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Yiftach Ziv accusa Granada di antisemitismo: “Dopo il 7 ottobre è cambiato tutto!”

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Yiftach Ziv al momento è un giocatore del Saint-Quentin, nel massimo campionato francese, ma aveva iniziato la stagione in Spagna, a Granada. La point guard israeliana, nelle scorse due stagioni al Maccabi Tel-Aviv, ha cambiato squadra a fine dicembre dopo non essere sceso in campo per due mesi per scelta tecnica. Oggi Ziv ha provato a spiegare il perché a Granada si sia trovato particolarmente male, accusando il club di antisemitismo nei suoi confronti in seguito ai tragici fatti del 7 ottobre in Israele e il successivo acutizzarsi del conflitto nella striscia di Gaza.

“Il club non era per nulla interessato a me. Sono arrivato a Granada per essere uno dei leader e all’inizio della stagione era così, giocavo bene. Non eravamo la migliore squadra del campionato, ma abbiamo dato filo da torcere ai top team. Ero molto felice, ma dopo il 7 ottobre è iniziato un periodo molto spiacevole, sia professionalmente che personalmente. Hai paura a parlare ebraico in strada, ti guardi a destra e sinistra. E la squadra non mi ha supportato, mi hanno abbandonato ha denunciato Yiftach Ziv in un’intervista a YNet News.

Il giocatore è poi entrato più nello specifico: È iniziata la guerra e nessuno mi ha mai chiesto come stessi o come stesse la mia famiglia. Non gli interessava. In quel momento non stavamo vincendo le partite e mi chiedevo se potessi fare qualcosa di diverso, ma poi mi sono accorto che il basket non c’entrava. Non mi volevano più. Nessuno me lo ha mai detto, ma si capiva. Non ha senso che dopo il 7 ottobre abbiano smesso di parlarmi. Sono un giocatore straniero, qualcuno avrebbe dovuto dirmi qualcosa. L’allenatore avrebbe potuto chiamarmi in disparte e dirmi di riprendermi, non è successo nemmeno questo. Ero invisibile. Pensavo alle famiglie in Israele e agli ostaggi: sono in Spagna, ma i miei pensieri sono con una bambina di 12 anni in un tunnel di Gaza”.

Come se non bastasse la fidanzata di Ziv, Kim Or Azulay, in quei giorni ha deciso di tornare in patria per supportare la popolazione israeliana, lasciandolo quindi da solo. “Dopo che è tornata in Israele, sono rimasto qui da solo per un mese e mezzo. Ero in un posto di lavoro dove non importava a nessuno di me, non mi facevano giocare, mi facevano allenare separatamente. Sembrava volessero tagliarmi ma non avevano ragioni per farlo. Hanno provato a dire che si trattava di disciplina, ma è ridicolo. Due giorni prima del 7 ottobre, l’allenatore mi aveva fatto i complimenti e mi aveva spiegato come migliorare. Ha senso che due giorni dopo non mi abbia nemmeno chiesto come stessi? Non c’è dubbio che fosse perché sono israeliano ed ebreo. Mi hanno semplicemente ostracizzato ha accusato infine Ziv, sostanzialmente adducendo ad un presunto antisemitismo da parte di Granada.

La risposta di Granada non è tardata ad arrivare. In una nota ufficiale il club spagnolo ha respinto le accuse di Yiftach Ziv, sottolineando come l’impiego del giocatore fosse già in calo prima del 7 ottobre e che stessero già cercando un sostituto. Nella nota viene menzionato anche il “nostro” Andrea Pecile, assistente allenatore che avrebbe allenato singolarmente Ziv in attesa che il giocatore trovasse altra sistemazione. Il club ha anche affermato che tantissime figure all’interno dell’organizzazione si sarebbero interessate allo stato mentale di Ziv dopo lo scoppio della guerra.

“La nazionalità del giocatore non è mai stata un problema per noi, come dimostra l’invito ricevuto da Shon Weissman, ex giocatore del Granada, per venire a vedere una partita al Palacio de Deportes dopo lo scoppio del conflitto” – si legge nel comunicato. – “[…] Quando il giocatore parla di antisemitismo e della paura di parlare ebraico, ci stupisce in quanto sappiamo che numerose volte è stato al casinò di Granada ed ha socializzato in città”.

Francesco Manzi

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