, dovevo assicurarmi che i miei compagni facessero pesi. Dovevo assicurarmi di un sacco di cose. Ora sono davvero più libero”.

“Quando arrivo al mattino, so che ci saranno fisioterapisti e allenatori che si prenderanno cura di me e mi ricorderanno l’ora del giorno. Quindi la mia mente è più tranquilla rispetto all’anno scorso”, ha aggiunto Wembanyama.

 

È una buona notizia, perché ora Wembanyama deve solo preoccuparsi di essere la versione migliore di se stesso in NBA. E per un diciannovenne è già una pressione sufficiente.

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